
La famiglia può essere considerata una proto-istituzione perché, sebbene non sia un’istituzione nel senso formale del termine (come la scuola o il governo), svolge funzioni essenziali per la società e la vita umana, formando il nucleo primario di relazioni, valori e socializzazione. In altre parole, la famiglia è la base su cui si costruiscono le relazioni sociali e le istituzioni stesse.
E’ una definizione che trovo su internet e che vale per il libro, di Paolo Cilia, “Famiglia e persona con disabilità. Un piccolo itinerario sul tema alla luce del personalismo”, Phronesis Editore (ristampa aggiornata 2024) Il testo fa parte della Collana “Fuori dal Coro”, Proposte per un’interpretazione controcorrente. La Collana propone dei saggi che danno voce alle idee estranee al pensiero unico. E proprio il saggio proposto da Cilia ha questo fine. L’editore Adriano Virgili nella Prefazione rileva come la società del consumismo ideologico di oggi trascura le persone portatrici di handicap, ritenendoli quasi dei parassiti, sostanzialmente, “trionfa quella che Papa Francesco, con un’espressione quanto azzeccata quanto terribile nel suo valore semantico, ha chiamato la ‘cultura dello scarto‘.
Una cultura – continua Virgili – che vuole sempre più imporci l’idea che una persona che non occupi un ruolo pienamente attivo nella produzione e nel consumo di beni sia destinata all’infelicità e che quindi il suo migliore interesse sarebbe quello di non venire al mondo o di togliersi dalla stesso quanto prima”. Il testo ha addirittura cinque inviti alla lettura, chiamati “sguardo”. Il primo sguardo è proposto da Cristiana Di Stefano, che lamenta una inapplicabilità delle leggi che riguardano le Persone con disabilità e pertanto tutto grava totalmente sulle famiglie. Il secondo sguardo è di Annalisa Sereni, sottolinea la sua giusta scelta di avere figli disabili. Il terzo sguardo, di Evelina Chiocca, insegnante di sostegno, che si pone diversi interrogativi sulla persona umana. Il quarto sguardo è di Elisabetta Rovatti che ringrazia l’autore per questo testo che ci aiuta a fare delle riflessioni fondamentali della vita. Infine, il quinto sguardo è curato dal teologo Giovanni Marcotullio.
Il saggio vero e proprio inizia da una preghiera dalla Lettera a tutto l’Ordine di S. Francesco. Si parte con tre principi da esaminare: L’Essere, la Persona, la Comunione profonda, che non sono dati per scontati, pertanto serve scrutarli sinteticamente. Alle riflessioni del professor Cilia viene in soccorso, S. Tommaso d’Aquino, la filosofia greca, passaggi della Bibbia, S. Agostino, Tertulliano. Cilia avverte che il suo non è un vano speculare slegato dal percorso che intende fare in questo saggio. Ed ecco al capitolo VI per il breve excursus su La Famiglia. Il Bene prezioso della famiglia, come proto-Istituzione. Per esigenze di spazio e di tempo, l’autore si dedica esclusivamente alla dimensione biblica, tralasciando i contributi dell’antropologia e della sociologia delle religioni. Naturalmente si parte dal Libro della Genesi che ci illumina sul significato e la relazione uomo-donna. L’uomo biblico guarda le cose nel suo insieme, mentre noi affetti dall’ideologia, con un cattivo uso dell’intelletto, dividiamo, separiamo. Oltre alla genesi, Cilia fa riferimento alle Catechesi di san Giovanni Paolo II, alle Udienza Generali sul Genesi, svolte dal 1979 al 1985, qui il Papa esprime chiaramente il primato della Persona come unica essenza legata al Creatore. Cilea sottolinea come nel Genesi, non c’è nessun terzo polo sessuato: Ish per l’uomo, Isha per la donna. L’uomo e la donna con ruoli ben precisi. “Dove non c’è un superiore o un inferiore, ma chi obbedisce ha la stessa dignità di colui che comanda”. (Romano Guardini) Anzi, scrive Cilia, “nella logica evangelica, colui che serve è il più grande. La Donna è immagine della Chiesa che accoglie il seme, obbedisce al marito e genera la vita. L’uomo è immagine di Cristo che dona il seme e ama la sua sposa dando la vita per lei in maniera definitiva e amandola e servendola come Cristo fa con la Chiesa”. L’autore dopo aver sintetizzato la storia dl matrimonio all’interno della Chiesa a partire da San Paolo fino ai nostri giorni, tuttavia, Cilia è consapevole che “il vizio di rifondare una antropologia non è certo una novità dei nostri tempi”. Si inizia con Grozio per arrivare a Kant, ma c’è il correttivo della Chiesa, perché era in gioco l’intera vita cristiana e umana dell’Occidente, infatti, prima di Cristo, nessuna società era arrivata al rispetto pieno della dignità naturale dell’uomo, proprio perchè nessuna civiltà aveva valorizzato e custodito il Bene della famiglia. Il professore segnala l’intervento dei vari pontefici, i documenti del Concilio Vaticano II, l’Humanae vitae, e il Magistero di san Giovanni Paolo II, per finire ai contributi di Papa Francesco nella Lumen Fidei, Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica, Amoris Laetitia.
Il VII capitolo del libro è dedicato alla “persona con disabilità nell’impianto Costituzionale italiano e nella normativa”. Solo alcuni brevi cenni. Infine l’VIII° capitolo, si traccia un percorso sapienziale sulla Persona con disabilità.
DOMENICO BONVEGNA
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