
Tra tutti i Papi del Novecento, forse quello che più di altri ha subito una serie di rimproveri è Pio XII, Eugenio Pacelli. Criticato per non aver condannato Hitler e il nazismo che stava perseguitando gli ebrei. Vissuto in un contesto mondiale segnato da ideologie anticristiane e da una guerra che misero a dura prova la sopravvivenza dell’umanesimo e della fede.
Tra i libri che possiedo ho scelto di presentare un sintetico volumetto, Giustino Perilli “Pio XII. La Verità spiegata a tutti”, Edizioni Palumbi (2020; pag. 70; e 6,00), Perilli, “inquadra con nettezza e profondità la personalità umana, le virtù cristiane, l’opera sociale di uno dei più grandi pontefici della storia recente della Chiesa”, così scrive nella presentazione dell’opera monsignor Prof. Dario Rezza. Lo scrittore inizia il suo agile e sintetico testo, ricco di riferimenti documentali e testimoniali, con una domanda: Chi era Pio XII? Perilli risponde in cinque capitoli. Nel 1 (Contesto e premesse storiche) si occupa della Chiesa a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Mentre il mondo cambiava, in Europa nascono e fioriscono i grandi regimi totalitari con le tensioni geopolitiche sfociate in due guerre mondiali che hanno causato milioni di morti. La Chiesa si trovò ad affrontare, con tutte le sue tragiche conseguenze, la contrapposizione prima tra ideologie diverse e poi quella di due blocchi diversi. In breve, Perilli affronta la questione romana e quella della extraterritorialità.
Il 2° capitolo è dedicato a un breve profilo biografico di Pio XII. A noi interessa quando nel 1917 quando mons. Pacelli diventa nunzio apostolico a Monaco, presso il re di Baviera. Il 3° capitolo (La Seconda guerra mondiale e la carità di Pio XII) “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”, con questo disperato grido il Papa cercò di scongiurare l’imminente guerra il 24 agosto del 1939. Pio XII conosceva molto bene il popolo tedesco perché aveva vissuto in Germania per tredici anni. Così come i nazisti conoscevano bene Pio XII. Infatti, quasi tutti i suoi discorsi da nunzio, sono un attacco al razzismo del nazionalsocialismo.
Durante la guerra il libro mette in risalto le azioni di carità e di diplomazia del Papa Pacelli. Perilli racconta alcuni episodi che hanno contraddistinto questo periodo del Papa in Vaticano. Peraltro, le sue fonti sono ben delineate, oltre agli scritti di Pio XII, costante è il riferimento allo storico Alberto Torresani. Il 4° capitolo si sofferma su L’occupazione nazista di Roma (8 settembre 1943/4 giugno 1944) e la carità di Pio XII. Si accenna ai bombardamenti su Roma degli Angloamericani, in particolare, a quello del 19 luglio 1943, quando 500 aerei americani bombardarono Roma nel quartiere San Lorenzo al Verano, provocando 1.500 morti e circa 200 feriti. Pio XII alle 16,00 circa uscì dal Vaticano, senza scorta, incurante dei bombardamenti, per andare a incontrare i romani che in quel momento stavano soffrendo.
Durante l’occupazione nazista di Roma si prodigò a salvare moltissimi ebrei dai rastrellamenti della Gestapo del comandante Kappler. Dei 10.000 ebrei presenti a Roma, circa mille partirono per i campi di concentramento per non fare più ritorno. Il 5° capitolo si occupa del cosiddetto dibattito sul silenzio di Pio XII in riferimento alla persecuzione degli ebrei. Papa Pacelli di fronte ai crimini nazisti procedette con prudenza, semplicità, arguzia e perspicacia, ben sapendo qual era il potere reale dello Stato della Città del Vaticano. “Pio XII aveva compreso che la condanna con le parole non era la strategia migliore, di fronte a persone irragionevoli, criminali di guerra che non tenevano in nessun conto la vita delle persone, che avevano pianificato lo sterminio di intere popolazioni”.
A questo proposito è interessante la citazione dell’avvocato ebreo Robert Kempner, pubblico ufficiale al Processo di Norimberga. Tra le sue deposizioni si può leggere che “ogni pronunciamento pubblico contro Hitler da parte della Chiesa cattolica sarebbe stata una mossa suicida che avrebbe provocato persecuzioni maggiori tra gli ebrei e i sacerdoti”asdx.
DOMENICO BONVEGNA
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