Cei: pandemia ha fatto esplodere ‘faglie sociali’

Roma 22-3-2021 Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Prolusione del Cardinale presidente S.E. Gualtiero Bassetti. Servizio realizzato durante la pandemia Coronavirus/Covid 19 in Lockdown. Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Preoccupazione per la tenuta sociale del Paese è stata espressa dai Vescovi riuniti per la sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolto a Roma dal 22 al 24 marzo 2021, sotto la guida del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In questa fase delicata, è emersa l’urgenza di uno sguardo lucido sulla situazione attuale che si traduca in una presenza di speranza della comunità cristiana, ma anche in azioni concrete a sostegno delle famiglie e dei cittadini, in particolare quelli più vulnerabili. Sul piano sanitario, è stata ribadita la disponibilità a collaborare alla campagna vaccinale.

Nonostante le fatiche, tuttavia, questo tempo può diventare terreno fertile per stimolare, accompagnare e orientare la rigenerazione. In quest’ottica, il cammino sinodale rappresenta certamente uno stimolo e un’opportunità per la Chiesa che è in Italia. Più che un contenuto, questo cammino si configurerà come un metodo, uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa.

È stata ripresa, dopo una prima presentazione nella sessione invernale del 26 gennaio 2021, la riflessione sulle tre Istruzioni della Congregazione per l’Educazione Cattolica sull’affiliazione, l’aggregazione e l’incorporazione degli Istituti di studi superiori (8 dicembre 2020). Ai Vescovi è stata illustrata la mappatura delle Istituzioni in questione. Il confronto sul tema ha permesso di allargare lo sguardo ai Seminari e alla formazione sacerdotale. La riflessione proseguirà nelle prossime sessioni del Consiglio Permanente.

I Vescovi hanno poi convenuto sull’importanza di riprendere l’intuizione dell’Incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace”, sottolineando la necessità che l’evento del febbraio 2020 non resti un unicum, ma sia la prima tappa di un progetto che deve proseguire.

Nel corso dei lavori, è stato offerto un aggiornamento sulla prossima Assemblea Generale che dovrebbe svolgersi a Roma dal 24 al 27 maggio 2021 (l’andamento epidemiologico potrebbe incidere sulle date; ci si riserva successiva comunicazione). È stato anche condiviso il percorso intrapreso per definire i criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate ai ministeri del lettorato e dell’accolitato.

Infine, sono stati presi in esame alcuni adempimenti, tra cui le approvazioni del Messaggio per la Giornata del Primo Maggio, del regolamento del Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, delle modifiche allo Statuto della Fondazione Missio, dell’aggiornamento del calendario delle Giornate di sensibilizzazione a carattere nazionale; si è provveduto ad alcune nomine; è stato approvato il calendario delle attività della Conferenza Episcopale Italiana per il prossimo anno pastorale.

 Il difficile momento che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando a causa della pandemia e del suo drammatico “effetto domino” sulla salute, sul lavoro, sull’economia e sull’educazione è stato al centro della riflessione dei Vescovi che hanno ancora una volta espresso la loro preoccupazione per la tenuta sociale del Paese.

Le stime riguardanti l’esplosione di vere e proprie “faglie sociali” – tra i più ricchi e i sempre più poveri (fra cui rientrano in numero crescente lavoratori e piccoli imprenditori del ceto medio), tra donne e uomini, tra anziani e giovani – richiamano a un forte senso di responsabilità che deve accomunare le istituzioni, sia quelle civili sia quelle religiose. A tutti è chiesta una maggiore presenza, materiale e spirituale, per evitare che la forbice delle disuguaglianze continui ad allargarsi, recidendo certezze e prospettive, compromettendo lo sviluppo dell’intero sistema nazionale e gettando nelle braccia della criminalità e dell’usura chi non vede una via d’uscita. Di fronte a questo, i Vescovi hanno ribadito la necessità di politiche adeguate e coraggiose, capaci di sostenere cittadini e famiglie, in particolare i più fragili, e di dare anima e corpo alla ripresa. È indispensabile promuovere, per quanti si trovano in situazioni debitorie, un’efficace rete di supporto e di consiglio che permetta loro di orientarsi correttamente ai primi segnali di crisi senza attendere l’aggravarsi di situazioni difficili. Bisogna poi elaborare progetti innovativi ed efficaci che aiutino quei piccoli imprenditori la cui attività, pur essendo momentaneamente in crisi, mostra però una sostenibilità prospettica. Non va dimenticato che la questione occupazionale non può più essere disgiunta da quella ambientale: a cinque anni dalla pubblicazione della Laudato si’ e mentre si lavora per preparare la Settimana Sociale dei Cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, risuona con forza l’appello di Papa Francesco a una “conversione ecologica”. Come ricorda il Santo Padre: «È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Laudato si’, 139). Solo mettendo in campo azioni concertate e concrete – hanno evidenziato i membri del Consiglio Permanente – si può dunque parlare di futuro in termini realistici e possibili.

E quando si parla di futuro, a presentarsi con il suo carico di apprensione è il tema della denatalità. I dati confermano il calo costante delle nascite, che risente anche delle conseguenze socio-economiche della pandemia e del clima di disagio e incertezza che essa porta con sé. Per questo, appare quanto mai necessario lavorare, ognuno nel proprio ambito di competenza, per restituire fiducia e speranza ai giovani.

Su di loro e sui più piccoli grava inoltre la scure della povertà educativa, che sta causando nuove diversificazioni tra Nord, Centro e Sud e nuovi gap nell’accesso all’istruzione. Occorre impegnarsi perché nessuno resti indietro, nemmeno nel sistema scolastico. Il futuro comincia anche da qui.

Sul piano sanitario, i Vescovi hanno ribadito l’importanza della campagna vaccinale, da sostenere e implementare, a beneficio della collettività. La messa a disposizione delle strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia vuole essere un nuovo contributo di carità, in continuità con un cammino già avviato in tal senso presso numerose Diocesi.

Oltre alla vita pubblica e sociale, la pandemia ha stravolto le comunità cristiane, diocesane e parrocchiali, accentuando le differenze tra i territori e facendo emergere nuovi bisogni. Questo tempo, segnato da una certa stasi e dalla fatica diffusa, può diventare terreno fertile per stimolare, accompagnare e orientare la rigenerazione, rafforzando quanto di buono e di bello è già in atto, riaccendendo la passione pastorale, prendendo sul serio l’invito a rinnovare l’azione attraverso un costante discernimento comunitario. Per i Vescovi, è il momento di abbandonare quelle sovrastrutture che sanno di stantio e di ripetitivo, di recuperare il senso della verifica e il valore della progettualità che impongono scelte concrete, a volte di rottura o, comunque sia, non in linea con il “si è sempre fatto così”. Solo così ci si può aprire responsabilmente all’ascolto del cambiamento d’epoca e iniziare a camminare insieme. In quest’ottica, il cammino sinodale, sollecitato da Papa Francesco, non si configura come un percorso precostituito, ma come un processo, scandito dal ritmo della comunione, da slanci e ripartenze. Se la grande sfida è la conversione missionaria della pastorale e delle comunità, ciò che serve è un metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso, a intercettare le istanze delle diverse componenti del Popolo di Dio, a valorizzare le peculiarità pastorali delle Regioni ecclesiastiche e delle Diocesi, delle parrocchie e delle realtà ecclesiali tenendo in considerazione la storia, la ricchezza e i bisogni dei rispettivi contesti. Sarà importante, per questo, mettersi in ascolto attento delle persone e dei territori per entrarvi in relazione, coglierne le paure e le attese, scorgervi la presenza di Dio.

Più che un contenuto, il cammino sinodale – hanno convenuto i Vescovi – deve configurarsi come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia. Il sogno, condiviso, è che ogni comunità possa acquisire uno stile sinodale. In quest’orizzonte, è necessario combattere ogni autoreferenzialità e individualismo, non avere paura di mettersi in discussione e di rendere i laici protagonisti di un cammino che ha nell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco la bussola e nell’esperienza del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze una base da cui partire.

La questione del cammino sinodale, delle sue modalità di attuazione e dei tempi di realizzazione sarà discussa durante la prossima Assemblea Generale.