IL MALE QUOTIDIANO: SILENZIO, SI SGOZZA

La Nuovabussolaquotidiana, giornale online cattolico del 27 gennaio scorso faceva notare che i cristiani, i fedeli cattolici vengono uccisi nel silenzio e non solo in Nigeria o nei Paesi dove operano gli islamisti, ma anche in Europa. “Nelle rassegne stampa delle prime pagine dei principali quotidiani europei l’attentato spagnolo di Algeciras ieri era completamente assente. Come se l’uccisione di un sagrestano e il ferimento di cinque fedeli cristiani, tra cui il parroco, nel cuore dell’Europa, anzi, nella porta d’Europa vista la collocazione geografica, fosse ormai un fatto consueto o addirittura normale”. (Andrea Zambrano, Libertà religiosa. Martire e già dimenticato: l’Islam uccide i cristiani nel silenzio europeo, 27.1.23, lanuovabq.it)…

La notizia è sparita dai radar delle prime pagine europee e naturalmente da quelle italiane. Solo il quotidiano Avvenire ha riportato in prima la notizia dell’attentato ad opera di un cittadino marocchino già espulso che ha seminato il terrore nella cittadina in tre chiese, in una mentre si celebrava la Messa.

Appena sei anni fa Padre Jacques Hamel, era stato ucciso in un analogo attentato islamista in una chiesa in Francia. “Oggi l’attacco ai cristiani nel cuore dell’Europa non fa nemmeno notizia, così come non fanno notizia gli ultimi attacchi terroristici, come in Germania, Spagna, Francia… sono tanti gli attacchi di “lupi solitari” jihadisti che fanno vittime in Europa, nel solo mese di gennaio. E ancora più numerosi e gravi sono gli attentati pianificati, anche chimici (come in Germania), fortunatamente sventati. Uno degli attentatori in Germania, era talmente sporco di sangue che la polizia non è riuscita a decifrarne l’età. Di questi attacchi terroristici si è occupata Lorenza Formicola sempre su Lanuovabq.it.

“Definirli “lupi solitari” – scrive Formicola – è un modo tutto europeo per smorzare la radice islamica, ma l’Isis ha sempre definito “soldati” gli uomini che agiscono anche senza essere direttamente collegati alle cellule jihadiste. E questo ha trasformato, in qualche modo, in alto il rischio terrorismo islamico in Europa là dove tutto è molto più imprevedibile e dove è sempre più facile reperire materiale per confezionare armi e organizzare attentati”. (Lorenza Formicola, Gli attentati islamici in Europa non fanno più notizia, 27.1.23, lanuovabq.it)

Tuttavia gli attentati di questo inizio del 2023 accendono ancora di più, il dibattito sulla mancata integrazione degli immigrati e sulla gestione poco attenta dei clandestini. È curioso che nell’Europa delle emergenze sistematiche, le settimane di attentati che hanno coinvolto ben tre Paesi diversi dell’Unione consecutivamente, non costituiscano un fatto degno di nota.

Per Zambrano ma anche per la Formicola è utile raccontare la dinamica dell’attacco del marocchino clandestino in Spagna, per comprendere non solo la ferocia dell’attacco, ma anche l’obiettivo: i cristiani. In pratica questo signore ha scorrazzato per la città dirigendosi in più di una chiesa per interrompere le sante messe. In una di queste ha intimato ai presenti di sottomettersi all’islam, poi ritornando con un machete e ha cominciato a distruggere le immagini sacre e si è diretto contro il parroco, il salesiano Antonio Rodriguez, ferendolo al collo e alla spalla mentre il poveretto provava a resistergli e a cacciarlo dalla chiesa. L’attentatore è poi entrato nella chiesa de La Palma dove il sacerdote Juan José Marina stava celebrando la Messa. È stato a quel punto che il sagrestano, Diego Valencia è stato accoltellato mentre non lontano alcuni bambini stavano partecipando all’ora di catechismo. Secondo le prime ricostruzioni ha scambiato il sagrestano per il sacerdote mentre inneggiava ad Allah. Si tratta dunque di una esecuzione in piena regola di stampo terroristico aggravata da odio anticristiano.

Le autorità spagnole di Algeciras hanno proclamato una giornata di lutto cittadino mentre migliaia di persone si sono riversate in piazza per condannare l’attentato. Sempre le stesse autorità sono sorprese e per il momento sono cauti nel definire come terrorista l’attacco anche perché l’autore non sembra appartenere a nessun gruppo jihadista.

Zambrano cerca di spiegare cosa sta succedendo in Spagna negli ultimi tempi, dove pare che la libertà religiosa dei cristiani è messa in pericolo non solo per questi attacchi terroristici, ma anche da parte di un certo laicismo nichilista presente in alcuni partiti di governo spagnolo. La nuovabq.it ha intervistato Maria Garcia, che dirige l’Osservatorio per la Libertà religiosa in Spagna. Secondo Garcia in Spagna «abbiamo forze speciali dello Stato che tengono sotto controllo gli jihadisti, però in tutt’Europa si estendono questi gruppi radicali che mirano a eliminare i valori cristiani e i governi europei lo permettono». Infatti «abbiamo già avuto varie minacce jihadiste prima, ad esempio contro la Sagrada familia di Barcellona. Però oggi l’escalation è data dal fatto che abbiamo due martiri per la libertà religiosa, uno ucciso, il sagrestano, e uno ferito, il sacerdote». E’ evidente che si tratti “di un attacco terroristico di chiara matrice cristianofoba». Anche Carmelo López-Arias, vicedirettore del portale ReligionEnLibertad.com, specializzato sui temi della libertà religiosa, in un colloquio con la Bussola dice: «L’attentato di Algeciras ha una chiara impronta islamista, indipendentemente dal fatto che l’assassino possa avere precedenti psichiatrici. Il fatto che il terrorista, poi, si trovasse in una situazione irregolare e gravasse su di lui un’espulsione è una prova in più dell’ambigua politica di appoggio dell’immigrazione maomettana che tutti i governi spagnoli continuano a perseguire, in misura maggiore o minore, da circa un quarto di secolo».

Lopez sottolinea un aspetto da non trascurare e cioè la coincidenza particolare tra il numero degli attacchi di laicismo belligerante di cui sono vittime i cristiani e il tasso elevato di popolazione islamica: «La Sinistra ha percepito l’importante ruolo di scristianizzazione che gioca la sempre più numerosa popolazione musulmana tanto che là dove essa è numerosa, è stata utilizzata come pretesto per la laicizzazione dei costumi, come l’eliminazione dei crocifissi e di altri segni cristiani o la celebrazione di feste liturgiche». In sostanza, secondo il vicedirettore di ReL «non appena c’è un gruppo sociale musulmano numeroso – come è il caso dell’Andalusia – i laicisti spagnoli, guidati soprattutto da amministratori di Podemos e del Partito socialista al governo prendono la scusa di chiedere il cambio delle tradizioni per non offendere i musulmani”.

L’analisi dei dirigenti spagnoli si conclude con un monito per la Chiesa, di stare attenta con certe iniziative di sostegno caritatevole verso persone in stato di necessità, magari di fede musulmana. Spesso questo atto si converte in una collaborazione di fatto per il consolidamento di una comunità musulmana sempre più influente di numero e di influenza sociale.

DOMENICO BONVEGNA

dbonvegna1@gmail.com