Ci sono personaggi che nella Storia hanno avuto più o meno fortuna e quindi sono conosciuti, ricordati e studiati. Capita però che alcuni, nonostante il loro valore, sono stati volutamente ignorati, perché hanno combattuto dalla parte sbagliata. Uno di questi è il “colonnello Armand”, Armand Charles Tuffin, marchese di La Rouerie, fu un bretone francese che andò a combattere volontario in America Settentrionale, quando le colonie si ribellarono alla tirannide moderna del re britannico Giorgio III.
Il personaggio è stato presentato dallo studioso Marco Respinti su un numero de Il Domenicale ((1.11.2003, n. 44) De La Rouerie combatté con i patrioti di George Washington al grido di don’t tread on Me: “Non osate calpestarmi”, o ne patirete le conseguenze. L’Associazione culturale Das Andere, (dasandere.it) che propone una ricca biografia (Giuseppe Baiocchi, Il guascone di Fougeres: La Rouerie, l’eroe dei due mondi, 20.6.2001) lo ha definito l’eroe dei Due Mondi, rivale di La Fayette e di Lauzun, precursore di La Rochejaquelein. Ritornato in Francia nel 1784, per aver osato chiedere al suo re la tutela delle libertà tradizionali bretoni, viene imprigionato alla Bastiglia nel luglio 1788.
Liberato si scontra con la bufera rivoluzionaria, che si sta preparando a uccidere la Monarchia e a decapitare la famiglia reale, a vessare la Chiesa, a sopprimere il culto cristiano, a perseguitare il popolo, a espropriare ogni bene privato dei non rivoluzionari, a statalizzare tutto. La Rouerie rappresenta quell’aristocrazia, che al titolo nobiliare unisce quella dell’animo e che si spende in mezzo alla propria gente, senza ritirarsi annoiata a giocare alla pallacorda a Versailles salameleccando un sovrano sempre più assoluto e lontano dal popolo. Nei miei studi ho incontrato altri nobili, tipo quelli vandeani, molto simili a La Rouerie. Crea l’associazione bretone, società segreta, patriottica sul serio e controrivoluzionaria tra il 1791 e il 1792, tesse le file e le trame antigiacobina e organizza l’insurrezione, si spende per la sua gente, per la sua terra contro il dispotismo di Parigi.
“Un piccolo sagace san Giorgio – scrive Respinti – contro un drago potente, ma Giuda cospira” e così viene tradito, braccato e malato, è costretto a vivere in clandestinità. Muore di stenti il 30 gennaio 1793. La grande insurrezione Vandeana deve ancora scoppiare, tutto verrà dopo, genocidio compreso, anche la guerra patriotica dei bretoni, chiamati Chouan dal suo capo Jean Cottereau (detto Chouan). Ma il colonnello Armand aveva preparato la strada, i cuori, le menti e la volontà. Tanto che dopo morto, addirittura lo decapitarono, simbolicamente.
Di questo marchese si parla pochissimo, esiste almeno una bibliografia del 1990 che Respinti è riuscito ad individuare. Inoltre lo studioso milanese è riuscito anche a scoprire che il “colonnello” è stato studiato dal pensatore poliedrico e poliglotta Erik Maria von Kuehnelt-Leddihn (1909-1999), austriaco, cattolico, tradizionalista monarchico e filoasburgico, amato dai conservatori statunitensi. Per von Kuehnelt-Leddihn, La Rouerie indica con chiarezza come la causa dei coloni nordamericani fosse la stessa degli insorgenti di Francia: la libertà vera, tradizionale, concreta. Non come si dice erroneamente che la “Rivoluzione” americana è stata l’annuncio di quella francese. La Rouerie, non è il rivoluzionario La Fayette (questo si propagandato dalla storia ufficiale), ma è l’emblema dell’Occidente grand’europeo, della vera continuità fra Vecchio Continente e Nuovo Mondo.
DOMENICO BONVEGNA
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