
di Andrea Filloramo
Siamo tutti convinti che Papa Leone XIV deve gestire una transizione epocale: ovvero, passare dalla Chiesa del post-Concilio a una Chiesa post-cristiana. Il suo difficile compito, pertanto, non è solo quello di riformare l’istituzione ecclesiastica, ma di offrire una visione unificante in mezzo a forze centrifughe potentissime.
La Chiesa che si professa una, santa, cattolica, che il nuovo Papa governa, è in realtà divisa tra riformisti e conservatori, con vescovi, teologi e laici spaccati su temi come, per esempio, la morale sessuale, il ruolo nella Chiesa delle donne, delle quali sono molte quelle che chiedono accesso a ruoli di leadership e alle cattedre teologiche, nonché l’accesso al diaconato.
I Sinodi continentali (es. Germania, Amazzonia, Africa) spingono verso autonomie dottrinali e pastorali e mettono così in crisi l’unità cattolica universale.
Il rischio reale che la Chiesa Cattolica corre è quello di una “federazione di chiese locali”, ognuna con proprie prassi dottrinali e pastorali.
Dinnanzi a questo rischio già Papa Francesco aveva insistito su una “sinodalità in comunione con Pietro”, cioè sulla possibilità di dialogare e differenziarsi senza rompere l’unità gerarchica e dottrinale.
Tuttavia, la tensione è rimasta alta: la sinodalità è un processo in divenire e alcune autonomie richieste possono effettivamente mettere in crisi la cattolicità, se non bilanciate da una visione ecclesiale comune.
Si rinnova il dibattito accademico e pastorale sulla sessualità umana, che è uno dei temi più vivaci e controversi all’interno del mondo ecclesiale. Si tratta di un confronto che coinvolge teologi, vescovi, religiosi, laici e movimenti ecclesiali, e che riflette uno scontro tra l’eredità della dottrina tradizionale e le nuove sensibilità culturali, pastorali e scientifiche. Si continua, perciò. a chiedere con maggiore insistenza la revisione della dottrina su omosessualità, su convivenze, e sui divorziati risposati. Su questi temi cresce sempre di più la pressione per un linguaggio più inclusivo e una prassi più pastorale.
In Occidente non si ferma la crisi inarrestabile delle vocazioni per cui molte diocesi sono ancora costrette a unire parrocchie, vendere immobili e ridurre la presenza sul territorio.
Gli abusi sessuali clericali emergono ancora in nuove inchieste. E’ indubbio che gli abusi rappresentino una ferita ancora aperta nella Chiesa cattolica e segnalano quanto il problema sia strutturale, profondo e ancora lontano dall’essere del tutto affrontato.
Si invoca ancora una gestione trasparente e responsabile della Curia romana, che continua ad avere un apparato complesso e difficile ad essere governato.
Molte sono le difficoltà del rapporto con la Cina, dove la Chiesa vive sotto sorveglianza.
Continuano le guerre e le crisi umanitarie (Ucraina, Medio Oriente, Africa) in cui la diplomazia vaticana è chiamata ad agire per cercare in tutti i modi di evitare un conflitto mondiale.
Da tutto ciò appare chiaro che nella Chiesa l’incertezza sia grande e conseguentemente il cattolico medio si trova smarrito. Le verità un tempo scolpite nella pietra oggi sembrano scritte a matita.
Il risultato è un sentimento diffuso di confusione, talvolta di rassegnazione. Il rischio più grande non è la perdita della fede, ma l’assuefazione all’ambiguità. Quando tutto diventa opinabile, anche l’insegnamento evangelico rischia di svuotarsi.
Papa Leone XIV, da poco al timone di una barca già instabile, mostra una volontà riformatrice, ma ancora non può imprimere una rotta chiara.
Le sue dichiarazioni sulle periferie, sul ruolo delle donne e sul recupero della corporeità nella vita cristiana aprono scenari senz’altro nuovi, ma solo ovviamente ancora sul piano simbolico, e non normativo.
Mentre alcuni vedono in lui un pontefice profetico, altri iniziano a chiedersi se il suo pontificato saprà davvero ricucire le fratture o ne renderà più visibili le crepe.
Il paradosso è che la stessa istituzione che per secoli ha fatto della certezza dogmatica il proprio marchio distintivo, oggi si presenta come un laboratorio di ipotesi fluide.
È un tempo di fermento, forse persino necessario. Ma ogni fermentazione ha bisogno di un contenitore solido o rischia di esplodere.
In attesa che Papa Leone XIV definisca una linea chiara, resta solo da prendere atto che la fede cattolica si muove in un terreno instabile e che, volenti o nolenti, superata l’euforia dell’elezione del Papa, dobbiamo convincerci che, nella Chiesa, l’incertezza ancora e chi sa per quanto tempo resterà sovrana.