Chiesa & donne: per essere cristiani, bisogna amare la verità, anche quando la verità fa male

di ANDREA FILLORAMO

Rispondo all’email della prof.ssa E.G, che fra l’altro mi scrive: “Mi congratulo per il suo articolo, in cui manca però almeno un accenno alla ‘caccia alle streghe’ di cui poco oggi si parla…”

Nel mio articolo, al quale la mittente dell’email fa riferimento, ho scritto sui gravi pregiudizi sulle donne contenuti in alcuni libri della Sacra Scrittura, in pagine dei Padri della Chiesa che non tutti conoscono, il cui senso molti teologi cercano di nascondere, utilizzando mezzi e strumenti ermeneutici in modo distorto, dimenticando o volendo dimenticare quanto Gesù ha suggerito quando ha detto: “il vostro parlare sia sì sì no no”.

Ciò vuol dire che per essere cristiani, bisogna amare la verità, anche quando la verità fa male e quando il suo richiamo anche storico che per questo non può essere negato o cancellato, crea qualche turbamento nella coscienza.

È bene dirlo e scriverlo a caratteri cubitali: La Chiesa, dopo venti secoli, pur avendo avuto tanti periodi oscuri, al di là dei peccati del suo clero, del disprezzo del genere femminile, della pedofilia che c’è stata sempre, che è una patologia che ha infettato papi, vescovi e preti… ancora è viva e realizza la promessa di Cristo: “sarò con voi fino alla fine dei secoli”.

Essa – diciamolo chiaramente – riscopre la sua vitalità solo nel momento, e questo, con l’avvento di Papa Francesco è da considerare un momento idoneo, in cui si copre il capo di cenere e riconosce di essere peccatrice.

Già prima di Papa Bergoglio, il suo immediato predecessore, da cardinale, aveva scritto: La chiesa, fin dall’epoca neotestamentaria non ha mai perso l’autocoscienza del peccato che la abita: essa è santa perché è corpo di Cristo, ma è peccatrice nei suoi figli, sempre bisognosa di purificazione e di perdono. Certo negli ultimi secoli – finita la cristianità compatta e iniziato il confronto e lo scontro tra chiesa e società – è apparsa l’autodifesa a oltranza da parte della chiesa, l’apologia della società perfetta, e così l’atteggiamento di ammissione dei propri peccati si è affievolito e talvolta è venuto meno: questo fa sì che alcuni cristiani continuino a temere gesti di confessione dei peccati commessi da membri dell’unico corpo ecclesiale, non li colgano come atti legittimi, li ritengano inopportuni o addirittura li sviliscano negando l’istanza evangelica che li suscita e scambiandola per preoccupazione di adeguarsi alla mentalità mondana”.

Fa bene, quindi, la mittente dell’email che evidenzia uno dei fatti più gravi di cui si è macchiata la Chiesa Cattolica: la cosiddetta caccia alle streghe, un fenomeno che una certa storiografia cattolica ha quasi ad arte dimenticato, in cui erano proprio le donne che costituivano il bersaglio preferito con cui si voleva eliminare “il principio femminile, dato che Il ruolo naturale di guide da esse esercitato nella comunità minacciava il potere delle autorità (principio maschile). Erano infatti le donne che avevano un potere e una forza naturali, incarnavano la sovranità del principio femminile con i suoi valori di conservazione, protezione, aiuto reciproco, condivisione… trasmettevano forza alla popolazione”.

Parliamone pure: dal 1257 al 1816, quindi per quasi sei secoli, l’Inquisizione torturò e bruciò vive sul rogo milioni di donne, accusate di stregoneria e di eresia contro i dogmi religiosi e giudicate  senza alcun processo e col terrore della tortura.

Se “confessavano” erano dichiarate colpevoli di stregoneria, se invece “non confessavano” erano considerate eretiche, e in ogni caso arse sul rogo. Alcune erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva cioè gettata in acqua legata a una pietra. Se annegava era innocente, se invece restava a galla era una strega … in ogni caso moriva!

In tre secoli alcuni storici hanno stimato che furono sterminati nove milioni di streghe, all’80% donne e bambine. Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto. La famiglia intera veniva spossessata di ogni bene; si dissotterravano persino i morti per bruciarne le ossa.

Vogliamo elencare in sintesi i responsabili primi di questa strage di donne, da  quando fu instaurata l’Inquisizione contro le “streghe” e contro gli “eretici” con una serie di decreti papali?

Nel 1252 Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura per estorcere “confessioni” di stregoneria da parte delle donne sospettate.  Successivamente, Papa Alessandro IV diede all’Inquisizione ogni potere di torturare ed uccidere, in caso di stregoneria coinvolgente l’eresia. Il 5 Dicembre 1484: Papa Innocenzo VIII emise la bolla “Summis desiderantes affectibus” sulle streghe, che ordinava di inquisire sistematicamente, per scoprire torturare e giustiziare le streghe in tutta Europa.

Nel “Malleus Maleficorum” (il maglio delle streghe) una sorta di “Manuale del perfetto inquisitore”, gli “esperti” della Chiesa Cattolica (ovvero i frati domenicani Heinrich Kramer Institor e Jacob Sprenger) elencavano dettagliatamente quello che combinavano le streghe: «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l’uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano gli uomini, donne, animali da tiro, mandrie, greggi ed altri animali domestici; fanno soffrire, soffocare e morire le vigne, piantagioni di frutta, prati, pascoli, biada, grano e altri cereali; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire…».

Il Malleus Maleficorum stabiliva che la strega accusata doveva essere “spesso e frequentemente esposta alle torture“.

Le cacce alle streghe erano campagne ben organizzate, intraprese, finanziate ed eseguite dalla Chiesa e dallo Stato. Questo regime di terrore durò oltre cinque secoli, sotto la benedizione di almeno 70 papi, tutti in qualche modo compromessi con questi orrendi crimini.

Tra il 1450 e il 1700 in Europa furono celebrati circa 100mila processi di stregoneria, la metà dei quali si conclusero con il rogo delle persone accusate.

Purtroppo il fenomeno persiste ancor’oggi sotto altre forme. L’importante è che alla fine ognuno si accolli la propria responsabilità dell’odioso crimine nella percentuale che gli compete.