Opus Dei, tutte le molestie sono gravi e vergognose

Tale fenomeno ha investito come un uragano anche l’Opus Dei, la prelatura fondata da Josemaria Escrivá de Balaguer, che Giovanni Paolo II ha voluto che fosse canonizzato contro il parere di tanti.

 

di ANDREA FILLORAMO

Lo scandalo delle molestie sessuali del clero investe tutte le istituzioni cattoliche, buona parte delle diocesi, delle congregazioni religiose, dei seminari, dei conventi e si presenta quindi come un fenomeno così esteso che non lascia spazio all’immaginazione.
Tale fenomeno ha investito come un uragano anche l’Opus Dei, la prelatura fondata da Josemaria Escrivá de Balaguer, che Giovanni Paolo II ha voluto che fosse canonizzato contro il parere di tanti.
La Prelatura è stata obbligata a pagare quasi un milione di dollari per chiudere un’azione legale contro il reverendo John McCloskey, prete ben noto e celebre negli Stati Uniti anche per aver convertito al cattolicesimo esponenti di primo piano del mondo conservatore Usa.
Il patteggiamento di 977 mila dollari è stato pagato, dopo che una l’aveva accusato di comportamenti indecenti.
La donna risarcita non è, però, la sola che negli anni avrebbe accusato McCloskey di molestie, vi sono ancora altri due casi, uno dei quali molto “grave”.
“Tutte le molestie sono gravi e vergognose e mi dispiace profondamente che l’Opus Dei abbia contribuito a quello che sta soffrendo la Chiesa”, ha detto Bohlin Vicario della prelatura.
Dopo aver lasciato Washington in seguito alle accuse, McCloskey fu inviato in Gran Bretagna, poi in California e a Chicago. Più di recente il prete è tornato nell’area di Washington, dove risiede la famiglia. Per le sue cattive condizioni di salute, ha bisogno di aiuto nelle attività quotidiane e non è più in grado di celebrare la messa, neanche in privato.
Da osservare che negli USA, ogni causa relativa ad abusi sessuali prevede il risarcimento delle vittime con molti soldi nel corso degli anni.
Il caso che più suscitò l’attenzione popolare e mediatica fu quello in cui le diocesi dovettero pagare 166 milioni di dollari nel 2011 per far fronte alle numerose accuse di molestie a sfondo sessuale (si parla di ben 500 episodi) accadute solamente nello stato dell’Oregon.
La faccenda che vede coinvolti preti che non esitano davanti alle loro potenziali prede per mettere in atto le loro perversioni sessuali non si è ancora conclusa.
Certamente la recente Assise dei presidenti delle Conferenze Episcopali che ha trattato il tema delle molestie sessuali dei preti, per Papa Francesco che l’ha voluto è stato un successo, anche se ancora rimangono dei nodi che tendono purtroppo a ingarbugliarsi.
Fra questi il silenzio su una serie di problemi prettamente ecclesiali, nell’affrontare accuse come quelle di pedofilia rivolte ai chierici e ancora l’inviolabilità del segreto confessionale e la differenza tra peccato e reato e quello che si attivi una nuova “caccia alle streghe”, anche se il Papa ha avvertito che non bisogna cedere al giustizialismo, ma il pericolo che le accuse di abusi e insabbiamento siano usate come armi improprie c’è.
La Chiesa ha conosciuto l’ultima caccia alle streghe interna all’inizio del ‘900, con la crociata contro il modernismo promossa da Pio X, esperienza con eccessi da non ripetere, anche se sotto fortissime pressioni esterne.
Diciamolo con chiarezza: al di là dei facili assalti mediatici costruiti attorno alla vicende dolorose degli abusi sessuali dei preti occorre ascoltare quanti, cattolici e non cattolici, stanno per studiare o hanno già studiato, il fenomeno degli abusi sessuali che non è assolutamente nuovo.
Cito quanto, a tal proposito, dice in un’intervista Piergiorgio Rauzi, docente di sociologia della conoscenza presso la facoltà di sociologia di Trento ed ex sacerdote: “Ritengo che anche tra i fedeli possa prendere corpo l’idea di aiutare la Chiesa gerarchica ad affrontare la sessualità finalmente non più come un tabù. A condizione che si esca dalla logica della ragion di Stato, per cui certe cose vengono sempre messe a tacere, limitandosi a spostare il responsabile, considerato finora come peccatore – e quindi come tale assolvibile, in virtù del perdono divino – anziché come autore di un reato, e probabilmente come persona malata. Purtroppo la logica prevalente nell’affrontare certe situazioni è stata di solito quella della ragione di Stato, dell’esigenza di evitare gli scandali per non indebolire il potere e non intaccare il prestigio dell’istituzione. Ma ritengo che la gente normale sia in grado di avere un occhio di attenta benevolenza verso la patologia, nel momento in cui come tale viene affrontata e il responsabile non viene più privilegiato nei confronti della vittima”.