Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: l’identikit del prossimo pontefice

di ANDREA FILLORAMO

Sono tanti che, non tenendo conto che  Papa Francesco goda di ottima salute anche se di età avanzata e che per i cattolici  sia «lo Spirito Santo che decide il successore di San Pietro», cercano di tracciare con  grande sforzo l’identikit del prossimo pontefice, pensando che  stante l’elevato numero di cardinali, creati da papa Bergoglio,  è da pensare  che egli abbia già scritto l’esito del prossimo Conclave e conseguentemente il Pontefice che ne uscirà non potrà certo essere un suo contestatore.

Ma sarà proprio così? Non ne sono sicuro e ciò – non nascondo – mi crea qualche preoccupazione.

Affermo senza essere smentito, oltretutto,  che ciò non è avvenuto con tutti gli ultimi Papi, che hanno dato chiare indicazioni ai cardinali sul possibile loro successore, a partire da Pio XII a Paolo VI e infine a  Giovanni Paolo II, che ha senza ombra di dubbio designato come suo successore il suo braccio destro, il  cardinale Ratzinger, non avverrà probabilmente nella successione di Papa Francesco, data l’opposizione alla sua rivoluzione non gradita, che in questi ultimi anni si è fatta sempre più estesa, anche fra i cardinali.

Ancora i giornali, che ad ogni segnale di probabile fine di un pontificato, fanno nomi e cercano candidature, non fanno, proiezioni sul ‘totoPapa’ che se non subito sarà nel futuro, speriamo il più lontano possibile, lo sport loro preferito.

Ma non è per tutti i giornali così.

A tal proposito mi è caduto sotto gli occhi una pagina del quotidiano “Italia oggi” dell’anno scorso, che, in un articolo dal titolo “chi sarà il successore del papa?”, fra l’altro scriveva (e questa è indubbiamente una cosa gradita a tanti messinesi ed agrigentini), senza, però, esaminare i motivi di tale pronostico:  “Tra gli italiani si oscilla tra il «parroco dei migranti» Francesco Montenegro, cardinale di Agrigento, e il più centrista (non a caso fraterno amico di Andrea Riccardi) cardinale di Sant’Egidio e arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi.

Non so se augurare a Padre Franco, messinese, persona umile, che ha dedicato tutta la sua vita ai poveri, di abbandonare la sua vespa con la quale raggiunge chi ha bisogno di una parola o di un tozzo di pane, per il trono più alto del mondo e da succedere, quindi a Papa Francesco di cui, continuare la metanoia della Chiesa fin’ora incompleta.

Don Franco sarebbe il secondo papa della Città dello Stretto: Leone II, la cui consacrazione avvenne il 17 agosto 682. Papa Leone II è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse, e la sua memoria liturgica cade il 3 luglio.

Il martirologio romano così lo ricorda:

«3 luglio – A Roma presso san Pietro, san Leone II, papa: uomo versato tanto nella lingua greca quanto in quella latina, amante della povertà e dei poveri, accolse le decisioni del III Concilio di Costantinopoli».

Da sottolineare quelle parole: “amante della povertà e dei poveri,” che ben si addicano al Cardinale Francesco Montenegro anche lui messinese.