Madonna a Medjugorje. Verità & Leggende

di ANDREA FILLORAMO

Rispondo a quanti, leggendomi, da tempo mi “rimproverano” di non credere alle apparizioni della Madonna a Medjugorje.

 

Ognuno è libero di ritenere e credere quello che vuole. I problemi sorgono quando si pretende di spacciare le proprie credenze per verità oggettive, dimostrabili. Dimostrare qualcosa è un processo spesso estremamente complesso anche per fatti semplici, figuriamoci quando si parla di presunte apparizioni di Maria, la madre di Gesù, che, nel caso di Medjugorje, qualcuno l’ha fatta diventare, costruendo una grande “bufala” che resiste negli anni, una bizzarra “postina”, che “ogni giorno suona alla porta (dei presunti veggenti) per consegnare loro messaggi ripetitivi, talvolta anche banali o apocalittici e segreti, mai rivelati”.

Così l’ha definita Papa Francesco.  Da questa definizione si evince che il Papa non crede affatto alle apparizioni della Madonna a Medjugorje, ma, tuttavia, ritiene l’afflusso di tanti ignari pellegrini nella cittadina bosniaca un “fenomeno religioso”, di cui egli non può non tenere conto. Intanto, i presunti veggenti, in virtù di queste presunte apparizioni, non vivono, come viveva Lucia delle apparizioni di Fatima nel silenzio di un convento e nella contemplazione, ma nel benessere, cioè in condizioni di prosperità, garantita da un ottimo livello di vita che li distanzia da quanti vivono ancora in povertà in quel che è stata l’ex Iugoslavia alla quale appartiene Medjugorje.  Ivan, presunto veggente, per esempio, ha sposato una ricca americana e con i soldi della moglie che si è convertita al cattolicesimo, è diventato proprietario di un hotel negli Stati Uniti dove vive, da dove organizza i pellegrinaggi degli americani del Nord e del Sud, nella città bosniaca, dove ogni anno ritorna e realizza, cosi, il suo personale business.

Cinque dei presunti veggenti sono attualmente titolari di alberghi dove alloggiano i pellegrini. Il caso più clamoroso è costituito dal “Magnificat”, albergo gestito dalla veggente Marija Pavlovic e inaugurato nel 2012, una grande struttura da 120 posti letto (fonte: cicap). Enorme, quindi, è il movimento turistico-religioso a Medjugorje, di cui usufruiscono i cosiddetti veggenti, tant’è che a luglio di ogni anno c’è già il tutto esaurito e tantissimi giovani che la prima settimana di agosto vogliono partecipare al Mladifest (festa dei giovani) sono costretti o a rinunciare o a sistemarsi anche molto lontano, sulle coste dalmate. Tanti, quindi, sono gli alberghi che, anche in questo periodo di crisi globale, sorgono dovunque per alloggiare i pellegrini.

A Medjugorje, dicono quelli che ci sono stati, non si vedono scuole, biblioteche, uffici comunali, parchi, cinema, teatri, bambini del posto. In compenso, ci sono però: alberghi ad ogni angolo; c’è persino una Spa di lusso (con idromassaggio, sauna, bagno turco e trattamenti di bellezza). Ancora si possono vedere: B&B, pensioni, ostelli. Chiunque ha in casa una stanza in più sicuramente la affitta a uno delle centinaia (migliaia?) di pellegrini che arrivano ogni giorno sui pullman da tutto il mondo.

Certamente tutto ciò non può essere gradito all’ “umile” e “povera” fanciulla di Nazareth, il cui Figlio diceva di non sapere “dove poggiare il capo”. Molto spesso- diciamolo pure – sono i preti e, in particolare, sono i parroci, che incentivano questo sacro “traffico”, mi si perdoni di dire: “questo vergognoso traffico” di tanti ignari pellegrini, che vogliono esprimere il culto a Maria. Alcuni di questi preti, forse, non riescono a trovare altri mezzi pastorali per tenere vicini alla Chiesa i loro fedeli e, quindi, con l’interessata e “generosa” collaborazione di alcune da loro scelte Agenzie di Viaggio, organizzano pellegrinaggi, utilizzano il denaro dei poveri, raccolto dagli stessi poveri, a “spiccioli” e a “centesimi” per prendere parte ad uno dei tanti viaggi della speranza per ottenere, illudendosi, una grazia o un miracolo.

E’ bene affermare, per evitare fraintendimenti interpretativi, che la devozione mariana non è un mito cattolico, ma si origina dalla testimonianza degli apostoli, cioè di coloro che hanno conosciuto la madre di Gesù ed hanno assistito alla sua vicenda ma non ritengo accettabile, anzi ritengo assurda l’idea che la Madonna appaia a ogni piè sospinto, che pianga, addirittura in alcuni luoghi con lacrime di sangue. Questa idea appartiene ai miti mariani moderni, patrimonio dei “creduloni”, cioè di quei cattolici – e sono purtroppo tanti – che, per troppa ingenuità, sono pronti a credere a tutto quello che altri dicono o vantano o promettono nel nome di Maria.

Il culto alla Madonna non può diventare l’esca degli speculatori, che trasformano lo stesso culto e la stessa religione in qualcosa di materiale, e così, interferiscono direttamente con la chiarezza della fede, e fanno apparire indirettamente la religione come una funzione del mondo degli affari, lo stesso mondo con il quale essa dovrebbe essere eternamente in contrasto. Dovrebbe essere interesse, oltretutto dei cattolici e particolarmente dei sacerdoti, sfatare l’idea molto comune in ambiti non cattolici  che il cattolicesimo sia caratterizzato da un sottile quanto robusto filo conduttore: la frode, che una volta trovava spazio nella vendita delle reliquie e delle indulgenze e oggi troverebbe spazio nei pellegrinaggi, che sarebbe un autentico mare magnum di truffe, alimentato dai milioni di pellegrini che giornalmente affollano le “sedi centrali” della credulità come Roma, Santiago de Compostela, San Giovanni Rotondo, Lourdes, Fatima ecc.

Il cattolicesimo è tutt’altra cosa se vissuto senza le superstizioni, cioè senza quelle credenze e pratiche che, se osserviamo bene, appartenevano alle società antiche, cioè a quelle legate ai culti pagani e oggi, purtroppo, presenti ancora, in ambiti culturalmente arretrati, fondati su presupposti sostanzialmente magici.