Domenica 30 novembre (alle ore 18,30, nel “Vittorio Alfieri”) va in scena il penultimo spettacolo del cartellone autunnale di “Teatri di Naso”: “Elisabetta e Limone” di Juan Rodolfo Wilcock, interpretato da Cinzia Muscolino e Stefano Cutrupi, con la regia di Tino Caspanello; Muscolino firma anche scena e costumi. La produzione è del Teatro dei 3 Mestieri di Messina.
Wilcock (1919 – 1978), famoso poeta, scrittore e drammaturgo argentino, poi trasferitosi a Roma perché non si sentiva a suo agio con il regime peronista, in precedenza ingegnere, è uno dei più famosi intellettuali dello scorso secolo. Nei suoi lavori per il teatro, scritti in italiano, ha saputo spesso mettere insieme nonsense e profondità di pensiero, situazioni limite e simpatia per gli esclusi, quasi coniugando Ionesco con Pasolini.
Nelle note della produzione e della regia su “Elisabetta e Limone”, si legge fra l’altro: «“Noi fatti di parole e di nient’altro, costruiti a caso da un linguaggio, ci domandiamo: ma perché soltanto noi dobbiamo essere uccisi da un linguaggio, mentre le bestie vivono, le piante vivono e noi si muore grammaticalmente?”. Comincia con queste parole una delle più belle poesie di Juan Rodolfo Wilcock e queste potrebbero bastare a descrivere tutta l’atmosfera che si respira nel testo “Elisabetta e Limone”, dove due solitudini si incontrano, due solitudini che vivono di reclusioni fisiche e mentali, che si respingono, si lottano e si cercano e si accettano, perché oltre alle parole che non riescono più a dire il senso delle cose, perché esso è stravolto o rimane oscuro e incompreso, oltre alle parole che non comunicano più, c’è la bellezza del sogno a occhi aperti, di un teatro che ci costruiamo dentro di noi per non soccombere davanti al mondo che corre, per il quale non possiamo avere che uno sguardo disilluso e, tuttavia, appassionato».
E ancora: «Elisabetta si è chiusa in casa, la sua vita è ormai davanti a sé stessa, davanti a simulacri ai quali rivolgere preghiere o accompagnata da gatti da legare perché non scappino via, come il tempo. Limone è fuggito da una prigione che lo segregava ingiustamente per un sogno sbagliato. E quando si incontrano, nasce la paura, che si trasforma in odio, poi in rassegnazione, e ancora in curiosità, per diventare infine accettazione dell’altro, quotidiana e incondizionata».
Il cartellone autunnale si concluderà poi il 7 dicembre con lo spettacolo “Diario di un dolore”, un progetto di Francesco Alberici, in scena con Astrid Casali. Lo spettacolo è presentato da Scarti Centro di produzione teatrale d’innovazione, Teatro Piemonte Europa – Festival delle Colline torinesi.
“Teatri di Naso”, rassegna fortemente voluta dal Comune di Naso, ha la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura, si avvale dell’organizzazione dell’associazione “Castello di Sancio Panza”, del sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, della collaborazione della Pro Loco Naso, della direzione tecnica di Stefano Barbagallo e della grafica di Riccardo Bonaventura.
