Papa Francesco lavora per una Chiesa piena di vita!

di ANDREA FILLORAMO

Il Papa ha annunciato che terrà il 29 novembre un Concistoro per la nomina di tredici nuovi Cardinali, con i quali allargherà il Collegio Cardinalizio, inserendo delle personalità rappresentanti di tutti i continenti, che rispecchieranno le sue posizioni, che diventeranno, perciò, una percentuale sempre più ampia del totale degli elettori in quello che sarà il conclave che eleggerà il suo successore.

Prima di fare l’elenco dei neo-cardinali, occorre fare una considerazione: Papa Bergoglio, con la scelta dei nuovi porporati dimostra ancora una volta, al di là delle opposizioni interne che cercano in tutti i modi di interrompere la sua rivoluzione in atto, di credere fortemente alle sue scelte pastorali e, quindi, le ripropone anche per il futuro.

Chiare, quindi, sono le sue intenzioni e i suoi desideri: il prossimo papa, chiunque egli sarà, dovrà necessariamente continuare il cammino nell’impegno di rinnovare profondamente la Chiesa e di servire i più poveri ed emarginati.

Giustamente qualcuno può ritenere, da cattolico, che le logiche ecclesiastiche, anche se papali, non devono influenzare il Conclave, perché è lo Spirito Santo, in fin dei conti, a guidare la scelta dei cardinali riuniti in assemblea.

A tal proposito non possiamo non citare Joseph Ratzinger, prima di essere papa, che ha dichiarato quanto segue:

Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto“.

Non credo che possiamo restare indifferenti o distaccati da questa spiegazione che ha dato quello che poi è diventato Benedetto XVI. Andiamo, quindi a vedere chi sono questi nuovi cardinali.

Sei dei Cardinali scelti da Papa Francesco, sono italiani, che raggiungono il numero di 22, che è ancora la componente più numerosa del Sacro Collegio, dopo di cui c’è quella statunitense con 9 rappresentanti.

Dei nuovi cardinali italiani dice Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Conosco ciascuno di loro e sono certo che sapranno vivere questa nuova responsabilità con intensità e umiltà. Il cardinalato, come ci ricorda il Santo Padre, non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio”.

Il 29 novembre, quindi, saranno cardinali:

Marcello Semeraro che il 15 ottobre u.s. è stato nominato prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ed è succeduto al cardinale Angelo Becciu, associato allo scandalo dell’acquisto di un immobile di lusso da 200 milioni di euro a Londra.

Paolo Lojudice, romano di Torre Maura, già parroco di una borgata romana, Tor Bella Monaca, poi vescovo ausiliare della zona sud di Roma e di Ostia, infine arcivescovo di Siena.  Ha sempre avuto il coraggio di mettersi dalla parte degli ultimi, in modo discreto ma anche molto concreto: le famiglie in difficoltà, le ragazze schiave della prostituzione, i rom difesi dallo sgombero dei loro campi di periferia, il disagio meno lacerante, ma sempre presente, di Siena.

Mauro Gambetti, 55 anni, dei Frati Minori Conventuali, Custode generale del Sacro Convento di Assisi, Papa Francesco l’aveva incontrato poche settimane fa per la firma di “Fratelli Tutti” (“mi ha fatto uno scherzo da Papa”, ha commentato Gambetti).

Silvano M. Tomasi, nunzio apostolico, a lungo osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra, che si è occupato del fronte dei diritti umani e inevitabilmente anche del tema dei migranti.

Raniero Cantalamessa., cappuccino, predicatore della Casa Pontificia.

Enrico Feroci, parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva e a lungo direttore della Caritas di Roma.

Nella nomina dei cardinali il papa guarda ancora alle periferie del mondo.

I nuovi porporati oltre quelli italiani, infatti, provengono da Paesi ampiamente sottorappresentati in passato, tra questi alcuni per niente rappresentati, come Cile, Messico, Filippine, Ruanda o Brunei.

Questi sono, in successione:

Mario Grech, Maltese, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi;

Celestino Aós Braco, Arcivescovo di Santiago del Cile e frate cappuccino, chiamato a rinnovare la chiesa locale dopo il duro scandalo della pedofilia degli ultimi anni;

Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas, in Messico;

José Advincula, arcivescovo di Capiz, nelle Filippine;

Antoine Kambanda, arcivescovo di Kigali, in Ruanda, sopravvissuto al genocidio del 1994 dove tutta la sua famiglia, eccetto suo fratello che vive in Italia, perse la vita;

Cornelius Sim, vescovo titolare di Puzia di Numidia e vicario apostolico di Brunei, Kuala Lumpur.

Wilton Daniel Gregory, 72enne, arcivescovo di Washington pubblicamente situato nel fronte opposto al presidente Donald Trump, all’interno di un episcopato, quello statunitense, fortemente segnato dalle divisioni interne.

Il neo-cardinale Gregory è inoltre anche il primo cardinale afroamericano della storia. Ricordiamo che Gregory aveva criticato pubblicamente la foto fatta scattare dal presidente Trump davanti alla statua di Giovanni Paolo II, nel Santuario nazionale di Washington, subito dopo i giorni della dura repressione della polizia americana contro le proteste e aveva detto con parole di fuoco: “Trovo sconcertante e riprovevole che qualsiasi istituzione cattolica accetti di essere manipolata e che di essa si faccia cattivo uso in maniera da violare i nostri principi religiosi, che invece ci chiamano a difendere i diritti di tutte le persone, anche di quelle con le quali possiamo non essere d’accordo”.

Il numero degli elettori, dopo questa scelta del Papa, è di 129, ben 9 porporati oltre il limite di 120 che era stato fissato da Paolo VI e Giovanni Paolo II (8 se si conta che a novembre compirà ottant’anni l’arcivescovo emerito di Washington Donald W. Wuerl, e che tornerà sotto la soglia nel momento in cui, entro un anno e mezzo, altri 8 cardinali supereranno il limite di età), su 232 totali.

Il Papa ha concluso l’annuncio delle nomine dei cardinali dicendo: “Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, confermando la loro adesione a Cristo, mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma, per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio”.