Piazza Carceri e Sicurezza: Strage di suicidi in cella ma difficile una correzione di rotta

“I tanti suicidi nelle carceri italiane, suggerirebbero un cambiamento di rotta, ma presumibilmente non succederà proprio nulla. In merito ai suicidi nei penitenziari ed ai possibili rimedi, discorrere ancora di speranza, di istruzione, di lavoro, di supporto psicologico e di affettività, rappresenterebbe, poi, una fastidiosa ripetizione. Nonostante la presenza di persone che possono essere anche molto competenti nei ruoli apicali della giustizia, la politica, di per sé è protesa alla ricerca del consenso, insegue la “pancia”, i bisogni della gente, mentre le carceri sono una tematica che è antitetica al consenso.

Ma ciò non esaurisce tutto il discorso. Sono oltre dieci anni che tratto dell’argomento delle carceri e dei suicidi nei penitenziari, ho affrontato gli stessi argomenti pure nel volume di cui sono autore, dal titolo “Il mondo della pena diario di un lungo viaggio alla ricerca di un equilibrio tra sicurezza e diritti dell’uomo”, 308 pagine, e mi sono fatto una particolare idea personale, ovvero che non ci sarà nessun cambiamento, nessuna riforma per le carceri, perlomeno finché non ci sarà una riforma della politica. Per riforma della politica, non si intende una riforma che riguardi la ricerca del consenso, la ricerca del consenso è connaturata alla stessa politica. Non si può quindi pretendere dalla politica di inseguire il dissenso, non si può pretendere che la politica discorra quotidianamente e prevalentemente delle carceri o di altre tematiche scomode. La politica di una volta, forse perché maggiormente legata all’esperienza della Costituzione, si muoveva, però, in presenza di filtri costituzionali e normativi che erano radicati all’interno dell’azione politica ed erano in grado di trattenere ciò che poteva essere rispondente alle leggi e di espellere ciò che poteva essere in contrasto.

La politica di oggi, invece, è molto più comprensibile, semplice, intuitiva, ciò è riscontrabile anche a livello comunicativo, proprio perché si muove sempre più slegata da considerazioni di natura costituzionale e normativa, come se quei filtri fossero stati completamente rimossi. Inoltre, rispetto al passato, si è verificata una prepotente supremazia dell’azione politica rispetto all’azione amministrativa. L’azione amministrativa anche a seguito dello spoils system, ha perso completamente autonomia, è risultata del tutto schiacciata dalla politica e subordinata alla stessa politica. Tutto ciò ha fatto sì che in tanti settori della vita pubblica, non si pensasse più tanto al buon andamento, non si pensasse più tanto a ciò che è giusto, imparziale, a ciò che è legittimo e rispettoso delle norme comprese quelle naturali, ma si pensasse solamente orientati dalla bussola del consenso, con conseguente allontanamento di tutte quelle tematiche che sono antitetiche al gradimento.

Prendiamo a esempio in considerazione le carceri, qui per giustificare un disastro del genere, con condizioni di vita infernali negli istituti e con tutti questi suicidi che attualmente si susseguono di giorno in giorno, sarebbe necessario trovarsi dinanzi ad un tessuto normativo che prescriva una pena crudele, molto distante dal senso di umanità, oppure trovarsi dinanzi ad un vuoto normativo, ad un vero e proprio deserto, quando, invece, qui le norme ci sono eccome e risultano essere oltretutto pienamente in linea con il predetto senso di umanità. C’è addirittura la nostra Costituzione con l’art. 27, c’è sempre la nostra Costituzione con l’art. 2, ci sono poi le leggi, i regolamenti, materiali provenienti dall’Europa, la giurisprudenza. Allora è chiaro che per quanto ci sia la necessità di molteplici correttivi, già sussiste un corpo forte di norme in grado di contrastare l’attuale inciviltà dei penitenziari, è, quindi, chiaro che non si tratta semplicemente di riformare le carceri, ed è, quindi, chiaro che per ottenere una riforma delle carceri, per ottenere un cambiamento, bisognerebbe preliminarmente agire sulla politica ed in particolare sulle criticità sopra descritte.”

Lo ha dichiarato in una nota l’avvocato romano Giuseppe Maria Meloni, portavoce di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.