L’Opzione Benedetto. Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano

Può un libro dare delle risposte che in certi momenti storici tutti attendono. Non penso di esagerare ma il testo di Rod Dreher, «L’Opzione Benedetto. Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano», San Paolo (2018) ne dà tante di risposte soprattutto ai credenti, a quei cristiani che intendono vivere la propria fede senza compromessi.

 

Il libro di Dreher ha suscitato discussioni e dibattiti, è diventato ben presto un vero e proprio manifesto sia del conservatorismo che delle prospettive future del cristianesimo. L’autore è un giornalista americano, nato e cresciuto metodista, poi divenuto cattolico, quindi approdato alle chiese ortodosse.

La tesi di fondo del libro è la seguente: in un mondo come il nostro molto simile a quello che vide la fine dell’Impero Romano con l’arrivo dei barbari, è necessario fare come Benedetto da Norcia, separarsi dall’Impero per poter ritrovare le proprie origini, radici e identità. Anche se l’autore non auspica per niente una separazione dal mondo, bensì uno stare nel mondo, senza però farsi condizionare.

«Ho scritto ‘L’Opzione Benedetto’ per svegliare la Chiesa e per incoraggiarla ad agire per rafforzarsi, finchè c’è ancora tempo. Se vogliamo sopravvivere – scrive Dreher- dobbiamo tornare alla radice della nostra fede, tento nel pensiero quanto nell’azione. Dovremo riapprendere abitudini del cuore dimenticate dai credenti in Occidente. Dovremo cambiare la nostra vita e il nostro approccio alla vita in modo radicale e su più fronti».

Sostanzialmente dovremo essere la Chiesa, senza compromessi, costi quel che costi. Il libro di Dreher non è una agenda politica, non è un vademecum spirituale, è un libro pieno di esperienze utili, di famiglie, di studenti universitari, per vivere insieme con gioia il vero cristianesimo per andare contro la cultura dominante della nostra epoca. E’ tempo di agire, non si può aspettare, attendiamo un nuovo san Benedetto anche se diverso.

Il testo cita il  papa emerito Benedetto XVI che  «preconizza un mondo in cui la Chiesa esisterà in piccole cerchie di credenti impegnati che vivono la fede, e che dovranno in un certo modo essere tagliati fuori dalla società di massa, preferendo attenersi alla verità».

Dreher nelle pagine del libro fa riferimento alle forti testimonianze dei monaci di Norcia, che certamente aiutano tutti noi singolarmente, ma anche le nostre famiglie, le chiese, le nostre comunità.

Nella prima parte il volume approfondisce le radici filosofiche e teologiche che hanno portato alla frammentazione della nostra società. Nello stesso tempo definisce le virtù cristiane presenti nella Regola di san Benedetto, risalente al VI secolo, un manuale monastico che ha preservato la cultura cristiana nel corso dei cosiddetti secoli bui e pertanto possono aiutare oggi tutti i credenti.

Nella seconda parte il testo esplora lo stile di vita cristiano che è presente nella Regola e che può essere adattato alla vita dei laici cristiani moderni di tutte le chiese e confessioni. La Regola di san Benedetto, sembrerà paradossale, ma secondo Dreher, dà soluzioni sul modo di porsi di fronte alla politica, alla fede, alla comunità, all’istruzione e al lavoro.

Infine il libro dà ottimi suggerimenti ad agire e pensare in modo radicale di fronte a due fenomeni molto potenti che stanno polverizzando i fondamenti della Chiesa nella vita contemporanea: il sesso e la tecnologia.

L’autore di L’Opzione Benedetto è convinto che stiamo vivendo un tempo di grandi decisioni. Le scelte che faremo oggi avranno delle gravi conseguenze per il nostro futuro, per i nostri discendenti, per la nostra nazione, per la nostra civiltà. «Gesù Cristo ha promesso che le porte dell’inferno non avrebbero prevalso contro la Sua Chiesa, ma non ha promesso che l’inferno non avrebbe prevalso contro la Sua Chiesa in Occidente». Per il giornalista americano, dipende da noi e dalle scelte che compiamo e chissà se il Benedetto nuovo che Dio sta chiamando per rafforzare la Chiesa sei…tu.

Dunque il nostro mondo occidentale sta assistendo a una Grande Alluvione sopraggiunta dopo 1500 anni. Nel 2012, l’allora pontefice Benedetto XVI disse che «la crisi spirituale che sta colpendo l’Occidente è la più grave dalla caduta dell’Impero Romano, occorsa verso la fine del V secolo. La luce del cristianesimo sta spegnendosi in tutto l’Occidente. Alcuni nostri contemporanei potrebbero arrivare ad assistere all’effettiva morte del cristianesimo in seno alla nostra società».

Il giornalista precisa però che questa eventualità potrebbe essere la fine di un mondo, ma non  la fine del mondo. Nessuno potrebbe negare questo fatto. Sostanzialmente sta finendo un certo tipo di Cristianità, quella europea occidentale.

«Oggi possiamo vedere che abbiamo perso su tutti i fronti, e che le rapide e inarrestabili correnti del secolarismo hanno sbaragliato le nostre deboli barriere». Il nichilismo laico ha vinto. Nel 2005 due sociologi americani esaminando la vita religiosa e spirituale degli adolescenti americani, hanno scoperto che nella maggior parte dei casi i teenager aderivano a un miscuglio pseudoreligioso che i ricercatori designavano come Deismo Moralistico Terapeutico (DMT/MTD).

Questo ideale religioso secondo i due sociologi sta «colonizzando le Chiese cristiane, distruggendo il cristianesimo biblico dall’interno, sostituendolo con uno pseudocristianesimo che è ‘legato soltanto in modo tenue all’autentica tradizione cristiana storica’». Ma il DMT o l’MDT non è solo la religione dei teenager, ma anche degli adulti.

In “Dopo le virtù”, il filosofo Alasdair MacIntyre, paragonava l’attuale momento culturale alla caduta dell’Impero Romano in Occidente. Inoltre, sosteneva che l’Occidente ha abbandonato la «ragione e la tradizione delle virtù, consegnandosi al relativismo che sta dilagando nel mondo di oggi». Mi sembra di leggere Roberto Marchesini, nel suo ultimo libro pubblicato da Sugarco, “Le Virtù”.

Quindi anche per MacIntyre oggi viviamo in una società “dopo la virtù”: una società che non solo non va d’accordo con una fede, ma dubita che la virtù esista. «In una società post-virtuosa, gli individui detengono la massima libertà di pensiero e d’azione, e la società stessa diventa ‘un assembramento di estranei, ciascuno che persegue i propri interessi sottoposto a vincoli minimi’».

In pratica si raggiunge questo genere di società quando si abbandonano le norme morali oggettive, quando si rifiuta qualsiasi narrazione religiosa e culturale, quando si rifiuta la memoria del passato. E’ uno stato mentale molto simile a quello barbarico. I barbari non sono soltanto quelli che distruggono senza cura strutture e istituzioni, ma quelli che non «conoscono né hanno minimamente a cuore ciò che stanno annientando». Pertanto per Dreher, «In base a tale standard, nonostante la nostra ricchezza e sofisticatezza tecnologica, nell’Occidente moderno, anche se non lo riconosciamo, stiamo vivendo sotto il dominio dei barbari. I nostri barbari – precisa Dreher – hanno barattato le pelli animali e le lance del passato in cambio di vestiti firmati e telefoni cellulari».

Per MacIntyre, i cristiani in questo mondo, «assediati dalle tumultuose onde alluvionali della modernità, attendono qualcuno come Benedetto, che costruisca arche capaci di trasportare loro e la fede viva attraverso la crisi – un’età oscura che potrebbe durare secoli». Nel libro di Dreher si incontrano uomini e donne che vivono in campagna, ma anche in città, sono i Benedetti di oggi. Questi riconoscono una verità impopolare: la politica non ci salverà.

Nel 2° capitolo (Le radici della crisi), Dreher affronta il processo che ha frammentato il nostro Occidente. Come è avvenuta la perdita della religione cristiana. E qui elenca almeno cinque fatti accaduti nell’arco di sette secoli. Fatti che hanno minato la civiltà occidentale e l’hanno spogliata della sua fede ancestrale.

Il nominalismo (XIV secolo), il protestantesimo e le sue ramificazioni (XVI secolo), l’illuminismo (XVIII secolo, detto giustamente il principio della “nuova Età Oscura”), l’avvento del capitalismo (XIX secolo) e la Rivoluzione Sessuale del ’68 (XX secolo). E’ uno schema che probabilmente assomiglia molto a quello che ha ben sviluppato il pensatore cattolico brasiliano Plinio Correa de Oliveira, nel suo mirabile testo, Rivoluzione e Controrivoluzione. E’ importante per Dreher, «afferrare questo quadro, per quanto incompleto e ipersemplificato, per capire perché l’umile stile benedettino sia una forza potente contro le correnti dissolutrici della modernità».

Dreher delinea le caratteristiche della società medievale, che non era un’utopia cristiana. «La Chiesa – scrive Dreher – era spettacolarmente corrotta, e l’esercizio violento del potere (talvolta da parte della Chiesa stessa) sembrava dominare il mondo». Nonostante questo come scrive C.S. Lewis, il “modello” medievale, era che «tutto ciò che esisteva era connesso a ogni altra cosa attraverso il loro rapporto con Dio. Il nostro rapporto con il mondo è mediato tramite Dio, e il nostro rapporto con Dio è mediato tramite il mondo».

Praticamente per i medievali, osservare il «cosmos era come guardare un grande edificio – forse come la cattedrale di Chartres – strabiliante nella sua grandezza, ma appagante nella sua armonia». Non sto qua a descrivere i vari passaggi, come fa straordinariamente Dreher, che hanno portato alla dissoluzione di questa visione del mondo, vi lascio alla lettura del testo.

E’ un lungo viaggio che percorre il nostro Occidente a partire dal XIV secolo fino al XX secolo, per arrivare alla maledetta selva di atomizzazione, frammentazione e incredulità. «Un lungo viaggio da un mondo medievale sconquassato dalla sofferenza, ma gravido di senso, ci ha consegnato a un luogo di immaginabile comodità, ma svuotato di significato e di legami. L’Occidente – scrive Dreher – ha perduto il filo d’oro che ci lega a Dio, al Creato e l’uno all’altro».

I cristiani conoscono una Luce che nessuna oscurità può inghiottire o vincere. E’ quella di Gesù Cristo, «la Luce che ha illuminato i monasteri medievali e tutti coloro che vi si radunavano intorno».

Il 3° capitolo, si auspica di un ritorno a Norcia. Non solo uno sguardo sul passato, ma soprattutto sul futuro. L’autore descrive la vita nel monastero e soprattutto dopo il grave e recente terremoto del centro Italia. I monaci di Norcia sono per lo più americani e vengono guidati dal fondatore della comunità, padre Cassiano Folson osb, bella figura di religioso del XXI secolo, ben incarnato nella tradizione e nello spirito benedettino autentico. I monaci non hanno detto no al mondo, ma anche un si, dice padre Cassiano. Un mondo occidentale che «vive oggi come se Dio non esistesse».

Dreher puntualizza alcuni concetti sulla Regola di san Benedetto che non è certamente il Vangelo, «è una strategia sperimentata per vivere il Vangelo in maniera intensamente cristiana […]un manuale di pratiche attraverso le quali i credenti possono strutturare la propria vita attorno alla preghiera, la Parola di Dio[…]». E’ una regola destinata ai monaci, ma i suoi insegnamenti sono abbastanza semplici e possono essere adottati dai cristiani laici per uso personale. «Essa fornisce una guida a una vita cristiana seria e costante, in una forma che ci ordina interiormente, riunendo ciò che è disperso nei nostri cuori e orientandolo alla preghiera».

Dreher suggerisce ai lettori la vita ordinata della Regola di san Benedetto per resistere al disordine mondo moderno, «se non disponiamo di un ordine interiore, saremo controllati dalle nostre passioni umane e dalle potenti forze esterne che hanno maggior forza nel dirigere le correnti profonde della modernità liquida».

Dreher ci tiene a precisare che «nell’Opzione Benedetto non stiamo cercando di annullare sette secoli di storia, come se un’operazione simile fosse possibile. Né stiamo tentando di salvare l’Occidente. Stiamo solamente provando a costruire uno stile di vita cristiano che si erga come un’isola di santità e di stabilità in mezzo all’alta marea della modernità liquida».

Uno stile di vita dove viene praticata tra le altre forme, l’ascesi, che dal greco, significa «allenamento». Il cristiano che pratica l’ascesi si allena a dire no ai propri desideri e si a Dio. Questa è una forma mentis completamente sparita dall’Occidente dei tempi moderni. «Siamo diventati un popolo che gravita attorno alla comodità. Ci attendiamo che la nostra religione sia comoda. La sofferenza non ha senso per noi».

Tuttavia per Dreher, «la riscoperta dell’ascesi cristiana è urgente per quei credenti che vogliono allenare il proprio cuore e il cuore dei propri figli a resistere all’edonismo e al consumismo, che sono al cuore della cultura contemporanea».

Il 4° capitolo ( Un nuovo genere di politica cristiana).

Qui Dreher sostiene che le democrazie occidentali stanno attraversando un terremoto politico: le vecchie categorie che strutturavano il pensiero e la dialettica politica sono ormai morte o moribonde. I cristiani ortodossi da che parte devono stare. «L’Opzione Benedetto chiama in campo un modo radicalmente nuovo di fare politica, un localismo con le mani in pasta, fondato sull’azione pionieristica di alcuni dissidenti del blocco dell’Europa Orientale che sfidarono il comunismo durante la Guerra Fredda». Si tratta di fare «politica antipolitica», è un termine coniato dal prigioniero politico Vaclav Havel, che rappresenta per i cristiani ortodossi la maniera migliore per non perdere la propria integrità. Ho trovato veramente singolare il riferimento di un americano, che tratta dell’inaspettata vittoria del Buon Vecchio Partito Repubblicano, all’esperienza di vita dei dissidenti cecoslovacchi.

La libertà religiosa ha un peso decisivo per l’Opzione Benedetto, senza questa libertà i cristiani non saranno in grado di costruire le istituzioni comunitarie che sono di vitale importanza per la preservazione della loro identità e dei loro valori. Dreher comunque sostiene che i cristiani preparino le proprie comunità per tempi duri. Senza allarmismi, e citando Lance Kinzer, ex legislatore, occorre che i cristiani «interiorizzino cosa davvero significhi porsi in posizione di minoranza. Cominciare a pensare in questi termini è davvero decisivo. Se non lo faremo, continueremo a operare in base a regole del gioco che hanno pochissimo a che fare con la partita che si sta effettivamente giocando».

Kinzer argomenta sull’impegno politico dei cristiani e offre suggerimenti su come comportarsi a livello locale e su quali obiettivi focalizzarsi. E se «la politica riguarda il modo in cui ordiniamo la nostra vita insieme nella polis, sia essa una città, una comunità o persino una famiglia». Ritornando ai dissidenti cechi, per Dreher, noi dobbiamo imparare molto dallo loro esperienza. La persecuzione che hanno subito i dissidenti sotto il comunismo sarà quella che subiranno i cristiani americani nel prossimo futuro. I dissidenti cechi per Dreher ci offrono «una visone potente per una politica cristiana autentica in un mondo in cui siamo una minoranza disprezzata senza potere».

Havel che predicava la “politica dell’antipolitica”, descritta da lui come «vivere nella verità, in un saggio del 1978, c’è racchiuso tutto il suo movimento di resistenza al comunismo totalitario: «Il potere dei senza potere». E’ un documento notevole, fatto oggetto di attento studio e riflessione da parte di cristiani ortodossi in Occidente oggi.

Il tentativo di vivere nella verità costa molto ai dissidenti. Perdere il proprio posto di lavoro, la posizione sociale, i propri figli non potranno essere autorizzati ad andare all’università che desiderano. La gente li prenderà in giro o li metterà al bando. Ma quando il dissidente darà testimonianza alla verità, «egli ha realizzato qualcosa di potenzialmente poderoso. Ha dichiarato che il re è nudo». E’ capitato con il verduraio, l’esempio fatto dal libro di Dreher.

Le riflessioni su Havel sono tutte da leggere e meditare. Dobbiamo tendere a una vita migliore e non a un sistema migliore. Per Havel, «La risposta è, allora, creare e sostenere ‘strutture parallele’ in cui la verità si possa  vivere comunitariamente». E non si tratta di fuggire dalla realtà o ritirarsi nel ghetto.

Altre riflessioni importanti riportate nel libro sono sul dissidente cattolico Vaclav Benda, il suo contributo originale di resistenza al comunismo, è stato quello di fare una «polis parallela», «che esistesse in parallelo all’ordine comunista ufficiale». Anche perchè Benda aveva capito che il comunismo ceco intendeva isolare i cattolici , frammentando i loro legami sociali naturali. Benda che correva tanti rischi, rifiutò sempre la ghettizzazione. «Non vedeva alcuna collaborazione con i comunisti, ma respingeva anche il quietismo, considerandolo una mancata dimostrazione della giusta preoccupazione cristiana per la giustizia, la carità e la testimonianza da dare a Cristo nell’arena pubblica».

Gli obiettivi della polis parallela sono di tornare alla verità e alla giustizia, a un ordine significativo di valori. Benda non prometteva azioni per gli intellettuali, ma anche per il ceto medio, promuovendo azioni pratiche, stampare romanzi con il samizdat per esempio. Il testo di Dreher fa degli esempi pratici di azione dei dissidenti validi ancora oggi nel nostro tempo storico. I dissidenti erano persone che rifiutavano l’assimilazione con il sistema totalitario, ma nello stesso tempo, costruivano le proprie strutture personali. Chi si comporta così anche oggi, sta vivendo l’Opzione Benedetto. Dreher entra nel particolare: le comunità devono essere piccole, cominciare a livello locale, devono iniziare dal cuore di ciascuna persona. «Per sapere di che cosa abbia bisogno e cosa desideri il nostro prossimo, dovremmo stargli vicini».

Ecco, «il tentativo di Benda di ripoliticizzare il popolo consisteva nell’attivare il desiderio del popolo stesso di stare semplicemente insieme per socializzare in un modo che trovasse piacevole».

Sono veramente forti i messaggi che offre il giornalista americano in questo libro. A volte vale la pena citarlo integralmente: «Indipendentemente da quanto le battaglie politiche tra le parti siano furiose e dilanianti, noi cristiani dobbiamo chiaramente tenere presente il fatto che la politica americana convenzionale non può raddrizzare le storture nella nostra società e nella nostra cultura. Essa è inadeguata, perché entrambe le forme, di sinistra, e di destra, parte dal presupposto che il fine proprio della nostra politica sia quello di favorire ed estendere la scelta umana. La sinistra e la destra discordano solamente su dove tracciare le righe. Nessuno dei due schieramenti ha un programma pienamente coerente con la verità cristiana».

Dunque la politica dell’Opzione Benedetto, «parte dal presupposto che il disordine nella vita pubblica americana derivi dal disordine dentro l’anima americana». Pertanto la politica più importante del nostro tempo consiste nel ristabilire l’ordine interiore, in armonia con la volontà di Dio. Tutto il resto deriva da questo.

Se siamo orientati verso Dio, non dovremo preoccuparci dei risultati immediati. Anche i dissidenti cechi non si aspettavano di vedere la fine del totalitarismo. Si abbandonavano all’idea che certe cose valeva la pena farle per se stesse, non perché potevano avere conseguenze precise e misurabili. «Havel, Benda e gli altri dissidenti avevano chiaro in testa che una volta che si imbocca la strada del consequenzialismo, si troverà sempre una ragione per non fare nulla. Bisogna voler fare qualcosa perché vale la pena di farla, non perché si pensa che farà cadere il Partito Comunista nel giro di quattro anni».

Probabilmente come scriveva C.S. Lewis siamo ad una politica in tempo di guerra: stiamo combattendo niente meno che un conflitto culturale che riguarda «l’abolizione dell’uomo». Pertanto Vaclav Havel poteva affermare che, «la migliore resistenza al totalitarismo è semplicemente scacciarlo dalla nostra anima, dalla nostra situazione, dalla nostra terra, scacciarlo dall’umanità contemporanea».

Attenzione a non cadere nella trappola che la politica cambia tutto. «I credenti – scrive Dreher –  devono evitare la solita trappola di pensare che la politica possa risolvere i problemi culturali e religiosi». E’ una illusione pensare che le forze culturali che da secoli separano l’Occidente da Dio, vengano arrestate o rovesciate da una singola elelzione, né da alcuna elezione.

Il 5° capitolo dedicato alle singole chiese, che ormai fungono da centri di svago laico, troppe Chiese si sono arrese alla modernità, trattando il culto come un’attività consumistica. Occorre riscoprire la ricca cultura cristiana, riscoprire il passato, recuperare il culto liturgico e l’ascesi, rinsaldare la disciplina della Chiesa. I nostri figli ignorano la Storia del cristianesimo, ormai molti cristiani sono cresciuti nell’ignoranza. Reimparate le forme tradizionali cristiani di ascesi. Dare grande importanza al digiuno. Evangelizzare con il bello e il buono. L’arte e i santi sono la migliore forma di apologia per la nostra fede. Inoltre pensare al martirio fa bene, ecco perchè bisogna parlarne spesso nelle catechesi.

Una chies ache non fa risaltare l’ascesi e il discepolato è come quell’allenatore di calcio che non si preoccupa che i giocatori si presentino all’allenamento.

Il 6° capitolo dà importanza alla comunità, al gruppo famiglie, bisogna fare rete reale, costruire relazioni, fare villaggi cristiani. Fare della propria casa un monastero domestico.

Il 7° capitolo si occupa dell’istruzione come formazione cristiana. Dobbiamo concentrarci sull’istruzione preservando la cultura classica, insegnando ai nostri figli la Sacra Scrittura. Soprattutto dobbiamo conoscere e recuperare la storia della civiltà occidentale. Se occorre dobbiamo togliere i nostri figli dalle scuole pubbliche, e se le scuole cristiane difettano, facciamo le scuole familiari l’homeschooling.

Comunque sia il futuro dei cristiani ortodossi non è roseo, preparatevi per i lavori forzati, scrive Dreher. C’è una forte pressione politica intorno a chi vuole essere veramente cristiano. Naturalmente qui si si fa riferimento alla dittatura del relativismo, all’ideologia del gender che vuole sottoporre le persone che svolgono certi mestieri, professioni, a corsi di orientamento. E di fronte all’ideologia devi prendere posizione, non si può rimanere neutrali, non è concesso astenersi. Che ne sarà degli insegnanti, dei psicologi, degli assistenti sociali, dei medici.

Gli ultimi due capitoli sono di estrema attualità, è la cronaca di tutti i giorni. L’offensiva a tutto campo della Rivoluzione sessuale, la sessualità disordinata si abbatte sul cristianesimo e sulla Chiesa. Infine l’immensa sfida all’uomo da parte della macchina, in particolare del pc, dello smarphone, attenzione a internet senza freni, soprattutto sui più giovani.

 

Domenico Bonvegna

domenico_bonvegna@libero.it