I figli del silenzio. Marcial Maciel e i Legionari di Cristo: genesi, potere, caduta e sopravvivenza

“La Chiesa perdona tutto, ma non dimentica niente. Il guaio è che spesso perdona prima di capire.”
(Indro Montanelli)

di Davide Romano

 

Un silenzio che sa di incenso e paura

C’è un silenzio che sa di incenso e paura. È il silenzio che per decenni ha avvolto la vita di Marcial Maciel Degollado, il prete messicano che fondò i Legionari di Cristo e riuscì a ingannare, sedurre e comandare per più di mezzo secolo una delle congregazioni più potenti e ricche della Chiesa cattolica. La sua storia non è solo quella di un impostore in tonaca, ma di un sistema ecclesiastico che preferì non vedere — o che, peggio, volle credere anche quando sapeva.

Il ragazzo che volle fondare un esercito di Cristo

Marcial Maciel nacque nel 1920 a Cotija de la Paz, nello Stato di Michoacán, in una famiglia numerosa e fervente cattolica. Era nipote di un vescovo, Rafael Guízar y Valencia, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2006¹.

L’infanzia di Maciel fu segnata dalla violenza della guerra Cristera, la rivolta dei cattolici contro il governo anticlericale messicano. Da lì, forse, nacque la sua ossessione per la disciplina militare e per l’idea di una Chiesa assediata, da difendere come una cittadella sotto tiro.

A ventun anni, nel 1941, fondò in piena povertà la Congregación de los Legionarios de Cristo, presentandola come “un’armata di puri per ricostruire la civiltà cristiana”². Iniziò con pochi adolescenti, reclutati nei seminari e convinti che obbedire al “Padre” fosse obbedire a Dio stesso. Era abile, carismatico, di una gentilezza quasi ipnotica: confessava, consigliava, accarezzava le mani dei giovani che poi avrebbe abusato spiritualmente e sessualmente.

Negli anni Quaranta e Cinquanta la Legione crebbe con velocità vertiginosa. Maciel viaggiava tra il Messico e Roma, intrecciando rapporti con vescovi influenti e cardinali di Curia. Sapeva usare il linguaggio della devozione e quello del potere. Raccontava ai benefattori americani e spagnoli che stava “forgiando i nuovi san Paolo del Terzo Millennio”. Nel frattempo accumulava donazioni milionarie e costruiva scuole, collegi e seminari di lusso: tra questi, il Centro de Estudios Superiores de los Legionarios de Cristo a Roma e l’università Anáhuac a Città del Messico³.

 

Un santo ai piani alti, un predatore nel segreto

Dietro l’aura del santo fondatore si nascondeva una vita multipla. Già nel 1956, un gruppo di seminaristi lo denunciò al Vaticano per abusi sessuali e per l’uso di morfina. La Santa Sede aprì un’inchiesta: fu sospeso e stava per essere ridotto allo stato laicale. Ma nel 1958, alla morte di Pio XII, i suoi alleati approfittarono del vuoto di potere per scagionarlo. Documenti degli archivi vaticani aperti nel 2020 rivelano che il Papa era determinato ad agire, ma la morte lo fermò⁴. Maciel tornò a dirigere la Legione, e da quel momento nessuno osò più contraddirlo.

Era un manipolatore geniale. Faceva firmare ai suoi seminaristi il “voto di carità” — un’imposizione che esigeva silenzio assoluto su qualsiasi critica ai superiori. Nella pratica, significava che denunciare Maciel equivaleva a tradire Cristo stesso. Chi parlava veniva isolato, chi dubitava, rieducato. Chi cercava di andarsene subiva pressioni psicologiche devastanti.

Predicava la purezza ma conduceva una vita segreta di vizi e relazioni. Viaggiava in jet privati, possedeva case in diversi Paesi, e conduceva una doppia esistenza con due donne, dalle quali ebbe diversi figli. Alcuni di loro, oggi adulti, lo hanno accusato di averli abusati da bambini⁵.

Juan Vaca, Alejandro Espinoza e José Barba — tre delle sue prime vittime, tutti abusati quando erano adolescenti nei seminari legionari — hanno raccontato pubblicamente, decenni dopo, come Maciel usasse la confessione e la direzione spirituale per manipolare, isolare e abusare. “Mi diceva che stavo servendo Cristo in modo speciale,” ha ricordato Barba in un’intervista. “Ci sentivamo scelti. Solo anni dopo abbiamo capito di essere stati distrutti”⁶.

Il suo potere derivava dalla devozione cieca che ispirava e dall’immagine impeccabile che mostrava ai Papi. Pio XII lo ricevette in udienza privata. Giovanni XXIII lo lodò come “fondatore esemplare”. Ma fu Giovanni Paolo II a renderlo quasi intoccabile: lo chiamò “guida efficiente della gioventù” e lo volle accanto in diversi viaggi apostolici.

I Legionari, nel frattempo, erano diventati una macchina perfetta: scuole d’élite, università, movimenti laicali, capitali ingenti e un sistema di controllo interno degno di un servizio segreto.

 

La questione dei soldi: un impero nascosto

Quanto pesarono i soldi nel silenzio? Molto più di quanto la Chiesa abbia mai ammesso.

Maciel coltivò metodicamente relazioni con famiglie ricchissime in Messico, Spagna e Stati Uniti. Le università della Legione — come l’Anáhuac — generavano profitti stimati in 300 milioni di dollari all’anno⁷. Ma dove finivano questi soldi?

Nel 2017, le rivelazioni dei Paradise Papers mostrarono che la Legione aveva costituito società offshore nelle Bermuda, nelle Isole Vergini britanniche, a Panama e in Lussemburgo⁸. Nel 2021, i Pandora Papers svelarono una rete ancora più complessa: tre trust in Nuova Zelanda, aperti appena tre giorni prima dell’intervento del Vaticano nel 2010, che gestivano circa 295 milioni di dollari investiti in immobili residenziali negli Stati Uniti, petrolio, tecnologia e persino Kentucky Fried Chicken⁹.

I trust erano stati costituiti da padre Luis Garza Medina — architetto storico delle finanze legionarie e stretto collaboratore di Maciel — insieme ai suoi fratelli industriali. La Legione ha sempre negato il controllo diretto su questi fondi, ma i documenti dimostrano che la congregazione era l’unica beneficiaria di almeno uno dei trust¹⁰.

Perché questa architettura finanziaria? Ufficialmente, per gestire donazioni e pensioni dei religiosi anziani. In realtà, per proteggere patrimoni dalle richieste di risarcimento delle vittime e dagli occhi del Vaticano. Quando nel 2011 il cardinale Velasio De Paolis scrisse che la situazione finanziaria della Legione era “seria e difficile” e che non potevano permettersi i risarcimenti richiesti dalle vittime, quasi 300 milioni giacevano nascosti dall’altra parte del mondo¹¹.

Le università legionarie continuavano a fare affari d’oro mentre le vittime dovevano mendicare giustizia.

 

Il crollo dell’idolo

Nel 1997 il quotidiano americano Hartford Courant pubblicò un’inchiesta di Jason Berry e Gerald Renner che squarciò il velo: otto ex seminaristi accusavano Maciel di averli abusati sessualmente tra gli anni Quaranta e Sessanta¹². La denuncia era documentata, precisa, devastante.

La Legione reagì con la stessa strategia che aveva sempre funzionato: negare, accusare, intimidire. Nel 2007 citò in giudizio ReGAIN, l’organizzazione di ex-legionari che denunciava le pratiche dell’ordine¹³. Ma il tempo delle complicità era finito.

Nel 2004, mentre Giovanni Paolo II lo onorava ancora pubblicamente, l’allora cardinale Joseph Ratzinger dispose un’indagine riservata. Due anni dopo, ormai Papa Benedetto XVI, ordinò a Maciel di ritirarsi “a una vita di preghiera e penitenza”. Non ci fu processo canonico — Maciel aveva 86 anni — ma il verdetto era chiaro.

Maciel morì nel 2008 in Florida, circondato da pochi fedelissimi. Ai suoi religiosi era stato detto che era “un santo perseguitato”. I superiori della Legione continuarono a permettere per un anno intero che fosse venerato come tale, prima di ammettere la verità¹⁴.

Solo dopo la sua morte, la Legione ammise pubblicamente che il fondatore aveva vissuto una vita “senza scrupoli e senza vero amore per la verità”¹⁵.

 

La purificazione: un cammino incompiuto

Il Vaticano intervenne duramente. Nel 2010 papa Benedetto XVI nominò il cardinale Velasio De Paolis come delegato pontificio per riscrivere le Costituzioni e riformare l’ordine. Fu eliminato il “voto di carità” che aveva imposto il silenzio per decenni. Fu un processo lungo, pieno di resistenze interne.

Nel 2014 papa Francesco approvò le nuove norme. Nel 2019, la congregazione pubblicò un rapporto storico devastante: 33 sacerdoti legionari avevano commesso abusi su 175 minori tra il 1941 e il 2019, e almeno 60 di quelle vittime erano state abusate direttamente da Maciel¹⁶. La maggior parte delle vittime aveva tra gli 11 e i 16 anni. Il rapporto rivelò anche “catene di abuso”: 14 dei 33 preti abusatori erano stati a loro volta vittime da giovani.

Il rapporto identificò esplicitamente il cardinale Angelo Sodano — ex Segretario di Stato vaticano — come colui che aveva guidato gli sforzi per insabbiare le denunce¹⁷.

Dal 2020 la Legione pubblica rapporti annuali “Verità, Giustizia e Guarigione”. Nel report del 2024, l’ordine ha rivelato che dal 2019 sono state ricevute 20 nuove denunce contro sacerdoti legionari. Finora hanno fornito supporto e riparazione a 41 vittime¹⁸.

Ma le vittime ricordano che molte altre non hanno mai ricevuto risarcimenti adeguati, e che la giustizia non si esaurisce nelle scuse.

Nel 2023 la Santa Sede, attraverso il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata, riconobbe “progressi significativi nel percorso di riforma” pur mantenendo una vigilanza speciale¹⁹. La Legione e il movimento Regnum Christi hanno integrato laici nei propri organi di governo e adottato protocolli ispirati a Vos estis lux mundi, la normativa voluta da papa Francesco per rafforzare la responsabilità dei superiori religiosi.

 

L’eredità morale: chi sapeva cosa?

Nell’agosto 2025, HBO ha trasmesso una serie documentaria in quattro puntate, “Marcial Maciel: The Wolf of God”, che ha riportato il caso sotto i riflettori. La Legione ha collaborato, dichiarando che era un’occasione “catartica” per confrontarsi ancora una volta con la verità²⁰.

Ma la domanda rimane: chi sapeva cosa, e quando?

I documenti degli archivi di Pio XII dimostrano che il Vaticano era sul punto di espellere Maciel dal sacerdozio nel 1956. Sapevano. Ma la morte del Papa permise ai suoi alleati di cancellare tutto. Per altri cinquant’anni, Maciel continuò a reclutare, abusare, accumulare potere.

Giovanni Paolo II fu informato più volte, ma scelse di credere al “santo fondatore” piuttosto che alle vittime. Tre diocesi americane — Columbus, Minneapolis-St. Paul e Baton Rouge — vietarono alla Legione di operare già negli anni 2000. L’arcivescovo Edwin O’Brien di Baltimora impose controlli severi nel 2008, denunciando pubblicamente “l’obbedienza cieca” e i “metodi manipolatori sui giovani”²¹. Eppure il Vaticano agì solo nel 2006, quando Maciel aveva 86 anni.

Come ha scritto José Barba, una delle prime vittime ad avere il coraggio di parlare: “Maciel non fu solo un uomo malato, ma il prodotto di un sistema che scambiò la lealtà per la santità”²².

Un sistema in cui i soldi, il prestigio e l’apparenza contavano più della verità. Un sistema in cui denunciare significava essere distrutti, e il silenzio era l’unica strada per sopravvivere.

 

La Legione oggi: redenzione o sopravvivenza?

Nel 2025 la Legione di Cristo conta circa 1.320 membri tra sacerdoti, religiosi e seminaristi, in 22 Paesi. Il movimento laicale Regnum Christi ne raccoglie circa 19.500²³. Gli istituti educativi e le opere apostoliche restano numerosi — specialmente in America Latina, Spagna, Italia e Stati Uniti — ma hanno perso il tono trionfale dei decenni passati.

Il linguaggio è cambiato: oggi si parla più di accompagnamento, formazione integrale, servizio che di militanza. Il direttore generale, padre John Connor, in carica dal 2020 e riconfermato fino al 2026, ha dichiarato: “Abbiamo attraversato un deserto morale. Ora vogliamo essere una congregazione che mette la persona al centro, non il potere”²⁴.

Ma nel settembre 2025, un gruppo di 27 sacerdoti ed ex membri ha rilasciato una dichiarazione critica, accusando la congregazione di omettere “l’esistenza di coloro che hanno chiesto e cercato la verità completa e la giustizia chiara per le vittime di Maciel e del sistema di governo che ha creato fin dall’inizio”²⁵.

La Legione tenta una lenta redenzione: maggiore trasparenza, collaborazione con le autorità civili, formazione psicologica dei seminaristi, sostegno alle vittime. È un percorso reale ma fragile, come se la grazia e la colpa convivessero nella stessa casa.

 

La domanda che resta

Può una congregazione nata dal peccato rigenerarsi davvero senza rinnegarne il DNA?

Forse sì, ma solo se saprà fare del silenzio — non più quello imposto, ma quello che ascolta — la sua vera penitenza. Solo se capirà che la riparazione non è un optional, e che la giustizia per le vittime non può aspettare altri cinquant’anni.

Montanelli avrebbe sorriso amaro: “La Chiesa perdona tutto, ma non dimentica niente. Il guaio è che spesso perdona prima di capire.”

E forse oggi, mentre la Chiesa tenta di capire davvero, quel sorriso diventa una domanda che nessuno può più evitare.

 

 

 

Note

  1. Vatican News, “Canonization of Rafael Guízar y Valencia,” 15 ottobre 2006.
  2. Constituciones de los Legionarios de Cristo, ed. 1948.
  3. Legionaries of Christ Official Website, History and Apostolates, aggiornato al 2024.
  4. The Associated Press / National Catholic Register, “Legionaries of Christ Founder Almost Removed From Priesthood During 1950s, Vatican Documents Show,” 22 luglio 2024.
  5. Proceso (Città del Messico), “Los hijos secretos de Maciel”, 2010.
  6. HBO Documentary, “Marcial Maciel: The Wolf of God,” agosto 2025; testimonianze di Juan Vaca, Alejandro Espinoza e José Barba.
  7. Raul Olmos, investigative report per Mexicans Against Corruption and Impunity, citato in National Catholic Reporter, novembre 2017.
  8. Nicole Winfield / Associated Press, “Legion of Christ admits offshore holdings in tax havens,” Crux, 14 novembre 2017.
  9. International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), “Pandora Papers: As Catholic order fought sex abuse claims, secret trusts devoted to it poured millions into American rental properties,” 6 ottobre 2021.
  10. ICIJ Pandora Papers report; El País investigation, ottobre 2021.
  11. Cardinal Velasio De Paolis, letter cited in Gianluigi Nuzzi, Via Crucis (2014).
  12. Hartford Courant, “Power and Peril: The Sexual Abuse at the Heart of the Legionaries of Christ,” 23 febbraio 1997; Jason Berry & Gerald Renner, Vows of Silence, Free Press, 2004.
  13. Wikipedia, “Controversies surrounding the Legion of Christ,” lawsuit filed August 2007.
  14. Vatican statement, 2010; Legionaries of Christ documentation.
  15. Legionaries of Christ – Statement on Marcial Maciel, 2009.
  16. Informe 1941–2019 sobre los abusos sexuales de miembros de los Legionarios de Cristo, Roma, dicembre 2019.
  17. Ibid.; Vatican documentation cited by Catholic News Agency, 2019.
  18. Legionaries of Christ, “4th Annual Report: Truth, Justice and Healing – 2023,” marzo 2024; “5th Annual Report,” aprile 2025.
  19. Vatican Dicastery for Institutes of Consecrated Life, Evaluation Report on the Legionaries of Christ and Regnum Christi, 2023.
  20. Catholic News Agency, “Legionaries of Christ comment on HBO series exposing sordid life of founder,” 28 agosto 2025; St. Louis Review, “Maciel documentary a ‘cathartic’ experience, Legionaries head says,” 18 settembre 2025.
  21. Wikipedia, “Controversies surrounding the Legion of Christ”; Archbishop Edwin O’Brien statements, June 2008.
  22. Barba, José, La voluntad del padre: historia de una impostura religiosa, Fondo de Cultura Económica, 2018.
  23. Regnum Christi Global Report, 2024–2025 edition.
  24. Intervista a p. John Connor, Crux Now, 15 gennaio 2021.
  25. Statement by 27 priests and former members, 2 settembre 2025, reported by St. Louis Review / OSV News.