IL VANGELO SPIEGATO A DON GERARDO

Rispondo a una lettera, che mi è giunta senza mittente, quindi probabilmente anonima, firmata da un prete (?), il cui nome quasi sicuramente fittizio è: don Gerardo. Dopo averla attentamente letta e dopo aver rilevato, attraverso il timbro, il luogo di provenienza, ho deciso di non cestinarla, ma di rispondergli attraverso IMG Press…

Carissimo don Gerardo,

ho ricevuto la tua lettera, forse provocatoria, in cui mi scrivi che da tempo leggi i miei articoli pubblicati in IMG Press, in cui tu dici di essere “incappato per caso” e in cui mi chiedi di rispondere “gentilmente” a diverse domande, concernenti la mia persona e a chiarire la mia posizione su alcuni temi e tematiche da me frequentemente trattati, a tuo parere “suggeriti”, non so da chi.

Dico subito che non ritengo importante e utile per te e per chi mi legge, la conoscenza dei dati e delle informazioni che mi riguardano, anche se forse nati da legittima curiosità, che può essere soddisfatta da quanti mi conoscono e sanno che nulla ho mai nascosto di quel che sono o sono stato.

Rispondo, invece con molta sintesi soltanto ad alcune osservazioni su argomenti trattati nei miei articoli, anche se nello scrivere ho sempre sentito il dovere, come tutti mi riconoscono, della chiarezza, della trasparenza e della sinteticità, utili indubbiamente alla comprensione anche di chi ha una mediocre intelligenza e non guarda e vede le cose con il paraocchi del pregiudizio.

Permettimi, innanzitutto di dirti che per nessuno, prete o laico che sia, ho voluto essere, come tu dici, un “gradito punto di riferimento”, Affermo con forza che l’essere punto di riferimento di questo o di quell’altro, è di quanti insulsamente e stupidamente vogliono condizionare gli altri e limitare, quindi, consapevolmente o inconsapevolmente la libertà altrui. Nello stesso tempo mai ho accettato paradossalmente di stare “alle dipendenze di qualcuno che tira le fila” o che mi “suggerisce”. È questo sicuramente un atteggiamento che non mi appartiene, che è distante mille miglia da chi può vantare una buona preparazione non solo teologica, che ha sempre posto a servizio degli altri.

Ho vissuto sempre coltivando una passione nei vari momenti e nelle varie fasi della mia vita a partire dalla mia giovinezza e nella mia professione di docente prima e poi di dirigente scolastico, che è stata sempre quella di ascoltare, comunicare, condividere, nella concretezza delle situazioni in cui mi sono trovato a vivere, ma sempre avendo il culto della libertà, senza vendermi a nessuno, senza sentire il bisogno di “stare al guinzaglio” di qualcuno o di coprirmi il volto con maschere rappresentate anche con scritti anonimi o con nomi fittizi.

Non ho, inoltre, mai assolutizzato le mie opinioni, al di là di quello che erroneamente tu hai pensato o forse soltanto hai scritto, ritenendole sempre confrontabili e verificabili con quelle degli altri, dando sempre un giusto valore alla riflessione e a quel sano realismo capace di leggere la realtà, di individuare, andando al di là del viso, quelli che sono i tratti caratteristici dell’animo dei miei interlocutori, né mai ho puntato il dito nei confronti di qualcuno.

Per quanto concerne la mia visione della Chiesa: facilmente essa si può trarre dai miei numerosi scritti. Credo, anzi sono più che certo, che essa corrisponda al concetto di Chiesa espresso dal Concilio Vaticano Secondo, al cui periodo risale la mia formazione. Per comprendere la Chiesa dobbiamo coglierla come popolo di Dio, capace di liberarsi di quel forte senso gerarchico che non aiuta a comprenderla nella sua essenza, di condividere la vita delle persone, di rinnovare la scelta evangelica dell’incarnazione nella storia, di togliersi quella tentazione atavica di sostituirsi al giudizio di Dio, di svendersi alla modernità, di essere spettacolo, di essere una Chiesa moralistica che non produce scelte significative.

Molte altre cose potrei aggiungere, che puoi rintracciare nell’archivio di www.imgpress.it cliccando il cognome. Ti auguro ogni bene.

 

Andrea Filloramo