IL DIRITTO DI UCCIDERE UNA VITA INNOCENTE. SCRIVERLO IN COSTITUZIONE E’ UN OLTRAGGIO PER LA RAGIONE NATURALE E LA MORALE

Anch’io mi associo come il professore Mauro Ronco, all’impegno pubblico di verità ribadendo che l’aborto volontario è l’uccisione di un essere umano innocente. Pertanto non può costituire l’oggetto di un diritto di alcuno, né della donna che lo porta in grembo, né di qualsiasi altra persona o dello Stato. (L’Aborto non può essere un diritto…,14.3.24, alleanzacattolica.org)…

Non ci si può astenere “dal deplorare pubblicamente l’ingiustizia morale e giuridica della legge che la Repubblica francese ha promulgato l’8 marzo 2024 che proclama essere l’aborto un diritto costituzionale”. Pertanto, non condannare questo atto legislativo equivarrebbe a un’omissione moralmente colpevole. E soprattutto per chi è cristiano, bisogna ascoltare il monito di San Luca: Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona (Lc. 16, 13).

Sembrava che in Occidente dopo la scoperta dell’immane sterminio nazionalsocialista degli ebrei, bollati come senza valore, “si potesse risvegliare il senso di umanità che era stato eroso a partire dai paesi anglosassoni e germanici in un secolo intero di evoluzionismo materialista ed eugenista”. Infatti, Ronco ricorda che negli ambienti culturali tedeschi e anglosassoni, in particolare nelle università, dettavano legge per decenni gli accademici che avevano dichiarato guerra agli inadatti per sradicarli dal mondo. In quegli anni sia le persone di buon senso che la stessa Chiesa cattolica sotto la guida del venerabile Pio XII, avevano dimostrato preoccupazione per la deriva scientistica in corso per decenni nell’Occidente più avanzato. Ma già negli anni 50 del secolo scorso,“il movimento mondiale per l’aborto riprese nuovo vigore. Furono però cambiate le strategie di fondo per introdurre la liberalizzazione nelle legislazioni: si passò dalla strategia autoritaria e pseudo-scientifica a quella liberale e libertaria”. E così siamo giunti al giorno d’oggi, dopo che le varie legislazioni degli Stati hanno legalizzato l’aborto, definendolo eufemisticamente, interruzione della gravidanza, ora la Francia, primo Paese al mondo, lo inserisce nella sua Costituzione.

“In pratica – scrive Marco Invernizzi – l’aborto viene esaltato come un diritto bello e positivo, e pertanto si parla di gioia incontenibile delle femministe, ma in generale di tutte le forze politiche francesi. In effetti, e anche questo merita attenzione, tutti i partiti presenti in Parlamento hanno votato a favore dell’iniziativa, compresa Marine le Pen. I pochissimi voti contrari sono venuti da singoli parlamentari di centro o di destra. E colpisce ancora di più un recente sondaggio secondo il quale l’80% dei francesi sarebbe favorevole. Da oggi in Francia c’è un solo diritto da tutelare, l’autodeterminazione della donna, mentre il bambino concepito è completamente alla sua mercé e di quella dello Stato”. (Francia primogenita del male, 11.3.24, alleanzacattolica.org)

Quello del Parlamento francese, è “un deficit di buon senso”, scrive Massimo Gandolfini, “il furore ideologico ha cancellato la naturale dote di buon senso, che ci deve insegnare ad affrontare una questione così delicata come l’aborto […]”. (Parigi ora è una minaccia per tutti, 14.3.24, La Verità) La ruspa ideologica, ha spazzato via il diritto alla vita del bambino, come materiale organico indesiderato. “Risuonano sempre più profetiche le parole di Madre Teresa di Calcutta: ‘l’aborto è il più grande attentato alla pace”. E la marcia contro la vita di Macron sembra non avere fine ora minaccia di introdurre l’eutanasia, trincerandosi dietro formule ipocrite come “aiuto attivo a morire”. A questo punto,“Manca ora un bell’appello a favore delle droghe e poi il catalogo delle pompe funebri è completo, scrive Francesco Bonazzi su La Verità, non solo, Macron, “dopo aver sistemato vecchi e bambini, ha pensato anche ai giovani del vecchio continente, che vuole mandare a morire al fronte in Ucraina”. Una micidiale tripletta che lasciano muti i sostenitori del presidente francese in Italia.

Un’altra inquietante notizia viene sempre dalla Francia, in questi giorni è apparso un manifesto ufficiale dei Giochi Olimpici, dove è scomparsa la croce sulla cupola degli Invalides. “E’ un altro episodio di cancel culture, la nuova forma di suicidio culturale dell’Occidente. E forse è la stessa ideologia che unisce le donne (e gli uomini) che gioiscono per avere esaltato, portandolo in Costituzione, il diritto di uccidere l’innocente: gioire per essersi liberati dalla croce (falsificando la realtà) nel manifesto olimpico. Un Occidente che corre verso l’abisso. E non appare azzardato il paragone proposto da Invernizzi: “Da una parte la dissoluzione di ogni principio, anzi l’esaltazione dell’omicidio e il progredire della cancel culture in Occidente, dall’altra la violenza della forza militare scatenata dall’ansia imperialistica della Federazione russa contro il popolo libero d’Ucraina”. Non sono due cose diverse, in realtà entrambe sono prospettive di morte e di profonda ingiustizia contro bambini innocenti e popoli liberi. Alla base di entrambe le prospettive c’è l’odio contro la realtà, contro la vita innocente, contro la propria tradizione, contro la libertà di un popolo di affrancarsi dal dispotismo russo.

DOMENICO BONVEGNA

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