IL SILENZIO SUL GENOCIDIO DI SERIE B

Ogni anno si svolge la “Red Week” organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) che intende ricordare il sacrificio di quanti testimoniano la fede fino all’effusione del sangue. In programma dal 15 al 23 novembre, l’edizione della Red Week 2025 ha visto oltre 100 eventi in Italia, Australia, Austria, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Irlanda, Svizzera, Ungheria, Canada, Messico e Colombia.

Sono state illuminate oltre 635 chiese in tutto il mondo. Acs periodicamente raccoglie i dati sul rispetto della Libertà religiosa nel mondo nell’ultima edizione del Rapporto ACS sulla libertà religiosa nel mondo, si stima che 413 milioni di cristiani vivono in Paesi in cui la libertà religiosa è gravemente violata, e di questi, circa 220 milioni sono direttamente esposti alla persecuzione. I cristiani subiscono persecuzioni o discriminazioni in 32 Paesi. In 68 nazioni si registrano danni o distruzioni di beni di proprietà cristiana con chiara motivazione religiosa, in particolare chiese (62 Paesi). In 45 nazioni non è possibile professare pubblicamente la fede attraverso simboli religiosi.

In 32 Paesi i cristiani sono discriminati nell’accesso agli incarichi pubblici, all’istruzione e alla giustizia. Attacchi fisici o verbali con matrice religiosa sono documentati in 73 nazioni, mentre in 57 i cristiani rischiano violenze o arresti per la loro fede. In 33 Paesi, infine, sono costretti a fuggire, diventando sfollati interni o rifugiati all’estero. Acs ha invitato le parrocchie, scuole e comunità a unirsi a questo gesto di solidarietà internazionale illuminando di rosso le proprie chiese, organizzando momenti di preghiera e diffondendo il messaggio della Red Week 2025 sui social media con l’hashtag #. Di Red week, “Ne avete sentito parlare? Poco o niente”, scrive Fausto Biloslavo su Il Giornale. “Si sono riversati in piazza folle in segno di vibrante protesta, come per il massacro a Gaza? Assolutamente no, anche se per la prima volta, bontà loro, la sede a Bruxelles del Parlamento europeo si è illuminata di rosso. E lo stesso hanno fatto Palazzo Chigi e altri edifici pubblici in Italia ricordando il sangue dei cristiani versato nel mondo”. (Quel silenzio che circonda un genocidio di serie B, 23 11 25 il giornale). La persecuzione di chi crede in Cristo non va di moda e continua sotto silenzio. La sveglia deve darcela il presidente Donald Trump con la denuncia del “genocidio” in Nigeria. Forse esagera perché tagliagole islamici e pastori jihadisti massacrano pure i musulmani, ma almeno se ne parla senza tanti fronzoli politicamente corretti.

La Nigeria, come ha ricordato con un’interrogazione il gruppo dei conservatori europei, è il Paese più colpito al mondo dalla violenza contro i cristiani. E proprio oggi all’Angelus il Santo Padre Leone XIV ha espresso “immensa tristezza” per “le notizie dei rapimenti di sacerdoti, fedeli, studenti nella Nigeria e nel Camerun: “sento forte dolore soprattutto per i tanti ragazzi e ragazze sequestrati e per le loro famiglie angosciate. Rivolgo un accorato appello affinché vengano subito liberati gli ostaggi ed esorto le autorità competenti a prendere decisioni adeguate e tempestive per assicurarne il rilascio. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle e perché è sempre ovunque le chiese le scuole restino luoghi di sicurezza e speranza”. I cristiani sono morti di serie B condannati al disinteresse. Per non parlare dello stillicidio della fuga dei cristiani dalle terre dove è nata la fede, come l’Irak, la Siria, il Libano e i territori palestinesi.

Un esodo dimenticato, talvolta volutamente, per non “offendere” l’Islam o infastidire potenze piccole e grandi. E se noi non stiamo subendo la prova delle persecuzioni siamo chiamati a prendere posizione su questo orrore. “Gesù – sottolinea ancora Papa Leone – è venuto a portare il fuoco: il fuoco dell’amore di Dio sulla terra e il fuoco del desiderio nei nostri cuori. In un certo modo, Gesù ci toglie la pace, se pensiamo la pace come una calma inerte. Questa, però, non è la vera pace. A volte vorremmo essere “lasciati in pace”: che nessuno ci disturbi, che gli altri non esistano più. Non è la pace di Dio. La pace che Gesù porta è come un fuoco e ci chiede molto. Ci chiede, soprattutto, di prendere posizione. Davanti alle ingiustizie, alle diseguaglianze, dove la dignità umana è calpestata, dove ai fragili è tolta la parola: prendere posizione”. Sperare –  dice Leone XIV – è prendere posizione. Sperare è capire nel cuore e mostrare nei fatti che le cose non devono continuare come prima. Anche questo è il fuoco buono del Vangelo”.

 

a cura di DOMENICO BONVEGNA