Arte, sostenibilità cambiamento climatico: l’Unione europea è interessata a un progetto italiano

di EveryOne Group

Pesaro  L’arte può essere uno strumento efficace nella difesa dei diritti umani, dell’ambiente, del paesaggio, dei beni culturali? Gli artisti-attivisti di EveryOne Group dimostrano da tanti anni che sì, arte e cultura sono in grado di promuovere messaggi a cui le istituzioni non possono evitare di rispondere e che, contemporaneamente, aggregano consenso e impegno intorno ad azioni civili e umanitarie. Roberto Malini e Fabio Patronelli hanno realizzato nel 2023 la video-installazione “Io sono Riceci” che ha ottenuto l’attenzione da parte della Commissione europea, che l’ha encomiata, e il patrocinio di Italia Nostra.

Sempre con Italia Nostra, i due artisti sono impegnati in un progetto europeo di salvaguardia dei paesaggi naturalistici e storici attraverso video d’arte realizzati in una tecnica mista di pittura digitale, animazione e intelligenza artificiale. Grazie alla partecipazione della comunità di Riceci di Gallo e Petriano (Pesaro e Urbino), Malini ha realizzato in questi giorni l’installazione “La sfera di Riceci”, che sarà collocata all’ingresso della località  che fa parte del paesaggio storico di Urbino, Patrimonio dell’Umanità UNESCO eppure… identificata quale sede di un’enorme discarica. Un progetto irresponsabile che è uno sfregio e che che è al centro di una campagna civile condotta da associazioni e attivisti. “La sfera di Riceci”, che riflette il paesaggio incontaminato e lo restituisce sotto forma di un’opera d’arte, è già un simbolo della lotta nonviolenta per salvare una valle che troviamo nelle opere di Raffaello e Piero della Francesca.

 

In previsione di numerose iniziative che già rientrano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato con fondi europei, Malini e il suo gruppo hanno proposto alla Commissione europea e contemporaneamente al governo italiano un progetto che si propone di evitare che parchi eolici e fattorie solari invadano i più bei siti paesaggistici, con enorme danno ambientale e contemporaneamente culturale. Il progetto prevede che tali impianti, ove necessario, siano collocati in file lungo le autostrade, all’interno di zone non paesaggistiche. “Queste soluzioni energetiche fortemente invasive,” spiega Malini, “causeranno manifestazioni di protesta, ricorsi al TAR e sentenze che potrebbero mettere in discussione la maggior parte dei siti identificati come ideali per parchi eolici e fattorie solari. Ecco perché proponiamo che questi impianti siano installati nelle aree prive di pregio naturalistico e o culturale che costeggiano le autostrade. Strisce d’asfalto autostrade, macchine che sfrecciano e sorpassano a tutta velocità, pianure sterminate, periferie urbane. Lì i parchi eolici si snoderebbero come moderni totem, nella loro sede ideale e in tutte le regioni. Nello stesso modo, le aree che costeggiano le autostrade potrebbero ospitare le fattorie solari. Noi identifichiamo in questa scelta un ulteriore possibile vantaggio ovvero l’installazione di turbine di tipo ENLIL, nate per sfruttare il traffico per produrre energia”.

 

Le turbine ENLIL sono impianti eolici verticali intelligenti, progettati sia per raccogliere l’energia dal vento naturale che quella creata dai veicoli di passaggio, aiutando inoltre a monitorare alcuni parametri ambientali. “Il progetto ‘Autostrade del vento’,” aggiunge Malini, “prevede l’installazione di file di turbine di uguale altezza o in alternativa di altezze diverse, che formino vere e proprie arcate, con profili simili nella forma al Ponte di Brooklyn o al Golden Gate. Il loro impatto, anche estetico, sarebbe imponente e fortemente simbolico della transizione ecologica necessaria al pianeta”.

 

Il progetto ha già riscosso l’attenzione dell’Agenzia esecutiva europea per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente, ma soprattutto della Commissione europea, che l’ha posto all’attenzione dei suoi  principali dipartimenti che si occupano di infrastrutture e transizione climatica. “Da parte nostra,” commenta Malini, “siamo entusiasti dell’attenzione che l’Europa riserva a un’iniziativa che coniuga arte, sostenibilità e rispetto dei paesaggi di terraferma e di mare. Qualora venisse accolta e seguita dal governo italiano e da quelli di altri Paesi membri, potrebbe consentire una produzione significativa di energie rinnovabili senza che si paghi un prezzo inaccettabile in termini di paesaggio, natura e cultura”.

 

Nelle foto, un’immagine dal progetto “Le autostrade del vento”