La recensione: Ultimo di trentamila secondo Salvatore Mastroeni

di Salvatore Mastroeni

Un eroe dello Stato, uno dei carabinieri che partecipa alla cattura di Riina e la sua discesa all’inferno, alla strada, al mondo degli invisibili. E bisogna leggere la profonda analisi dell’autore, di sapore dostoevskijano, per comprendere ragioni, scelta, bisogno e una sorta di catarsi che si verifica.

Può sorprendere, può amareggiare, certamente colpisce il maresciallo Sereni che esce da una struttura forte, nobile, come l’arma dei carabinieri e questo cercare l’oblio, una voglia di cancellarsi. Due mondi che conosco perfettamente, la legge, chi lotta per la legge, il rispetto della legge e il popolo di chi si è arreso, a traumi sofferenze delusioni. Non sono due mondi così lontani, forse alla fine il mondo si divide tra idealisti e realisti, e gli ideali infranti sono un prezzo non sempre facile da affrontare.

Ci sarà un motivo se un uomo di legge cerca di dare la mano, che è prima di tutto attenzione e rispetto, a chi sta sulla strada, agli invisibili. E lei, il suo libro lo dicono. Non è un mondo di santi ma quale grande errore ritenerci migliori. I peggiori stanno tra di noi. E più sanno vivere più in alto stanno. Non sarà mai il mio mondo come non è quello del suo maresciallo.

Auguri Roberto, ne avrai sempre bisogno.