LA GIOIA DELLA MATERNITA’ FESTEGGIATA A MARIA AUSILIATRICE

Ho partecipato nel Santuario Basilica di MARIA AUSILIATRICE a Torino alla S. Messa presieduta dall’arcivescovo monsignor Roberto Repole, in occasione della solennità dell’ANNUNCIAZIONE.

Ogni anno in Basilica si dà attenzione a questa festa e si invitano le MAMME in attesa, oppure quelle che ALLATTANO ben rappresentate nella statua di Milano. Per l’occasione viene donata alle donne una spiga di grano simbolo della donna cristiana. La Basilica è un luogo privilegiato in quanto c’è il sepolcro del giovane salesiano S. DOMENICO SAVIO, discepolo di san Giovanni Bosco, diventato protettore delle mamme in attesa, in quanto è stato protagonista di un miracolo operato proprio sulla propria mamma partoriente…La Basilica era abbastanza piena, anche se per la verità, il 70 o forse l’80% dei presenti eravamo al di sopra degli anni ’70, pertanto sterili…forse le mamme in attesa non erano più di qualche decina…almeno dai banchi riservati a loro…Monsignor Repole nella sua omelia ha ricordato l’importanza del rispetto della VITA. E’ bellissimo riflettere sul Si di Maria, su queste pagine del Vangelo. E’ bello sapere che tante donne dicono Si, che hanno detto Si alla vita, ha detto il vescovo,“in un tempo come quello di oggi che è segnato da una cultura più di morte che di vita, da una cultura che fa fatica ad accettare la novità di una vita nuova, ma è la fatica del nostro narcisismo, è la fatica di non cogliere che si è davvero se stessi, che si è davvero vivi non quando si trattiene la vita e si interpreta tutto in funzione di ciò che sono io, di quello che sento, di quello che penso, delle emozioni che ho, ma si è vivi quando si sa donare la vita, quando si coopera al dono della vita di Dio creatore”. Certo cooperare con Dio “non è un fatto di un istante, di un momento, non basta di diventare madri e padri, bisogna poi essere madri e padri, cioè curarsi della vita e farla crescere”.

Nell’occasione della Giornata l’arcivescovo ha inteso festeggiarla presentando la “LETTERA ALLE DONNE”, un bellissimo documento di Giovanni Paolo II, che è stato donato a tutti i presenti in Basilica.  E’ una lettera significativa che il Santo papa ha donato a tutte le donne. Nell’introduzione monsignor Repole sottolinea la “differenza” e la “singolarità” femminile, auspicando che sia sempre ricordata, valorizzata  e goduta. “So di chiederlo in un tempo storico che non ama sottolineare la diversità, anzi propaganda la fine delle diversità, un tempo che vorrebbe l’omologazione di tutto, addirittura il livellamento delle identità sessuali. Che cosa si ottiene da questa uniformità e livellamento? Una società “che cancellasse la ricchezza delle differenze e ignorasse la varietà dei doni che abbiamo ricevuto”, non sarebbe una società felice. Giovanni Paolo II riconosce le differenze e si rivolge alle donne in tutte le situazioni. Il vescovo ha ringraziato la Libreria Editrice Vaticana che ha autorizzato la pubblicazione della Lettera, le Edizioni Effatà, e le “Figlie di Maria SS. Regina delle Madri”, che va il merito di tenere alta la riflessione sulla vocazione cristiana delle donne e delle madri, particolarmente urgente in questo nostro drammatico tempo di culle vuote. L’associazione delle Figlie di Maria hanno motivato la pubblicazione della Lettera con queste parole: “Desideriamo ridare vita alle parole di amore e di attenzione verso la donna di un santo Papa che amando molto la Madonna, attraverso di lei, ha saputo intuire il ‘genio femminile’ racchiuso nel cuore di ogni donna”. Una Lettera che il Papa scrisse nel 1995, ma è sempre attuale, “perché il Papa intende parlare a difesa della dignità, del ruolo e dei diritti delle donne, ma anche e soprattutto vuole raggiungere la loro mente e il loro cuore rivolgendo a tutte e a ciascuna il suo ‘grazie’ per ciò che ogni donna rappresenta nella vita dell’umanità”. Mi permetto di aggiungere, una Lettera che va letta e studiata per rendere più umana la nostra società.

DOMENICO BONVEGNA

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