
“L’attivista armata di selfie una volta voleva salvare il Pianeta, ora si accontenta della Striscia. Ma la sua sceneggiata narcisista non aiuta i palestinesi, schiacciati tra il regime di Hamas e i raid israeliani”, lo scrive Leone Grotti sul settimanale Tempi (Greta Thunberg è l’ultima cosa di cui Gaza ha bisogno, 10.6.25) Leggo il resoconto dai giornali.
Ironica la descrizione israeliana: “Lo ‘yacht dei selfie’ sta navigando sano e salvo verso le coste di Israele. I passeggeri – si leggeva – sono al sicuro, hanno ricevuto panini e acqua e dovrebbero tornare nei loro Paesi d’origine. La piccola quantità di aiuti non consumata dalle ‘celebrità’ verrà trasferita a Gaza attraverso canali umanitari reali […]. Esistono modi per consegnare aiuti alla Striscia di Gaza, ma non prevedono provocazioni e selfie”. Pertanto, nessuno scontro, nessun momento di tensione, neanche un ferito da dare in pasto all’opinione pubblica. La Madleen della Freedom Flotilla Coalition ha terminato il suo viaggio con un nulla di fatto ma scatenando tanto dibattito. Qualcuno maliziosamente scrive sui social: Ma lasciateli entrare e poi lasciateli lì, a Gaza, con i loro beniamini di Hamas. Potrebbe servire a far funzionare un po’ di cervelli. Oppure si potrebbe organizzare uno scambio di “ostaggi” con Hamas, ovvero permettere a Greta e gretini di fare gli scudi umani in un tunnel”.
Come dichiarato dal ministero degli Esteri israeliano, i passeggeri saranno rimpatriati, mentre gli aiuti umanitari, per quanto «esigui», saranno consegnati ai palestinesi. “Mentre Greta Thunberg e soci guadagnavano milioni di like grazie a video e selfie con i capelli al vento, – scrive Grotti – Hamas nella Striscia trascinava un uomo nella piazza principale di Gaza City e lo fucilava per avvertire tutta la popolazione di non ripetere le manifestazioni delle ultime settimane contro il gruppo terroristico”. Tuttavia, azioni come quelle inscenate da Greta Thumberg non servono a nulla. Gli attivisti a bordo della Madleen, sognano probabilmente la sconfitta di Israele, ma non si rende conto che la popolazione palestinese è stufa tanto dei raid israeliani, quanto del regime dittatoriale di Hamas, che usa i civili come scudi umani e uccide in piazza i pochi palestinesi che osano manifestare pubblicamente contro i terroristi. I giornali riportano che prima dell’espulsione, a me interessa proprio questo particolare, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, ha “offerto” agli attivisti il filmato di cinquanta minuti della mattanza del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas. “È giusto che Greta e i suoi amici sostenitori di Hamas – aveva proclamato l’esponente del governo Netanyahu – vedano gli orrori commessi contro bambini, donne, anziani”. Tuttavia, come poi comunicato dallo stesso Katz, l’equipaggio ha rifiutato di assistere al video. Pare che Greta e compagni quando hanno capito di cosa si trattasse, si sono rifiutati di continuare a guardare“. “I membri antisemiti della flottiglia hanno chiuso un occhio sulla verità e hanno dimostrato ancora una volta di preferire gli assassini alle vittime, continuando a ignorare le atrocità commesse da Hamas contro donne, uomini, anziani e bambini.” Qui si potrebbero fare diverse considerazioni su chi è imbevuto di ideologia in salsa rossa, bruna o verde che sia, non riesce ad accettare la realtà, diventa cieco, come drogato, anzi, interrogato, risponde: “tanto peggio per la realtà”. La storia si ripete nel nostro Occidente, nel ’68, tanti giovani che manifestavano per il Vietnam libero contro gli americani, accecati dall’ideologia socialcomunista non vedevano gli orrori dei vietcong, stessa cosa per quelli dei Khmer rossi cambogiani o per i 60 milioni di morti prodotti dalla rivoluzione culturale di Mao Tze Tung. Ora la giovane Thumberg chiude gli occhi di fronte all’evidenza dei massacri perpetrati dai suoi amici terroristi islamisti.
DOMENICO BONVEGNA
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