Anna Cappelli al Teatro Franco Parenti: dal 28 ottobre al 9 novembre 2025

Dopo il successo della tournée delle passate stagioni, Anna Cappelli approda al Teatro Franco Parenti di Milano per un ciclo di repliche dal 28 ottobre al 9 novembre 2025. Un ritorno particolarmente significativo, che riunisce in città il regista argentino Claudio Tolcachir e l’attrice Valentina Picello – appena vincitrice del Premio della Critica ANCT 2025 come attrice –  già protagonisti di un felice incontro artistico nato proprio a Milano con Edificio 3. Storia di un intento assurdo. Un incontro artistico e umano che ha dato vita ad uno spettacolo magnifico e ad un personaggio straordinario

Il monologo di Annibale Ruccello, autore di culto della drammaturgia napoletana, trova in Picello un’interprete di straordinaria intensità, capace di restituire la forza, la fragilità e le contraddizioni di una donna alla ricerca di indipendenza e identità. Tolcachir, che firma la regia, sceglie un impianto essenziale, affidando al corpo e alla voce dell’attrice la responsabilità di condurre lo spettatore in un viaggio vertiginoso tra solitudine, desiderio e disperazione, dove umorismo e tragedia si intrecciano con una precisione spiazzante.

Claudio Tolcachir dice dell’attrice: “Valentina ha dato al personaggio di Monica di ‘Edificio 3’ tutte le emozioni e i pensieri che avevo pensato per lei, arricchendola del suo carattere molto peculiare. Ho pensato a lei quale interprete ideale per questo monologo potente di un autore napoletano che fino a poco tempo fa non conoscevo, Annibale Ruccello, di cui ora desidero leggere ogni cosa”.

 

📝Note di Claudio Tolcachir

Un testo che si interroga sul ruolo della donna nel tempo. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse. Con umorismo pungente e assurdo questa pièce ci conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni. Commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori. Un gioiello teatrale sul corpo di un’attrice unica, Valentina. La sua sensibilità, la sua immaginazione e l’infinita delicatezza del suo humor daranno a questo testo una impronta unica e piena di aria fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti.

 

Note dello scenografo Cosimo Ferrigolo

La scena affaccia sulle macerie di una vicenda che continuamente ritesse se stessa, «in un vago altrove, tra il Vero e l’immaginario» dove – nelle parole di Nathaniel Hawthorne – «possono entrare gli spettri senza terrorizzarci»; dove «una forma amata un tempo ma ora scomparsa, se ne sta lì […] con un aspetto che ci lascia incerti a dubitare se stia tornando da molto lontano o se non si sia mai veramente staccata dal suo posto accanto al nostro fuoco». Nel progetto scenografico per Anna Cappelli, la materializzazione di un passato traumatico ricompone in modo frammentario e assurdo l’apparizione di ciò che è andato perduto, riconoscendo al ricordo la legittimità di plasmare anche ciò che potrebbe non essere mai davvero esistito. Cosimo Ferrigolo