Il “bazar della religione”

Ancor oggi sono molti quelli che credono che la Madonna appaia. Cosa ne pensa Andrea Filloramo?
Lo sappiamo e lo constatiamo e nessuno può mettere in dubbio che siano molti i cattolici e anche molti i preti che frequentano il “bazar della religione”, e che, per rintracciare quegli elementi che possono soddisfare la loro fame di infinito, s’inoltrano nel sottobosco delle visioni, delle apparizioni, dei miracoli, aggiungendosi ma nello stesso tempo distinguendosi da quelli che vanno dai santoni, dai guru, dai maghi e dalle fattucchiere. In questo clima, compaiono le Madonne, spesso l’una in concorrenza con l’altra, che ad ogni apparizione cambia nome e titolo.
Sono molti i preti e i parroci frequentatori, come tu dici, di questi “bazar della religione”. Ma la Chiesa cosa dice?
E’ ovvio che tutti, a cominciare dai preti che svolgono, assecondano o incrementano tali attività, ritenendole congrue o complementari al loro ministero, devono conoscere la posizione della chiesa cattolica al riguardo. Rispondo partendo da molto lontano e cito uno dei grandi mistici, dottore della chiesa, S. Giovanni della Croce, (1542 -1591) che nel suo trattato “La salita del monte Carmelo”, dice: “chi volesse oggi interrogare il Signore e chiedergli qualche visione o relazione, non solo l’offende. L’intelletto non deve ingombrarsi e nutrirsi con tutte queste apprensioni e visioni immaginarie e con altre forme di specie”. San Luigi Maria de Monfort (1673 – 1716), anche lui, diceva: “Non date credito alle favole, ai racconti senza fondamento, non andate in cerca di visioni”. San Tommaso d’Aquino, scriveva: ‘la nostra fede poggia sulla rivelazione, fatta dai profeti, dagli apostoli che scrissero i libri canonici, non già su qualche rivelazione che sia stata fatta ad altri’. Quindi la fede della chiesa si basa sull’insegnamento di Gesù e sulla tradizione che lo ha portato fino a noi. I grandi santi, i grandi mistici, i grandi dottori della chiesa, hanno sempre preso le distanze da visioni e visionari.
La Chiesa Cattolica, tuttavia, con il suo silenzio anche di queste tue citazioni, sembra cedere di fronte alla credulità popolare.
La chiesa, pur non entusiasmandosi ai fenomeni delle apparizioni, non le esclude a priori, ma, per ammetterle, pone dei criteri che talvolta non vengono tenuti presenti da quanti spinti da pathos religioso esprimono i loro sentimenti, le loro credenze che li porta a credere a quanto da altri è negato. A questi si deve il massimo rispetto, anche quando si fa critica o iper critica di un fenomeno sociale come è quello delle apparizioni e particolarmente di quelle mariane. Come è nel nostro caso. Per costoro è valido l’ invito ad attendere le decisioni della Chiesa. Non sarebbe la prima volta che, in luoghi di apparizioni visitati da turbe di devoti, di fedeli, di preti e di vescovi, si venisse a sapere che si svolgeva un grande imbroglio, un grosso falso, a volte iniziato come un gioco.
In che senso “ iniziato come un gioco”?
Mi riferisco al caso di ‘Garabandal’, negli anni 60, in Spagna, dove delle ragazzine, per gioco, incominciarono a dire che avevano visto la Madonna…. Questo fenomeno è andato avanti fino che hanno ritrattato e detto che avevano mentito. Il 17 giugno 1984, infatti, la “veggente” Mari Cruz rilasciava un’intervista rivelatrice al principale quotidiano spagnolo, El País nel quale si poteva leggere:“Non ho mai visto la Vergine ai pini e nessun personaggio celeste. Quella specie di commedia ci spaventò e pensammo che potesse finir male”. La pressione ambientale a cui furono sottoposte le giovani sedicenti veggenti fu un fattore determinante per il prolungamento, di quasi tre anni, degli assembramenti di persone che assistevano alle presunte apparizioni. Avverrà la stessa cosa a Medjugorje? Fin’ora i veggenti non l’hanno detto.
Tutte le apparizioni o pseudo apparizioni della Madonna, come si può facilmente osservare seguono tutte la stessa linea apocalittica.
Proprio così. E questo la dice lunga a chi vuole verificare l’inattendibilità dei veggenti e il canovaccio dei loro racconti. La linea tenuta in queste apparizioni segue da sempre il solito cliché, assolutamente antievangelico, che è il seguente: poiché il flagello della degradazione morale ha investito il mondo, su di esso sta per scatenarsi l’ira di Dio. Ciò però fino a quando interviene Maria, che non riesce più a trattenere Dio e promette, quale garanzia dell’apparizione, dei segni straordinari, normalmente nel cielo, che confermeranno anche la gravità delle minacce. L’unica possibilità per la salvezza è la preghiera del rosario. È interessante che, in certe apparizioni, i veggenti, non sapendo di cadere così nel banale e nel ridicolo, dicono che Maria stessa recita il rosario, rivolgendosi a se stessa. Aggiungo ma semplicemente come nota storica: il rosario è nato come strumento di preghiera per gli analfabeti nei monasteri, dove, i chierici e i monaci che sapevano leggere recitavano i 150 salmi in latino, ma i frati senza istruzione, partecipavano anche loro alla preghiera ripetitiva del rosario.
Alla recita del rosario i veggenti aggiungono l’invito al digiuno fatto dalla Madonna
A proposito del digiuno che i veggenti suggeriscono come un’arma per difendersi dalla stoltezza del mondo, ritengo – mi si perdoni l’amara ironia – che Dio e la Madonna mentre suggeriscono di digiunare, non si commuovono per il digiuno che metà dell’umanità è costretta a fare. In Africa, per esempio, morire di fame non è soltanto un modo di dire. Soprattutto per i bambini. Nell’Africa sub-sahariana, una persona su quattro è denutrita. Ogni anno circa tre milioni di bambini non superano il quinto anno di età. Un terzo di tali decessi è dovuto alla mancanza di cibo. Mi chiedo: forse quello che molti non riescono a fare con la dieta data dal medico riescono a farlo per l’invito a digiunare fatto dalla Madonna?.
Credo, però, che in una cosa dobbiamo essere d’accordo con i veggenti, quella che oggi la degradazione morale ha raggiunto il massimo.
Non è assolutamente vero! Questo appartiene al clichè delle apparizioni ed è in pieno contrasto con i dati storici e con la stessa parola di Dio. Se soltanto diamo uno sguardo alla storia, vediamo che ogni generazione rimpiange il passato, si lamenta del presente ed è angosciata dal futuro. Questo l’abbiamo sentito dai nostri genitori, dai nostri nonni. Per Dio e per la Madonna non può essere così. Essi non possono non confermare quello che c’è scritto nella Sacra Scrittura, nel libro dell’Ecclesiaste – e questo tre secoli prima di Cristo – in cui si afferma: “Non domandare come mai i tempi antichi erano migliori del presente. Perché una tale domanda non è ispirata da saggezza.” Quindi tre secoli prima di Cristo, la Sacra Scrittura dice: quelli che pensano che una volta si stava meglio sono degli sciocchi, non sono ispirati da saggezza. Ascoltiamo anche Platone che, quattro secoli prima di Cristo, scriveva: “Oggi il padre si abitua a essere simile al figlio e a temere i figlioli, e il figlio simile al padre e a non sentire nè rispetto nè timore dei genitori per poter essere libero; il “meteco” (che oggi è l’extracomunitario) pretende di essere uguale al cittadino e cosi dicasi per lo straniero (richiamo lo ius soli ) ; il maestro teme gli scolari, gli scolari si infischiano dei maestri; i giovani si pongono al pari degli anziani e li imitano nei discorsi e nelle opere, mentre i vecchi accondiscendono ai giovani e si fanno giocosi e saccenti, imitandoli per non passare da spiacevoli e dispotici’. Il poeta Giovenale infine dice: "Beati i tempi dei re e dei tribuni quando a Roma bastava una prigione. Oggi a Roma c’è una delinquenza che non si può più circolare per le strade”.
Cosa significa tutto questo?
La storia dell’umanità, per dirla con le parole di un padre della chiesa, non è quella di una penosa risalita dopo la caduta dei bei tempi antichi, bensì un cammino provvidenziale verso un futuro pieno di promesse. La tentazione di rimpiangere i bei tempi del passato, che sono belli solo perché sono passati, perché a sua volta non erano belli, è sempre il rimpiangere un paradiso perduto. Allora non c’è un bel tempo di una volta da rimpiangere. L’umanità, forse, non sarà molto migliorata, ma certo non è peggiorata. Questa idea dell’umanità che ha raggiunto ormai il massimo del degrado morale, non è compatibile con l’insegnamento di Gesù. L’insegnamento di Gesù è quello di una visione ottimista sull’umanità, cresce in misura lenta, ma inevitabilmente l’umanità cresce valorizzando sempre di più il bene dell’uomo. Quello che dicono, quindi, i veggenti non appartiene a Dio o alla Madonna ma è una loro visione prodotta dalla loro incultura.
L’altro tema, che viene proposto in queste apparizioni, è l’ira di Dio, che ormai è giunta al colmo, è il castigo, il giudizio di Dio sull’umanità.
La parola castigo è completamente assente dai vangeli. Nel messaggio di Gesù, l’immagine che lui dà di Dio, è quella di un Padre che è amore e l’unica maniera che ha per mettersi in comunicazione con gli uomini è quello dell’amore. Poi questo amore può essere accolto o no, questo compete agli uomini, ma da parte di Dio non c’è nessun castigo. Quindi pensare che adesso Dio voglia castigare l’umanità, questo è contro il messaggio di Gesù.
Protagonista, pressoché esclusiva di questi messaggi, è la Madonna
Perché a Maria è dato dai veggenti il ruolo di parafulmine dell’ira di Dio, della mamma alla quale ci si rivolge com’è nella famiglia patriarcale, alla quale i veggenti appartengono. Il padre rappresenta per loro l’autorità e la severità. Il figlio, normalmente, non si azzarda a chiedere qualcosa direttamente al padre, ma ricorre all’intercessione della madre. Nei vangeli, questo aspetto di Maria è assolutamente inesistente, perché è inesistente la figura di un Dio terribile da cui ci deve proteggere. Quindi, non essendo Dio un pericolo per l’uomo, Maria non ha più questo ruolo di difendere l’uomo dall’ira di Dio. Nelle apparizioni c’è sempre questa donna che non ce la fa più a reggere il braccio carico d’ira di Dio contro l’umanità, un’immagine che rimanda a miti antichi. Il Dio delle apparizioni assomiglia più a Giove che scaglia il fulmine sull’umanità che al Padre che a tutti dimostra amore.
La cosa che più colpisce nelle apparizioni è che Maria è sempre triste o addirittura come a Civitavecchia piange sangue
E’ proprio così. Una caratteristica delle apparizioni è sempre una Madonna tetra, lugubre, lamentosa, e soprattutto una Madonna che piange. Piange copiosamente lacrime, se di sangue meglio, fanno più effetto. Eppure nei vangeli Maria non piange mai. Presso la croce di Gesù, non c’è una mamma che sviene, che piange, per la morte del figlio, non c’è una donna che sta lì a compatire il figlio, ma c’è la discepola che sceglie di fare la stessa fine del suo maestro: questa è la grandezza di Maria presso la croce. Presso la croce – scrive l’evangelista Giovanni – sta in piedi (Stabat mater ).
Comunque, nelle apparizioni, vengono assicurati dei segni straordinari
Ebbene, Gesù chiama “generazione adultera e perversa quella che cerca i segni”. Scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi: “Mentre i giudei chiedono segni e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Gesù Cristo crocefisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani”. I segni di Gesù sono segni d’amore che potenziano la vita degli uomini. Gesù non agisce al di fuori, con segni straordinari o potenti che dimostrano il suo potere, ma dall’interno dell’uomo comunicandogli vita. Quelli richiesti dall’autorità e persino dai discepoli, sono i segni straordinari. Il Signore fa dei segni, ma sono segni intimi all’uomo che ognuno di noi può verificare. Ma Gesù dice: “A coloro che cercano dei segni straordinari, non verrà dato loro alcun segno, ma sono generazioni adultere e perverse”. E soprattutto dice: “Attenti ai falsi messia e ai falsi profeti, saranno questi che faranno dei segni straordinari”. Alla richiesta che fanno a Gesù: mostraci un segno da vedere per poi credere, Gesù dice: “Credete e sarete voi un segno che gli altri possono vedere”.