Forum Nazionale Servizio Civile: Il servizio civile cresce, ma rischia il burn-out

Si è riunita a Roma l’Assemblea generale del Forum Nazionale Servizio Civile (FNSC) per confrontarsi sulle principali novità che negli ultimi mesi hanno interessato il Servizio Civile Universale.

Nato quale strumento di difesa della Patria alternativo alla leva militare, il Servizio Civile Universale rappresenta oggi una delle politiche “sociali” più interessanti nel panorama internazionale, capace non soltanto di intervenire nella vita quotidiana del paese e dei cittadini, favorendo la coesione sociale e l’affermazione dei diritti, quanto anche di sostenere gli interventi delle istituzioni nelle diverse emergenze (dal Covid-19 ai terremoti), affrontare le criticità di orientamento al mondo lavoro dei giovani (Garanzia Giovani), la transizione ambientale e quella digitale (PNRR).

Il Servizio Civile non è più e soltanto una politica, ma una vera e propria infrastruttura immateriale del nostro Paese, un “sistema sussidiario” che coinvolge 14 mila enti, pubblici e organizzazioni del terzo settore, larghissima parte del volontariato e, soprattutto, decine di migliaia di giovani ogni anno. L’inserimento del Servizio Civile Universale nel ‘Decreto Lavoro’ (Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro) e nel ‘Decreto PA’ (Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche) con una riserva del 15% di posti nei concorsi pubblici (Decreto PA) per i giovani che hanno svolto servizio civile, testimonia l’attenzione sempre crescente della politica verso le possibilità di impiego di questo istituto.

“Ciò di cui hanno bisogno i giovani che fanno Servizio Civile è un reale apprezzamento da parte dello Stato e dell’opinione pubblica per il loro impegno a favore della collettività. Abbiamo il dovere di riconoscere a questi giovani il valore di ciò che fanno per il Paese” dichiara il presidente Enrico Maria Borrelli, riferendo gli esiti dei lavori assembleari e anticipando le proposte che il FNSC rimetterà al Governo e al Parlamento. “I bandi speciali, tra cui quelli che riconoscono il Servizio Civile Universale quale strumento attuativo per le politiche ambientali e digitali del PNRR, sono sicuramente una ricchezza per questo istituto, ma attenzione a non considerare meno specifici gli interventi che quotidianamente, e da anni, si portano avanti con i bandi ordinari” avverte Borrelli. “Ogni progetto è una risposta ad un bisogno specifico, quando è suggerito da una programma pubblico come il PNRR e quando è proposto dagli enti, che sono i soggetti più prossimi ai territori e alle istanze dei cittadini, nel pieno rispetto delle finalità che lo istituiscono” continua il presidente del FNSC. “Accogliamo quindi con favore queste sperimentazioni, ma per evitare il burn-out dell’intero sistema, occorre integrarle in una programmazione annuale dei bandi e non agirle in continua emergenza, costringendo enti e Dipartimento a lottare contro il tempo. Per operare bene, occorre il tempo necessario per farlo.”

Tra le novità introdotte dalla riforma del Servizio Civile (Dlgs n.40/17) vi è l’inclusione dei giovani con minori opportunità, ancora oggi in fase sperimentale quale misura “aggiuntiva” e non strutturale. Su questo punto l’assemblea del Forum ha individuato una proposta di riforma da rimettere alle istituzioni.  “Chiederemo al Governo e al Parlamento di prevedere una deroga al limite di età per i giovani con disabilità, in quanto il loro percorso di crescita è più faticoso, talvolta più lento, e maturano con ritardo le abilità necessarie ad affrontare esperienze strutturate come il servizio civile. Abbiamo il dovere, proprio per favorirne l’inclusione, di offrirgli opportunità di accesso adeguate e non escludenti. Solleciteremo il Parlamento ad operare una modifica del Dlgs 40/17 e confidiamo in un consenso unanime delle forze politiche” anticipa Borrelli.

Centrale nel dibattito che ha animato l’assemblea il ruolo della comunicazione e della promozione del Servizio Civile: “L’impegno di noi enti sul piano della comunicazione è enorme, ma i nostri sforzi da soli non bastano a far crescere una ‘cultura’ pubblica del servizio civile. I giovani partecipano e si impegnano soprattutto quando percepiscono l’utilità di ciò che fanno ed è per questo che crediamo che al Servizio Civile occorra una comunicazione di senso, di valori e di pubblico riconoscimento. Facciamo in modo che l’Italia applauda questi giovani e loro parteciperanno sempre più numerosi. Dal Governo ci aspettiamo pertanto che rafforzi la comunicazione istituzionale e attivi una campagna permanente di promozione, non soltanto in occasione dei bandi, affinché il Servizio Civile possa entrare nelle case degli italiani, nelle scuole e nelle Università”.

L’assemblea si è soffermata, in ultimo, sul delicato tema dei fondi per il 2024. “Dopo l’estate inizieranno i lavori in vista della legge di Bilancio e per il Servizio Civile, terminate le risorse del PNRR, il Governo dovrà impegnarsi ad individuare quelle necessarie ad assicurare un contingente in linea con gli ultimi anni” afferma Borrelli. “Disponiamo allo stato di una previsione di appena 150 milioni per il 2024, a fronte dei 327 milioni del 2023 e dei 312 milioni del 2022. Senza risorse adeguate rischiamo la contrazione del sistema, l’abbandono degli enti e la sfiducia dei giovani: sarebbe un errore, oltre che un torto ai giovani, proprio adesso che abbiamo riconosciuto al loro straordinario impegno civile un valore tale da meritare una riserva di posti nei concorsi pubblici. Insieme agli altri coordinamenti e agli enti di servizio civile solleciteremo il Governo affinché scongiuri questo rischio” conclude Borrelli.