Con Ludovica, per il teatro

Il progetto di memoria viva che il Centro Teatrale Bresciano dedica a una delle più grandi artiste della scena di sempre, Ludovica Modugno.

A due anni dalla scomparsa, il Centro Teatrale Bresciano è orgoglioso di presentare uno straordinario progetto di memoria viva dedicato a una grande artista della scena, legata da un lungo e affettuoso rapporto con il CTB, Ludovica Modugno.

Un’attrice straordinaria che ha arricchito il teatro italiano con la sua dedizione e il suo amore per il lavoro in palcoscenico, e con il suo impegno culturale e civile. Alla sua generosità, al suo talento e alla sua umanità il CTB vuole dedicare questa operazione di memoria, rivolta al futuro.

Grazie alla generosità da fratello di Ludovica, Paolo Modugno, e all’impegno dell’Archivio e Centro Studi, il CTB realizza un progetto articolato, che si compone di una parte rivolta all’implementazione del patrimonio documentale e storico dell’archivio dello Stabile, accanto a iniziative aperte al pubblico e dedicate alla condivisione e conoscenza dell’arte teatrale di Ludovica Modugno.

Di seguito la sintesi delle azioni intraprese, il cui dettaglio è ampiamente descritto nel dossier allegato a questo comunicato stampa:

  1. la donazione da parte della famiglia Modugno dei documenti e materiali d’ambito teatrale appartenuti a Ludovica Modugno e l’istituzione del Fondo Modugno-Angelillo presso il Centro Studi CTB. Un archivio privato, custodito presso la sua abitazione, costituito da copioni, manifesti, locandine, programmi di sala, appunti, documenti amministrativi e organizzativi della compagnia, libri, premi, oggetti di scena, fotografie, videoregistrazioni che documenta un arco di lavoro lungo più di sessant’anni. Il fondo verrà ordinato, catalogato, digitalizzato e reso fruibile;

 

  1. l’avvio del progetto Biblioteca di documentazione sull’arte teatrale grazie al Fondo librario Modugno – che consta di oltre 750 volumi – che vanno ad arricchire il patrimonio documentario già in possesso dell’ente. Per la realizzazione di tale obiettivo il CTB si avvarrà della consulenza e della collaborazione del Servizio Biblioteche del Comune di Brescia, con lo scopo di mettere a disposizione di studiosi, appassionati e di un’utenza più vasta una collezione specialistica di rilevante interesse culturale;

 

  1. la realizzazione di un volume monografico dedicato a Ludovica Modugno nella collana I quaderni del CTB che riprenderà e allargherà un discorso iniziato nel Quaderno n. 3, dedicato all’allestimento di Ritter, Dene, Voss. L’uscita della pubblicazione è prevista per aprile 2024;

 

  1. la mostra dedicata a Ludovica Modugno, prevista per aprile-maggio 2024 a Brescia e a Roma, con l’esposizione dei materiali di maggior interesse provenienti dal fondo;

 

  1. l’istituzione della Borsa di studio nazionale “Ludovica Modugno” dedicata ai giovani talenti della scena italiana, finanziata dalla famiglia Modugno, che verrà rilasciata al Centro Teatrale Bresciano per un sostegno concreto a un progetto o a un percorso di crescita professionale di un giovane artista teatrale all’interno dell’attività produttiva e culturale dell’Ente. Si prevede di poter rendere pubblica la prima borsa di studio per il periodo maggio/giugno 2024;

 

  1. la realizzazione di una mise en espace dedicata a Ludovica Modugno di un testo dedicato a Ludovica Modugno, scritto dal fratello Paolo in suo omaggio, affidata all’interpretazione di una grande attrice; l’allestimento e il debutto sono previsti nella Stagione 2024/2025.
  2. Il Centro Teatrale Bresciano intende rendere omaggio a una delle maggiori interpreti della scena italiana del secondo Novecento, Ludovica Modugno.

    Un’attrice straordinaria, una donna generosa e piena di umanità e gentilezza, mancata prematuramente nell’autunno del 2021.

    Ludovica Modugno ha intrecciato la sua vita al teatro, al doppiaggio, alla televisione e al cinema, con esiti di straordinaria versatilità, e sempre animata da una inesausta curiosità e passione verso il mondo e le persone.

    Una carriera vastissima, iniziata all’età di 5 anni con il doppiaggio, dando la voce al piccolo protagonista di Marcellino pane e vino nella versione italiana del celebre film.

    La voce di Ludovica era unica, indimenticabile e inconfondibile, vibrava di cento sfumature: e nel corso dei decenni avrà modo di regalarla alle più grandi attrici del cinema internazionale, da Glenn Close a Meryl Streep, da Helen Mirren a Cher, da Emma Thompson ad Angelica Houston.

    E poi il debutto a teatro, a 7 anni, nell’Alcesti, diretta da Guido Salvini, leggendario protagonista del teatro del primo Novecento e erede di una gloriosa famiglia di teatranti. Al suo fianco niente di meno che Gianrico Tedeschi e Tino Buazzelli. E negli anni a venire la dirigeranno Puecher, Strehler, Zeffirelli, Salce, Salveti, Adriana Martino, Sandro Bolchi, Paolo Poli fino al bresciano Cesare Lievi, che le affiderà importanti ruoli in numerosi suoi spettacoli al CTB e al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

    E ancora la televisione, con i grandi sceneggiati – anche qui, un debutto precocissimo a 4 anni, in titoli entrati nella memoria collettiva come La pisana, Il romanzo di un maestro, Cime tempestose.

    Fino al cinema, frequentato in modo più sporadico, alternando parti in pellicole di impegno a ruoli in cui poteva dare libero campo alle sue doti comiche, di grande attrice popolare: tra i più recenti ed esilaranti cammei non si possono scordare quelli nei film di Checco Zalone.

    Al teatro però Ludovica tornava sempre, come alla sua vera vocazione, come alla casa più familiare e amata. Per lei il teatro non era la turris eburnea, il rifugio dalla vita nel piccolo mondo a sé della scena: era carne e sangue, era possibilità di trasformazione personale e comunitaria, era impegno, era soprattutto incontro: con gli artisti, con il pubblico, con le persone.

    Era il luogo – fisico e ideale, concreto e progettuale – che condivideva con il compagno di una vita, l’attore Gigi Angelillo, con il quale aveva fondato la Compagnia dell’Albero. Compagnia militante e coraggiosa, che tentava una difficile sintesi tra status privato e grande proposta culturale e civile, e nella quale Ludovica ricopriva tutti i ruoli: attrice, all’occasione anche regista e drammaturga, organizzatrice, amministratrice.

    Ludovica era una donna di grandi valori e ideali: vissuti nel quotidiano, non solo a parole.

    Credette fermamente nel teatro come un’arte che può cambiare la società, incidere nelle coscienze, migliorare almeno un poco il mondo.

    Era una donna colta, un’attrice preparatissima e minuziosa, di una professionalità persino prodigiosa, appresa da autodidatta, a una scuola secolare, quella della pratica del palcoscenico fin dall’infanzia: e al tempo stesso era una persona schietta, senza alcuna traccia d’orgoglio o snobismo. Le piaceva parlare con tutti, ascoltava tutti, amava la compagnia delle persone. E soprattutto dei giovani, che non guardava mai dall’alto in basso.

    Era una vera democratica: per natura, per esercizio, per rispetto di sé e degli altri.

    Questo suo innato, tenace senso della democrazia e l’altrettanto radicata passione politica la portarono anche ad allontanarsi, negli anni tumultuosi della contestazione, dai circuiti ufficiali del Teatri Stabili, nei quali pure aveva avviato una carriera solidissima e molto promettente.

    La coerenza dell’impegno la portò a percorrere altre strade, più difficili e meno garantite, a fare compagnia da sé, a prestare il suo lavoro a progetti spesso arditi, ma in cui credeva fermamente, per avvicinare le persone al teatro e il teatro alla realtà, e promuovere una nuova idea di società.

    Lo testimonia, tra le tante imprese, l’impegno profuso per la diffusione della cultura teatrale in Sardegna e Calabria a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: due territori difficili, dove non esistevano un sistema e una consuetudine teatrale solidi, dove spesso mancavano le strutture e le organizzazioni, e il pubblico era tutto da costruire e conquistare.

    Ma Ludovica non si scoraggiava: si buttava con tenacia nelle cose in cui credeva. E non lasciava mai indietro l’allegria, la risata fragorosa, la voglia di divertirsi e divertire, lei che pure era una delle persone più sensibili che abbiano camminato sulla terra.

    Chi non la ricorda in spettacoli di esilarante energia, come il leggendario Esercizi di stile che lei, Gigi Angelillo e un giovane Francesco Pannofino portarono in giro per il mondo per quasi 20 anni, facendo sbellicare intere platee dall’Italia a Parigi, da New York a Sidney?

    O, nel privato, dismessi gli abiti di scena, la gioia genuina dell’incontro con lei: nelle sue altrettanto leggendarie cene – fossero a Roma, nella storica casa di Piazza del Popolo, dove si ritrovavano tutti, da Vittorio Gassman a Gigi Proietti e Michele Placido; o fossero in tournée, consumate a ora tarda in trattoria o a casa degli amici che ovunque Ludovica si creava?

     

    Negli ultimi due decenni della sua carriera Ludovica Modugno aveva allacciato un rapporto speciale con Brescia, e con il suo teatro Stabile.

    Con il Centro Teatrale Bresciano Ludovica Modugno ha realizzato importanti spettacoli, sotto la direzione di Cesare Lievi, e ha poi partecipato a numerosi progetti culturali e artistici, fino alla sua ultima apparizione sulle assi del palcoscenico, avvenuta nello spettacolo di produzione Ritter, Dene, Voss andato in scena nel giugno 2021 proprio al Teatro Sociale con la regia di Elena Sbardella.

    Solo due giorni dopo la conclusione delle recite bresciane Ludovica Modugno manifestava i primi gravissimi segni della malattia che in pochi mesi avrebbe spento il suo entusiasmo e le sue forze.

    La sua tenacia, la sua generosità, la sua incrollabile fede nel teatro le permisero di portare fino in fondo – e con tutta la bravura e la verità che sempre sapeva portare in scena – quello spettacolo in cui lei credeva così tanto, quel testo così arduo da apprendere e da interpretare.

    Senza cedimenti, anche quando la stanchezza sembrava sopraffarla; senza dire nulla del suo malessere per non turbare i fragilissimi e preziosi equilibri che reggono un allestimento, il lavoro tenace e vorticoso di molte persone intorno a un testo.

    Questa era Ludovica Modugno: un’artista enorme, una donna straordinaria.

    Ludovica Modugno ha arricchito tutte le persone che hanno condiviso con Lei un pezzo di strada, sia professionale, sia umana.

    E la sua generosità continua, non smette di dare frutti, nel presente e per il futuro.

    Oggi il Centro Teatrale Bresciano vuole dare una forma e una sostanza concrete a questo sentimento di gratitudine che Ludovica continua a suscitare nella comunità teatrale.

    Nasce così Con Ludovica, per il teatro, un progetto di memoria viva per provare a raccontare la complessità, la forza e la unicità di Ludovica e a far durare nel tempo la sua meravigliosa testimonianza di fiducia nel teatro e nelle sue possibilità di trasformazione del presente.

    Il progetto è condiviso e realizzato in stretta sinergia con la famiglia Modugno, e in particolare con Paolo Modugno, che con la sorella Ludovica ha condiviso una vita di affetto, battaglie teatrali e civili e lavoro, tra palcoscenico e doppiaggio.

    Da questa collaborazione prendono vita alcune iniziative – strettamente interconnesse – di carattere editoriale, culturale, commemorativo e di sostegno alle giovani generazioni di artisti del teatro, che danno forma al progetto Con Ludovica, per il teatro.