
Nuovo record di caldo in Sicilia con picchi che superano i 42 gradi in diverse province e comportano un grosso rischio per chi soffre o è predisposto ai disturbi venosi: oltre al pericolo di disidratazione e colpi di calore, secondo uno studio pubblicato sull’European Journal of Vascular and Endovascular Surgery, le alte temperature possono aumentare fino al 35% l’incidenza di sintomi venosi nei pazienti target.
In Sicilia tra 250mila e 400mila donne ne soffrono, in particolare nella fascia 25-65 anni, gli uomini di meno, tra 200mila e 300mila, dopo i 35 anni e soprattutto over 50: l’età infatti fa crescere l’incidenza dal 9,8% (18- 34 anni) fino al 25,7% (55-64 anni). Recenti ricerche confermano che tra i giovani 18-29 anni oltre il 45% riferisce sintomi di vene varicose (sale al 74% nella fascia 70-79), idem per le donne in età fertile con maggiore prevalenza tra 25 e 45 anni. Una revisione dell’American Heart Association evidenzia che le ondate di caldo prolungate possono incrementare l’insorgenza di trombosi venosa profonda (TVP) del 20%, perché il caldo estremo provoca vasodilatazione, rallenta il ritorno venoso e favorisce la stasi del sangue. Idratarsi costantemente per ridurre la viscosità del sangue, indossare calze elastiche leggere per favorire il ritorno venoso, praticare attività fisica moderata, evitando esposizione prolungata al sole, effettuare controlli ecocolordoppler periodici per intercettare precocemente safene e varici problematiche: sono alcuni dei consigli degli esperti per evitare un aumento dei problemi di circolazione venosa e del rischio trombotico, soprattutto tra chi soffre di vene varicose o insufficienza venosa cronica.
“Con queste temperature estreme, i disturbi venosi si acuiscono in modo significativo” – spiega il dottor Giovanni Alongi, angiologo fondatore dei centri Angiocor e segretario nazionale dell’AFI (Associazione Flebologica Italiana) – per questo è fondamentale agire in prevenzione e, quando necessario, intervenire con trattamenti rapidi e mini-invasivi”. Premiato per quattro anni consecutivi come angiologo più apprezzato d’Italia col “MioDottore Award”, il riconoscimento assegnato da numerosi colleghi sulla piattaforma più seguita in campo medico, Alongi ha brevettato il metodo Angiocor, un protocollo che combina tecniche ecoguidate ambulatoriali e procedure non invasive per trattare safene e varici in pochi minuti, senza bisturi, senza ricovero e con recupero immediato.
“La mia metodica prevede anche una fase di mantenimento personalizzata – prosegue Alongi – che riduce al minimo il rischio di recidive. Rispetto alla chirurgia tradizionale, l’impatto estetico è superiore e il ritorno alla vita quotidiana è pressoché immediato”.
Con tre sedi operative tra Palermo, Messina e Agrigento, i centri Angiocor sono oggi un punto di riferimento nazionale per chi cerca soluzioni moderne e personalizzate per la salute e l’estetica delle gambe: lo dimostrano anche i tanti pazienti che da altre regioni, come la Calabria, si recano in Sicilia per curarsi.