Chi si attende che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni con i campanelli, ne diventerà sempre preda e  zimbello

di ANDREA FILLORAMO

 “Dostoevskij, romanziere cristiano nonostante il dubbio”: cosi “Avvenire”, il 3 dicembre 2012  titolava un suo articolo in cui riportava la riflessione di un teologo protestante inglese,  in cui si contestava l’affermazione che il grande scrittore russo fosse   stato un paladino del cosiddetto “ateismo cristiano”, movimento culturale, anzi intellettuale, in cui i partecipanti spesso non nascondevano di essere personalmente su posizioni agnostiche o atee rispetto alla problematica religiosa, ma in ogni caso, paradossalmente, cristiani.

Alla luce di questa affermazione possiamo facilmente leggere le pagine di Dostoevskij, in cui trasuda la religiosità del popolo russo, che vede Dio operare, anche attraverso i miracoli, che, però, se non ci sono, non bisogna mai inventarli.

Lo scrittore, infatti, affermava: “Non appena l’uomo rifiuta il miracolo, subito rifiuta anche Dio, giacché l’uomo va in cerca non tanto di Dio, quanto dei miracoli e quindi, dato che rimanere senza miracoli eccede le capacità dell’uomo, questi si fabbricherà dei miracoli nuovi, a modo suo, e finirà col genuflettersi davanti al miracolo del ciarlatano, dinanzi al sortilegio della ciana, fosse pure mille volte ribelle, eretico e ateo”.

Ho molto riflettuto su questo concetto e molto di più, in questo periodo, in cui la pandemia ci assale e la paura alimenta in molti la superstizione che fa vivere a tanti il rapporto con Dio con angoscia, ansietà, fanatismo, credulità, attesa di interventi risolutivi di una patologia anche letale indotta da coronavirus, contro il quale nessuna fede può intervenire.

In tale stato  facilmente c’è chi, quindi,  rinuncia al pensiero e cede il passo al  devozionismo anche il più becero e al miracolismo, che, assieme, costituiscono una falda purtroppo assai vasta della pietà cattolica, che dilaga dappertutto in ogni strato sociale attraverso varie espressioni, assecondate o promosse molto spesso da una certa parte del clero, che forse cerca o trova l’approdo alla sua  incapacità o negligenza pastorale e denuncia una profonda crisi della Chiesa quando si tiene lontana dal mondo scientifico.

Nessuno si meravigli: il devozionismo e il conseguente miracolismo, sono patologie molto gravi e diffuse dei cattolici, che ci sono sempre state e che hanno avuto e hanno un largo seguito.    

Senza un’attenta riflessione su tali malattie dello spirito sarebbe inspiegabile, per esempio, capire l’evento Medjugorje, in cui degli adolescenti, certamente non da soli, provocarono, affermando l’apparizione quotidiana della Madonna, un fenomeno religioso di grande dimensione, che dal 1981, è l’espressione di puro fanatismo e superstizione, dietro il quale ci sono affarismo, ignoranza impermeabile. Attorno a tale fenomeno, come sostiene Marco Corvaglia in un suo saggio (Medjugojie tutto falso) “si è eretta una delle più potenti macchine di disinformazione di massa che la storia ricordi” ed è “un’apoteosi dell’inganno, dell’ipocrisia, della doppiezza e monumento alla credulità, all’illusione, alla lucida umana follia”.

Basta leggere – aggiunge l’autore – i messaggi che l’immaginaria Madonna manda ai presunti veggenti che” sono di una banalità ridicola, non molto diversi da quelli dei predicatori televisivi della TV americana, che sono il non plus ultra dei kitsch e tuttavia vengono divulgati in tutto il mondo raccogliendo miliardi di Euro/Dollari”.

Al di là di quello che dicono Socci o Brosio, apostoli di queste presunte apparizioni e dei presunti miracoli e di Radio Maria – a parere dello scrittore – non ci sono risultati dei test “scientifici”, che sono sempre stati corretti, cambiati, mistificati, interpretati e quindi propagandanti in tutto il mondo.

E dei miracoli di cui si parla? I miracoli del sole sono ripresi con telecamera facendo scattare l’esposimetro e spacciati per autentici con imperioso sprezzo del ridicolo. I test sono incompleti, addirittura ridicoli.

Corvaglia smentisce poi una delle tante falsità che Socci & company ripetono incessantemente quando si parla di Medjugorje, ovvero la favoletta che la Chiesa Cattolica non prende una posizione sul fenomeno perché non può farlo finché non finiscono le apparizioni.

Questo per loro sarebbe molto comodo e utile, peccato che è falso: la Chiesa ha istituito già delle commissioni, queste hanno esaurito il loro lavoro e il responso è “non è evidente la soprannaturalità”.

Forse aveva ragione Arthur Schopenhauer quando scriveva: “Chi si attende che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni con i campanelli, ne diventerà sempre preda e  zimbello”.