Sanità: Primo paziente trattato in Italia con la terapia genica. Al via una nuova era per il trattamento dell’emofilia B

Il primo paziente con emofilia B in Italia è stato trattato oggi con HEMGENIX (etranacogene dezaparvovec), la prima terapia genica approvata per questa patologia. La somministrazione è avvenuta presso il Centro Emofilia del Policlinico di Milano, un centro di eccellenza a livello internazionale per la gestione dei disturbi della coagulazione. Etranacogene dezaparvovec, è la prima terapia genica somministrata in una sola infusione, indicata per adulti con emofilia B grave e moderatamente grave (deficit congenito del Fattore IX della coagulazione) senza storia di inibitori del fattore FIX che può avere un impatto significativo nella qualità di vita dei pazienti.

Questo risultato rappresenta un passo importante nell’evoluzione della gestione dell’emofilia B” commenta la professoressa Flora Peyvandi, direttrice della SC Medicina Interna – Emostasi e Trombosi del Policlinico, dove è attivo anche il Centro di riferimento per l’emofilia e la trombosi Angelo Bianchi Bonomi. “Per la prima volta nel nostro centro identificato come centro di riferimento della regione Lombardia per la Rete Malattie Emorragiche Congenite (MEC), abbiamo a disposizione una terapia genica somministrata in una unica infusione che può consentire ai pazienti di produrre autonomamente il Fattore IX, riducendo così la necessità di infusioni regolari e l’impatto della malattia sulla loro quotidianità, offrendo nuove prospettive per migliorare la qualità della vita dei pazienti”.

Sebbene le terapie attuali siano relativamente efficaci nel maggior numero di pazienti, necessitano di somministrazioni regolari che incidono in modo significativo sulla vita delle persone con emofilia B. Etranacogene dezaparvovec si somministra in un’unica infusione endovenosa e utilizza un vettore adeno-associato (AAV5) per introdurre nelle cellule il gene funzionale che consente al fegato di produrre Fattore IX in modo autonomo e duraturo, contribuendo a prevenire o ridurre in modo significativo gli episodi di sanguinamento.

Il trattamento del primo paziente in Italia con etranacogene dezaparvovec rappresenta un momento importante per la comunità dell’emofilia. I trattamenti attualmente disponibili, basati su ripetute infusioni endovenose, costituiscono infatti ancora oggi un notevole onere per le persone che vivono con l’emofilia B, in grado di influenzare negativamente il manage familiare, le relazioni personali e le attività quotidiane,” ha dichiarato Cristina Cassone, presidente della Federazione delle Associazioni Emofilici – FedEmo. “Grazie alla disponibilità di questa nuova opzione terapeutica, una singola infusione può cambiare la prospettiva di chi ad oggi convive con l’emofilia B, riducendo il peso della terapia e assicurando una maggiore serenità alle persone e alle loro famiglie”.

La terapia genica per l’emofilia B grave e moderatamente grave (<2%) è stata da poco autorizzata in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ed è quindi erogabile attraverso il Servizio Sanitario Nazionale con uno schema di rimborso basato sulle evidenze.

Questo risultato è il frutto del lavoro e della collaborazione tra la comunità medica, le autorità sanitarie, le associazioni pazienti e CSL, con l’obiettivo comune di garantire anche ai pazienti italiani affetti da Emofilia B l’accesso ad un trattamento rivoluzionario”, ha dichiarato Marianna Alacqua, Medical Affairs Director CSL Behring Italia. “Questo importante traguardo è un’ulteriore conferma dell’impegno di CSL a migliorare la vita delle persone affette da disturbi della coagulazione e da malattie rare attraverso l’innovazione scientifica”.

 Informazioni sull’emofilia B

L’emofilia B è una malattia rara, potenzialmente letale. Le persone affette da questa patologia sono vulnerabili ai sanguinamenti nelle articolazioni, nei muscoli e negli organi interni, che provocano dolore, gonfiore e danni alle articolazioni.2 La costante preoccupazione di un’emorragia comporta una limitazione delle attività quotidiane, anche per azioni semplici come salire e scendere le scale. Gli attuali trattamenti dell’emofilia B moderata e grave prevedono infusioni profilattiche di Fattore IX per tutta la vita con l’obiettivo di sostituire o integrare temporaneamente i bassi livelli del fattore di coagulazione del sangue. Molte persone affette da emofilia si trovano costantemente a dover affrontare l’impatto mentale ed emotivo della gestione della loro condizione e raramente riescono a liberare la mente dall’emofilia.

 

Informazioni su etranacogene dezaparvovec

Etranacogene dezaparvovec (HEMGENIX) è una terapia genica che riduce il tasso di sanguinamenti nelle persone eleggibili affette da Emofilia B congenita, grave e moderatamente grave, consentendo all’organismo di produrre continuamente il fattore IX, la proteina deficitaria nell’Emofilia B. Utilizza AAV5, un vettore virale non infettivo, virus adeno-associato (AAV). Il vettore AAV5 trasporta la variante del gene Padua del Fattore IX (FIX-Padua) nelle cellule bersaglio del fegato, generando proteine di Fattore IX 5-8 volte più attive del normale. Queste istruzioni genetiche rimangono nelle cellule bersaglio, e generalmente, non si integrano nel DNA della persona. Una volta consegnate, le nuove istruzioni genetiche consentono di produrre livelli stabili di fattore IX.

Informazioni sullo studio clinico HOPE-B

 Lo studio registrativo di Fase III HOPE-B è uno studio multinazionale in aperto, a braccio singolo, per valutare la sicurezza e l’efficacia di etranacogene dezaparvovec.Un totale di 54 pazienti adulti affetti da emofilia B, con emofilia B moderatamente grave o grave e che necessitano di una terapia sostitutiva profilattica con il FIX, sono stati arruolati in un periodo prospettico di osservazione di almeno sei mesi o più, durante il quale hanno continuato ad utilizzare la loro attuale terapia standard per stabilire il tasso di sanguinamento annuale (ABR) di base. Dopo questo periodo iniziale, i pazienti hanno ricevuto una singola somministrazione endovenosa di etranacogene dezaparvovec alla dose di 2×10 gc/kg. I pazienti non sono stati esclusi dallo studio sulla base di preesistenti anticorpi neutralizzanti (NAbs) verso AAV5.

I risultati dello studio di fase III HOPE-B hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di etranacogene dezaparvovec, nonché il beneficio continuo di questo trattamento per le persone affette da emofilia B, con una protezione a lungo termine dal sanguinamento con una singola infusione. Il 94% dei pazienti (51/54) ha interrotto la profilassi di routine con fattore IX e non ha più ricevuto alcuna profilassi nei 4 anni successivi al trattamento. Etranacogene dezaparvovec ha dimostrato livelli medi di attività del fattore IX del 37,4% (n=47), che sono stati mantenuti a livelli quasi normali a 4 anni dal trattamento. Il tasso medio annualizzato di sanguinamento (ABR) aggiustato per tutti i sanguinamenti, al quarto anno (0.40, n=51) è stato ridotto rispetto al periodo iniziale di lead-in (4,16, n=54).

I risultati hanno anche dimostrato che etranacogene dezaparvovec è clinicamente efficace nei pazienti idonei con AAV5 NAbs preesistenti (fino a un titolo NAb di 1:898 o equivalente).

Etranacogene dezaparvovec è stato generalmente ben tollerato, con un totale di 96 eventi avversi (EA) correlati al trattamento a 4 anni dall’infusione, 92 (96%) dei quali si sono verificati nei primi sei mesi dopo il trattamento.

Non sono state segnalate reazioni avverse gravi legate al trattamento. Un decesso dovuto a shock cardiogeno in un paziente di 77 anni a circa 65 settimane dalla somministrazione è stato considerato dagli sperimentatori e dallo sponsor aziendale non correlato al trattamento. Tre eventi avversi gravi (carcinoma epatocellulare, schwannoma e sindrome mielodisplastica) sono stati giudicati non correlati al trattamento con etranacogene dezaparvovec attraverso un’analisi di caratterizzazione molecolare dei tumori e mediante uno studio di integrazione del vettore sono stati determinati mediante caratterizzazione molecolare indipendente del tumore e dall’analisi dell’integrazione del vettore.Non sono stati segnalati inibitori del FIX.

 

Informazioni su CSL

CSLBehring.it è un’azienda leader a livello mondiale nel settore delle bioterapie, con un portafoglio dinamico di farmaci salvavita, tra cui quelli per il trattamento dell’emofilia e delle immunodeficienze, vaccini per la prevenzione dell’influenza e terapie per la carenza di ferro, la dialisi e la nefrologia. Sin dalla nostra fondazione nel 1916, siamo stati guidati dalla nostra promessa di salvare vite utilizzando le tecnologie più avanzate. Oggi, CSL, che comprende le nostre tre divisioni CSL Behring, CSL Seqirus e CSL Vifor, fornisce prodotti salvavita a pazienti in oltre 100 paesi con oltre 29.000 persone. La nostra combinazione unica di forza commerciale, attenzione alla ricerca e sviluppo ed eccellenza operativa ci consente di identificare, sviluppare e fornire innovazioni affinché i nostri pazienti possano vivere la vita al massimo. Per storie stimolanti ispiratrici sulla promessa della biotecnologia, visitaCSLBehring.it

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