Maria Maddalena, una Santa contemporanea

Venerdì 25 novembre – In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Brigitte Aubignac sarà ospite della Galleria Gliacrobati per il dialogo “Maddalena: la preferita dai pittori, il destino di una donna”…

Torino Prosegue fino a sabato 21 gennaio 2023 presso la Galleria Gliacrobati di Torino (via Ornato 4), l’esposizione MADDALENA di Brigitte Aubignac, a cura di Dominique Stella, un’epopea pittorica che l’artista francese dedica alla vita della Santa indagandone il lato passionale, fragile, sovversivo e profondamente umano, inaugurata lo scorso giovedì 20 ottobre.

Tre cicli pittorici, L’Abri Tranquille (Il Rifugio Tranquillo, 1990-1996), Au Sanctuaire (Al Santuario, 1997-2000) e Après les larmes (Dopo le lacrime, 1999-2002) realizzati in più di dieci anni, tra il 1990 e il 2002, ognuno rivolto a un diverso capitolo della vita di Maria Maddalena, che la pittrice frammenta in tre atti. Un racconto visivo che si compone di immagini in stretta successione, una sorta di via crucis lungo la quale Aubignac accompagna lo spettatore a osservare, attraverso più di 40 tele, un’esistenza straordinaria che ha infiniti punti di contatto con la vita di donne e uomini di tutti i tempi.

Venerdì 25 novembre alle ore 18.00, nel contesto della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Brigitte Aubignac sarà ospite della Galleria per un dialogo con il filosofo Guido Bovino e la curatrice Dominique Stella sul tema: “Maddalena: la preferita dai pittori, il destino di una donna”, a cui seguirà l’esibizione di Cecilia Salmè al violoncello e Nadia Bertuglia al violino. L’incontro sarà anche occasione per presentare il catalogo della mostra.

 

La storia della Mistica è molto più di una biografia religiosa, è un’epica di rivelazione, pentimento, di forza e di coraggio ma soprattutto di amoreLa Maddalena è l’Amore con la A maiuscola – sostiene Brigitte Aubignac – è moderna, si è data all’Amore prima di ogni altra cosa. E per questo è stata capace di sconvolgere e infiammare l’immaginario di numerosi artisti e scrittori passati e presenti, da Rubens a Petrarca, da Van Dyck a Marguerite Yourcenar. Simbolo di devozione e sapienza – come prescelta da Gesù – ma anche di peccato e spudoratezza – per i suoi trascorsi da cortigiana e l’attitudine reazionaria -, Maria Maddalena è la seconda donna di spicco nella Bibbia, e in assoluto la più contemporanea.

 

Una folgorazione, quella di Aubignac per la Maddalena, che si è scatenata nel 1990 in seguito a una visita alla Chiesa della Santa Trinità di Firenze, sede della scultura lignea di Desiderio da Settignano e Benedetto da Maiano, che ritrae la Santa in un corpo anziano, straziato dal tempo, un incontro che la pittrice ha definito scioccante e che ha stravolto il suo sguardo artistico negli anni a seguire. Caratteristica del ciclo tematico su Maria Maddalena è l’atmosfera enigmatica e inquietante, in penombra, valorizzata dalla tecnica pittorica propria dell’artista in semi-tinte e chiaroscuro, in cui prevale una tonalità verde e in cui i personaggi sono tratteggiati come schizzi. Emerge così dai quadri una realtà elementare, immediata: attraverso la storia di Maddalena, Aubignac ci consegna un messaggio universale, un inno alla vita.

 

A partire dal 1990, Brigitte Aubignac si dedica alla produzione di L’Abri Tranquille, collezione di dodici oli su tela sui quali imprime il racconto secondo cui Maria Maddalena, testimone privilegiata della Passione e Resurrezione di Cristo, sfugge alle persecuzioni di Erode per mezzo di una zattera di fortuna e approda in Provenza, dove vive oltre trent’anni di solitudine nella grotta di Sainte-Baume. L’artista si dedica poi alle sedici tele (18×23 cm) che compongono il ciclo Au Sanctuaire, frutto della lettura di un testo di Grégoire de Tours, nel quale è citata la presenza di un sepolcro di Maria Maddalena nell’antica città di Efeso, in Turchia, “senza tetto sopra di lei”. Una suggestione che scatena in Brigitte Aubignac l’urgenza di costruirle un nido, un santuario in cui poterle rendere grazie, e che presentato nel 2005 nella Galleria Xin Dong Cheng – Tempio dell’Intelligenza di Pechino, le è valso la censura del governo cinese. Conclude la trilogia Après les larmes, serie di quindici dittici (28×18 cm) che ritraggono donne e uomini comuni impegnati nell’intimità del quotidiano. Ciascuna scena è sviluppata in due tempi (per esempio, un personaggio sogna e l’oggetto del suo sogno si proietta sul secondo pannello del dittico in cui si materializza il suo pensiero) e nasconde un codice, una frase, che si rivela dall’accostamento dei titoli delle singole tavole, offrendone la chiave di lettura. Un tributo alla lezione di umiltà impartita da Maria Maddalena, che esorta ad abbandonare il superfluo per riscoprire la superiorità delle cose semplici. Valori filosofici piuttosto che religiosi.

 

L’esposizione è sostenuta dal portale Psicoanalisi e Sociale, un contributo finalizzato a riscoprire la donna prima dell’asceta, a esplorare l’ambiguità con la quale è stata raccontata nel corso dei secoli attraverso lo sguardo maschile: privata del diritto al desiderio e a un corpo capace di sentire, Maria Maddalena è stata elevata ad apostola dopo che la sua sessualità è stata “santificata”.