Abruzzo e Puglia si preparano ad “allontanare” il gioco

Dopo Piemonte ed Emilia Romagna, l’Abruzzo si prepara a diventare la terza regione italiana a mettere al bando il gioco lecito che non rispetti i paletti imposti dalla legge regionale. Il prossimo 21 novembre, fa sapere l’agenzia Agimeg, in Abruzzo scadranno tutte le autorizzazioni relative a sale giochi e slot nei locali pubblici che non siano in linea con la legge 40 del 21 novembre 2013.

 

Nel dettaglio, sono vietate le nuove aperture nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili, come scuole, chiese, impianti sportivi e strutture sanitarie, e si stabilisce che le autorizzazioni già esistenti decadano entro cinque anni dall’entrata in vigore della legge.

Prima dell’Abruzzo, la ‘mannaia’ del distanziometro ha già colpito in Piemonte e in Emilia Romagna, che di fatto hanno espulso il gioco lecito dal proprio territorio. In Piemonte, le nuove norme restrittive in attuazione della legge regionale numero 9 del 2016 sono entrate in vigore nel novembre 2017 e prevedono che gli esercizi pubblici dove sono presenti apparecchi per il gioco debbano rispettare la distanza dai luoghi sensibili – come scuole di ogni ordine e grado, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi e compro-oro – in base al percorso pedonale più breve, che non sia non inferiore ai 300 metri per i piccoli Comuni e ai 500 metri per quelli oltre i 5.000 abitanti. Circa 30 mila slot presenti nei Comuni piemontesi sono state colpite dalla misura: di fatto oggi il gioco è bandito nel 98% del territorio. Per chi non rispetta la legge, sanzioni fino a 6mila euro.

In prima linea contro il gioco anche l’Emilia Romagna. Dal giugno dello scorso anno è diventato operativo il divieto di apertura e di esercizio delle sale gioco e delle sale scommesse, ma anche la nuova installazione di apparecchi da gioco entro una distanza di 500 metri dai luoghi ritenuti sensibili. La Giunta della Regione Emilia-Romagna ha infatti approvato una specifica delibera che dia applicazione a quanto previsto dalla legge regionale sul gioco d’azzardo patologico numero 5 del 2013.

Il divieto previsto si applica sia alla nuova apertura sia alle sale giochi e sale scommesse già in esercizio, oltre che alla nuova installazione di apparecchi da gioco presso esercizi commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande, nelle aree aperte al pubblico, nei circoli privati e associazioni.

In Liguria invece rimandata a data da definirsi l’applicazione della legge che limita il gioco. Il Consiglio regionale, lo scorso mese di aprile, ha infatti approvato un’ulteriore rinvio sine die dell’entrata in vigore della legge che riduce le sale gioco e le slot.

Le novità principali rispetto alla legge approvata nell’aprile 2012 e che attualmente sono sospese riguardano da un lato l’ampliamento da 300 a 500 metri della distanza di sale e apparecchi dai luoghi sensibili, e dall’altro la limitazione di questo divieto alle nuove aperture, con esclusione quindi delle autorizzazioni già esistenti. Se fosse entrata in vigore, la legge regionale avrebbe messo fuorilegge tutti i gli apparecchi di gioco posti in locali a meno di 300 metri da uno dei punti sensibili individuati, eliminando di fatto il 90% del gioco lecito nella regione.

Dopo Piemonte, Emilia Romagna e Abruzzo a novembre, a dicembre potrebbe inserirsi nel novero delle regioni che hanno puntato su una drastica riduzione del gioco anche la Puglia: la distanza da osservare per sale slot e scommesse è di 500 metri dai luoghi sensibili. Il termine dei cinque anni per le vecchie autorizzazioni è infatti fissato al dicembre 2018, a cinque anni dall’approvazione della legge regionale 43 del 2013 che disciplina l’offerta di gioco.