La Religione Islamica: la figura di Gesù

Nessuno può mettere in dubbio che la Religione Islamica, non solo perché religione monoteistica al pari del Cristianesimo e dell’Ebraismo, ma per il fatto che nella sua dottrina sia molto importante, anzi centrale, il ruolo della figura di Gesù…

di ANDREA FILLORAMO

Nessuno può mettere in dubbio che la Religione Islamica, non solo perché religione monoteistica al pari del Cristianesimo e dell’Ebraismo, ma per il fatto che nella sua dottrina sia molto importante, anzi centrale, il ruolo della figura di Gesù, visto certamente non come figlio di Dio ma come un grandissimo profeta, deve essere conosciuta e in alcuni aspetti valorizzata anche da chi non è musulmano. Sulla centralità della figura di Gesù nella religione islamica, anche se in modo sintetico, mi sono soffermato in un articolo precedente pubblicato in IMGPress.

Con esso, senza alcuna pretesa dottrinaria, ho inteso soltanto evidenziare come il cristianesimo e l’Islamismo, contrariamente a quanti ritengono che oggi sia in atto una guerra di cultura e quindi di religione fra cristiani e musulmani, sono due religioni, storicamente e non solo, molto vicine fra di loro, distanziate dalla loro implementazione: occidentale l’una, prettamente araba nel rispetto della sua origine, la seconda.

Ognuna di loro ha subito le accelerazioni o gli arretramenti della sua storia di appartenenza, di cui necessariamente si deve tenere conto. In quest’ottica ermeneutica, ovviamente dialettica, credo che si possa giocare la coesistenza delle due religioni e il loro futuro. A mio parere è possibile, però, rintracciare un anello di congiunzione fra le due religioni. Si tratta di Maria di Nazaret, la madre di Gesù, alla quale nel Corano, il libro sacro dei maomettani, viene dato più spazio di quanto ne dedicano i Vangeli e dove appare chiara la posizione salvifica di Maria che, oltretutto, ancor oggi gode della venerazione popolare da parte di islamici nei santuari di Algeri e di Efeso, e in molti altri luoghi di culto dove i musulmani si recano a venerare l’immagine della Vergine accanto ai cristiani.

Nel Corano la figura di Maria è intrinsecamente legata a quella di Cristo che è uomo prediletto da Allah, inviato agli Ebrei per confermare la Legge e perfezionarla, anche se gli Ebrei, a differenza dei musulmani, non hanno creduto al concepimento e alla nascita misteriosa di Gesù e hanno osato calunniare sua madre e per questo devono essere maledetti (IV, 156-57). Nel Corano si esalta la verginità di Maria, prima e dopo la nascita di Gesù.

La verginità è considerata la condizione essenziale perché Maria possa diventare la donna tramite la quale Dio volle dare agli uomini un segno tutto particolare e che consente a Maria di essere il ricettacolo dello Spirito di Dio, tramite il quale viene generato Gesù, l’amore di Dio (rahamatn minna). La sua maternità è misteriosa, è opera speciale di Allah che tutto può creare con un semplice “Sì” della Sua parola e il brano coranico che racconta il concepimento di Gesù (III, 45-47) ricalca ampiamente il vangelo di san Luca (1,32-38) e soprattutto i Vangeli apocrifi della nascita e dell’infanzia di Gesù.

Si legge, pertanto nel Corano III, 42: “In verità, o Maria, Dio ti ha prescelta; ti ha purificata e prescelta tra tutte le donne del mondo”. In questa invocazione non può sfuggire il fatto che in esso si ripetano le parole dell’Ave Maria: “Benedetta tu fra le donne”. Nel Corano leggiamo ancora: “Maria, che si conservò vergine, sì che Noi insufflammo in Lei il Nostro Spirito; Maria che credette alla parole del suo Signore e dei Suoi Libri e fu una donna devota” (LXVI, 11-12). Maria, quindi, per la sua purezza, per la sua fede, per il mistero nel quale Dio ha voluto avvolgerla, per Maometto è il modello da seguire. Bellissimo è poi quanto è scritto nel Corano XVIII, 109: “Se il mare fosse inchiostro per scrivere le parole del Signore (su Maria), si esaurirebbe il mare prima che si esauriscano le parole del Signore, anche se portassimo un mare nuovo ancora in aiuto!”.

Non può passare inosservato ancora quanto leggiamo nel Corano XIX, 23-25: “dai piedi di Maria zampillerà una fonte d’acqua purissima e l’albero secco e morto riprenderà vigore e tornerà a dare datteri maturi”. Maria, per gli islamici diviene la devota (qanet), perché ogni suo atto o gesto che compie si trasforma in preghiera; Maria è inoltre libera (muHarrar), unico esempio nel Corano della perfetta libertà, libera da ogni impurità, da ogni dubbio, da ogni riferimento terreno; libera da ogni peccato.