L’ARTE SENZA LIMITI DI KIEFER IN MOSTRA A FIRENZE

Anselm Kiefer in mostra a Firenze a Palazzo Strozzi. Dal 22 marzo al 21 luglio, le sale rinascimentali ospiteranno le opere di uno degli artisti contemporanei più famosi al mondo. Storia, memoria, mito, religione, letteratura e filosofia si intrecciano nelle opere di un artista che non conosce limite. Pittore, scultore e architetto, egli crea con materiali e consistenze diverse per indurre lo spettatore alla riflessione.

Per godersi questo viaggio nella realtà di uno degli artisti contemporanei più celebri, non resta che organizzare un weekend a Firenze e prenotare un soggiorno al Brunelleschi Hotel, una struttura storica e allo stesso tempo moderna che offre ai propri ospiti un soggiorno esclusivo e rilassante in pieno centro.

Storia, memoria, simbolismo, mitologia: l’arte di Anselm Kiefer sbarca a Firenze in una mostra di forte impatto, tra opere storiche e nuove produzioni. Dal 22 marzo al 21 luglio, il pubblico potrà osservare da vicino le grandi rappresentazioni di uno dei più grandi artisti contemporanei. Le sale di Palazzo Strozzi ospiteranno la sua produzione artistica che spazia dalla scultura alla pittura, fino a installazioni che incorporano elementi come terra, piombo e libri bruciati. Grandezza, spazio, dimensioni e materiali insoliti che comunicano allo spettatore una sensazione di tangibilità e materialità. Il carattere simbolico con cui Anselm Kiefer si esprime nella sua arte è un elemento imprescindibile: il pubblico cerca riferimenti alla mitologia, alla filosofia e alla letteratura, consapevole di trovarsi in una riflessione profonda sulla condizione umana e sulla verità.

L’artista tedesco è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, da esplorare e da conoscere, portando con sé il passato e la memoria: Anselm Kiefer, infatti, divenne famoso già grazie alle sue prime opere con cui ha affrontato la storia del Terzo Reich e della seconda Guerra Mondiale. L’artista ha esaminato l’identità post-bellica della Germania come mezzo per rompere il silenzio sul passato recente, utilizzando parodie, citazioni e miti germanici. La Biennale di Venezia gli dedicò una mostra personale intitolata “ Verbrennen-Verholzen-Versenken-Versanden“, poi ci furono le prime mostre negli USA che portarono a critiche negative da parte di molti intellettuali tedeschi che non apprezzavano la sensibilità dell’artista nel mostrare gli aspetti più oscuri della storia dell’Europa e delle relative vicende socio-politiche-religiose. Kiefer ha esplorato quindi la propria identità e la propria cultura per passare poi negli anni ’90 al confronto tra mondo orientale e occidentale, un’idea frutto di viaggi ed esperienze personali in India, Asia, America e Nord Africa.

Infine, l’artista, appassionato lettore, arricchisce le sue opere con riferimenti letterari e poetici stratificati: l’interesse per i libri, sia come testo che come oggetto, si ritrova spesso nel suo lavoro, fin dagli inizi. La mostra “Angeli caduti”, organizzata da Arturo Galansino, mira a rappresentare la ricchezza e la complessità dell’arte di Kiefer, celebrando la connessione intricata tra figura e astrazione, creazione e distruzione. Il progetto coinvolge attivamente gli spettatori, non solo nello spazio fisico della mostra ma anche a livello concettuale: portando tutti in un mondo senza limiti.