Trans Antigen 20, dal lockdown nasce un movimento artistico che punta all’introiezione

L’arte come rinascita dal lockdown, per esorcizzare il senso opprimente di angoscia, impotenza e annichilimento, e riconciliarsi, grazie al silenzio e alla solitudine, con lo spirito, l’energia armoniosa, il senso del bello.

È l’obiettivo del movimento artistico Trans Antigen 20. Che non a caso, prende il nome da una proteina in grado di stimolare il sistema immunitario a produrre i necessari anticorpi. Sorto durante la pandemia, il movimento Trans Antigen 20 è formato dagli artisti Salvo Bonnici, Michele Alfano, Santi Bonnici, Beppe Burgio, Giuseppe Fratantonio, Isabella Meloni, Giuseppe Marziano, Gabriella Scopelliti. Di recente, il gruppo ha ottenuto il primo premio alla Biennale internazionale dei Normanni di Monreale con un’opera collettiva dal titolo “Il messaggio dell’arte”, due installazioni di 80 cm x 80, che hanno conquistato la giuria, composta tra gli altri da Vittorio Sgarbi, Angelo Crespi e da Edoardo Sylos Labini.

Gli artisti di Trans Antigen 20 si identificano e riconoscono nel Manifesto, stilato dalla storica dell’arte e curatrice Licia Oddo che del gruppo è la segnalatrice e la curatrice ufficiale. «Solo nel silenzio – scrive Licia Oddo nel Manifesto – l’uomo ha la libertà di creare, produrre, perché non è più contaminato dalla società, dal suo ruolo sociale e anche dai suoi demoni. Il silenzio ci ha fatto ritrovare noi stessi nell’assenza del rumore. Quest’ultimo ci ha sempre distratto dal silenzio, dalla meditazione dalla riflessione. […] Oggi vogliamo riscoprire l’introiezione e dialogare con un codice naturale quale linguaggio del creato – natura, l’uomo vuole tornare da dove è venuto fuori».

Nel documento si rivendica la diversità come valore e si evidenzia la comune volontà di esaltare nelle opere il dinamismo ciclico nel quale collocare le forze della fede e della spiritualità, l’amore, le identità e le sfide sociali. Ma anche l’insofferenza verso «quelle accademie che vivono un radicalismo precettistico basato sui codici, leggi, virtuosismi e imitazioni», prediligendo invece «la riscoperta delle botteghe nel silenzio di un contesto topologico della contemplazione creativa dove il verme nel bozzolo diventa farfalla».

Gli artisti che ne fanno parte differiscono per età, esperienze, provenienza, stile e linguaggio, ma sono accomunati da un’identica idea d’arte. Il più noto è Salvo Bonnici (Siracusa, 1956), ideatore del movimento e maestro riconosciuto del gruppo. Dagli anni Settanta a oggi è stato protagonista di importanti e numerose mostre personali e a rassegne d’arte contemporanea tra Firenze, Milano, Roma, Tokyo e gli USA. Nel suo atelier si sono perfezionate Isabella Meloni, Gabriella Scopelliti e Giuseppe Marziano.

Isabella Meloni (Riviera del Brenta, Venezia, 1953) vive a Siracusa. Alterna la professione di dirigente biologo di Patologia clinica e Citologia oncologica, con la passione artistica. Dipinge con polveri e tessere di vetro di Murano, sabbie variegate dei deserti attraversati, pigmenti puri, foglia d’oro e d’argento: fili che tessono una trama luminosa che trascende la tela, le carte e il legno.

Gabriella Scopelliti (Messina, 1960) per sua professione di chimica conosce bene i materiali e ne sperimenta sempre di nuovi. Rappresenta stati d’animo e sensazioni, con un linguaggio basato sull’armonia delle forme e del colore.

Giuseppe Marziano (Siracusa, 1969), ha fatto del ritratto e della pittura figurativa in genere il veicolo prediletto di espressione artistica, nello studio introspettivo di ogni identità presa in esame durante le sue missioni da ufficiale dell’esercito all’estero, attraverso opere realizzate con tecniche miste su tavola.

La sperimentazione di tecniche e stili lo accomuna a Beppe Burgio (Siracusa, 1947) che utilizza vari supporti lignei, resinati o sintetici spaziando dall’astratto, al figurativo, alla ritrattistica, all’arte sacra, indagando soprattutto l’animo femminile nelle sue infinite sfaccettature.

Michele Alfano (Canicattini Bagni, 1949) spazia da un espressionismo astratto a un elegante sentimentalismo figurativo, utilizzando varie tecniche espressive.

Giuseppe Fratantonio (Modica, 1954) dalla poetica paesaggistica, legata al territorio ibleo, è approdato di recente a una ricerca artistica sempre più introspettiva, dominata dai temi dell’oblio, del tempo fuggevole, della percezione dell’attimo e dell’infinito.

Santi Bonnici (Siracusa, 1957), figlio d’arte, creativamente anticonformista, già architetto scenografo esprime nelle sue opere una notevole poliedricità, sperimentandosi come scultore anche nella trattazione dell’aspetto sociale dell’arte.

Tra i prossimi impegni del movimento si pensa ad Expo mondiale Emirati Arabi 2021 e a una esposizione a Parigi.