A chi dà fastidio un sacerdote di alto profilo carismatico?

di ANDREA FILLORAMO

Faccio conoscere un post del Prof. Salvatore Ruggiano, pur non condividendo il pessimismo che si rileva in alcune sue righe, particolarmente quando egli, volendo imprimere una certa velocità alle decisioni del vescovo, ad appena un anno del suo insediamento, fa pensare che Mons. Accolla approvi quello che egli chiama “lo stile antico della curia messinese che continua imperterrita rivelando una mentalità chiusa, farisaica, insindacabile e intoccabile” o addirittura fa pensare che questo sia lo stile dell’arcivescovo, che si manifesterebbe quando ha voluto sostituire il “giovane presidente Caritas che stava iniziando a sistemare un servizio” degradato e in crisi, per renderlo un polo di missione, di carità concreta, di attenzione e cura del volontariato, di ascolto di associazioni del Terzo Settore, di preghiera e tirocinio pre-seminario”- Il prof. Ruggiano conclude, quindi, chiedendosi: “ A chi dà fastidio un sacerdote di alto profilo carismatico?”. E’ proprio in questa domanda che si nasconde lo “scivolone” di memoria del caro mio amico Salvatore, che non riesce a pensare che i “mala tempora currunt” della vecchia gestione della diocesi non ci sono più e che il trasferimento dei preti avviene in un clima di collaborazione, di dialogo, di proposte, di accettazioni nella massima trasparenza; tant’è che, da quel mi risulta, molto spesso è il arcivescovo stesso che si incontra con i fedeli per dare comunicazione della mobilità dei preti. Trasparenza non significa sempre e in ogni caso far conoscere alcuni motivi che necessariamente non si possono comunicare per motivi discrezionali. Questo lo sa anche e soprattutto don Giuseppe Brancato che, per le sue competenze e per la sua disponibilità e per il bene della diocesi alla quale presta il suo servizio, ha accettato il nuovo servizio offertogli. Leggo, infatti, su “Tempostretto”: “padre Brancato è stato apprezzato proprio per le sue doti di attento osservatore e gestore anche sotto il profilo economico ed amministrativo. Sarà in un certo senso l’occhio” dell’arcivescovo e della Curia nelle isole Eolie. L’arcidiocesi infatti è: Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. La sua sarà quindi una “mission” ben più ampia di quello che a prima vista si possa immaginare. Più che un “allontanamento” in un luogo isolato è l’esatto opposto, è il mandare qualcuno di cui ci si fida e di cui si sono avute le prove che sa operare”. Il post contiene una sua personale lettura della situazione esistente nella sua parrocchia dove c’è un parroco di 87 anni, che non intendo assolutamente commentare.
Amici, qui non si tratta di contestare ciò che il vescovo fa nello svolgere il suo compito di Pastore. Ciò che vorremmo capire, io per primo,- da 66 anni partecipo alla vita diocesana e a quella di varie parrocchie,- come mai, cambiano i vescovi e i monsignori, ma lo stile "antico" della curia messinese, continua imperterrito rivelando una mentalità chiusa, farisaica, insindacabile e intoccabile. Noi laici, è dal Concilio che aspettiamo un NOSTRO coinvolgimento chiaro, collaborativo e corresponsabile e, invece, dopo 50 anni, in questa diocesi, la musica resta monocorde e noiosa. Quando due anni fa andai dal giovane vicario per chiedergli di tenere conto delle richieste scritte e firmate da larga parte della comunità dell’Annunziata, di affidare la parrocchia a un sacerdote che vi stava lavorando da anni come collaboratore parr., accanto ai giovani, rianimando una cellula moribonda, dandole vita con un progetto in linea con il programma episcopale, e con quanto gli ultimi papi chiedono con insistenza e forza: spalancare i cuori, uscire dalle quattro mura, fare MISSIONE, EVANGELIZZAZIONE, curarsi delle PERIFERIE, mettersi il grembiule della carità, il camice del soccorso ai piccoli, malati ed emarginati… mi fu risposto: "e sì, ora arrivati vui e cumannati!" Quindi è questo il virus che rende la chiesa schiava della secolarizzazione: il POTERE, di cui la Chiesa dovrebbe avere l’antidoto e la proprietà di produrre anticorpi contro le tentazioni diaboliche. E cosi stiamo assistendo alla decomposizione del tessuto sociale, economico nonché al degrado spirituale, morale di questa città. E di cosa ci si preoccupa? Di sostituire un giovane presidente Caritas che stava iniziando a sistemare un SERVIZIO degradato e in crisi, per renderlo un polo di missione, di carità concreta, di attenzione e cura del volontariato, di ascolto di associazioni del Terzo Settore, di preghiera e tirocinio pre-seminario …. A chi dà fastidio un sacerdote di alto profilo carismatico? Mentre non si osa sostituire chi regge la parrocchia da mezzo secolo! Era dai tempi di padre Franco Montenegro che non si godeva in Caritas un’atmosfera di cordialità, di comunione e cura dei poveri e svantaggiati. Gli ordini religiosi si stanno assottigliando, le chiese si svuotano, o si chiudono. PARLIAMONE TRA NOI DEI NOSTRI PROBLEMI, non nei talk-show o sui social. BASTA TACERE! rimbocchiamoci i carismi e cerchiamo di collaborare per una chiesa che vuole essere anche stimolo e pungolo per una ripresa di moralità e di coscienza civica nella nostra città.