Andrea Filloramo: Dalla devozione alle aule di tribunale

di Andrea Filloramo 

Dalla devozione alle aule di tribunale: la sedicente veggente di Trevignano, Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, originaria di Patti, è indagata per truffa aggravata. Mentre la perizia genetica svela la vera origine delle “lacrime di sangue” sulla statuina della Madonna, il presunto denaro datole dagli ex adepti finisce sotto la lente d’ingrandimento.

La Chiesa, pertanto, è costretta a prendere atto che, a causa del suo tardivo intervento di condanna, ha contribuito in modo determinante ad alimentare non solo la confusione fra i fedeli e gli entusiasmi malsani, ma anche le truffe che ne sono derivate, di cui dovrebbe, perciò, in un certo senso, sentirsi corresponsabile. 

Non è del resto quello di Trevignano l’unico caso. Ogni anno, infatti, in decine di luoghi sparsi per il mondo, qualcuno sostiene di aver visto la Madonna, di ricevere messaggi, di udire rivelazioni apocalittiche. Alcuni di questi fenomeni, che vengono talvolta promossi da “uomini di Chiesa”, attirano e incantano le folle. 

Il Magistero se da un lato invita sempre alla prudenza, dall’altro troppo spesso e per molto tempo, anche davanti a fenomeni evidentemente falsi, resta in silenzio.  

Alcuni sacerdoti, poi, frustrati nel loro ministero o stanchi di una Chiesa “istituzionale”, che appare lenta o poco profetica, proiettano le proprie attese spirituali in tali presunte apparizioni, si legano a comunità parallele, settarie, che rafforzano la loro frustrazione e li rendono impermeabili al discernimento ecclesiale.  

In parole povere, si rifugiano nel presunto o ingannevole “soprannaturale”, per evitare il confronto con la fatica pastorale concreta, la crisi della fede, il fallimento delle loro relazioni. 

Pertanto, un vuoto di discernimento viene presto colmato da interpreti improvvisati, spiritualità eccentriche, e perfino speculazioni economiche. 

Basta, infatti, un sito web, qualche video su YouTube e un messaggio “in nome del Cielo”, per creare un seguito di fedeli pronti a credere a tutto.  

In molti casi, dietro presunti fenomeni soprannaturali, si nascondono dottrine eterodosse, messaggi che creano panico spirituale, oppure un culto della personalità attorno al cosiddetto “veggente” o traffici economici ed altro. 

Occorre dire, al di là – come io ritengo – del caso di Trevignano, che non sempre questi fenomeni nascono da malafede.  

A volte sono semplicemente frutto di suggestione, spiritualismo incontrollato o desiderio di sentirsi “scelti”. Ma quando nessuno interviene, la loro forza necessariamente cresce e   il danno diventa ecclesiale. 

Nella storia recente, si possono citare esempi eloquenti. 

A Medjugorje, dopo decenni di attesa, la Santa Sede ha riconosciuto la validità pastorale del luogo di preghiera, ma non ha mai approvato le apparizioni. E’ questa una distinzione ignorata da chi vi partecipa. 

A Garabandal, in Spagna, la Chiesa ha espresso più volte giudizi negativi sulle presunte apparizioni, che dal 1961 al 1965, hanno avuto come protagoniste, quattro bambine; ha   deplorato che talune persone ed istituzioni abbiano continuato a formare movimenti in ovvia contraddizione con le disposizioni dell’autorità ecclesiastica, tuttavia,  molti hanno continuato a credere nei messaggi “nonostante Roma”. 

La stessa cosa è avvenuta a Giampilieri Marina, dove negli anni 90, a casa della Signora Pina Micali, sono apparse delle macchie di sangue in statue di gesso. 

Padre Giovanni Celi, che negli anni Novanta fu incaricato dall’allora arcivescovo Cannavò a valutare le misteriose lacrimazioni, manifestò la sua personale convinzione, probabilmente non condivisa da altri e forse non accettata dall’arcivescovo, dicendo: “La prudenza, in questi casi, non è mai troppa, quindi, capisco quelli che invitano ad essere cauti, ma per quello che mi risulta i fatti relativi alle misteriose lacrimazioni a casa della signora Pina Micali sono veri”. Da allora – è bene affermarlo – la Chiesa tacque e non se ne seppe più nulla.  

In altri casi, come quello di Vassula Ryden, presunta mistica cristiana, che viveva in Svizzera e sull’isola di Rodi, in Grecia, che affermava di aver ricevuto messaggi da Gesù Cristo e dalla Beata Vergine Maria, il giudizio di incompatibilità con la fede cattolica è stato chiaro. Eppure, anche lì, il silenzio iniziale ha generato confusione.  

Da evidenziare che un silenzio prolungato non è mai neutralità. È permissività ambigua. Quando la Chiesa tace, i fedeli meno formati prendono il silenzio come un via libera. Il problema non è la prudenza della Chiesa. È l’incapacità di dare risposte anche solo provvisorie, ma pubbliche. 

In un mondo iperconnesso, dove i “messaggi celesti” si diffondono in tempo reale, la Chiesa non può permettersi i tempi di un discernimento eterno. Non basta più “non approvare”. È necessario formare, educare, accompagnare, e, quando serve, prendere posizione con chiarezza. 

In fondo, dietro la proliferazione di apparizioni, c’è una sete autentica di Dio, una richiesta di senso, di ascolto, di consolazione.  

Ma questa sete rischia di essere dissetata con acque inquinate. Discernere è un atto di carità. Tacere, in certi casi, può diventare un atto di omissione. Il Vangelo chiede ai pastori di vigilare sul gregge, non per condannare, ma per custodire.  

Il caso di Trevignano Romano per coloro che hanno creduto, non va liquidato con superficialità né strumentalizzato come pretesto per dividere. In fondo, dietro ogni fenomeno spirituale c’è una sete autentica di Dio. Sta alla Chiesa, non solo correggere gli inganni, ma offrire percorsi credibili di fede, di preghiera e di comunità.  

Forse ciò che occorre è un serio esame sulla crisi di fede delle persone che probabilmente faticano ad avvicinarsi ad una Chiesa che, per tanti, non è in grado di soddisfare le loro richieste di natura interiore e, anche a causa degli scandali che l’hanno travolta, magari enfatizzati mediaticamente, ha abdicato al suo ruolo di guida spirituale.  

Se si vuole evitare o quantomeno limitare il proliferare dei fenomeni settari è necessario prendere atto di ciò e far sì che il messaggio cristiano assuma la forza originaria per chi è credente.  

Per far ciò è necessario che, oltre a chi si occupa di informazione, divulgazione e comunicazione, anche la Chiesa si assuma la propria responsabilità mettendo in guardia le persone contro pseudo veggenti, pseudo maghi e pseudo esorcisti che, approfittando di un momento di debolezza e fragilità esistenziale, potrebbero manipolare e abusare di chiunque fra noi, nessuno escluso.