Il diavolo e gli esorcismi

Andrea Filloramo, vorrei farti alcune domande sul “pezzo” da te scritto riguardante il diavolo e gli esorcismi e dove hai chiamato in causa don Tonino Schifilliti, che è l’esorcista nominato dal vescovo
Esprimo, innanzitutto, ancora una volta la mia amicizia nei confronti di Tonino Schifilliti, che presta un servizio che qualche teologo da me citato in quel pezzo ritiene un "servizio ridicolo". Sono convinto che egli volendo essere dì aiuto a chi soffre, continuerà pure in questa attività. Certo non potrà esigere che sul diavolo e sulle possessioni tutti la pensiamo alla stessa maniera.
Sono tanti oggi interessati al mondo dell’occulto, del mistero, dell’irraggiungibile, del diabolico e ancora dei prodigi e dei miracoli. Non vedo quindi nulla di nuovo nell’interesse che essi hanno anche di Satana e del satanismo
Si è proprio così. Nessuno nega che ancor oggi – diciamolo chiaramente – molti cattolici fondano la loro fede su foschi fantasmi medioevali o addirittura su credenze pagane per lo più dualistiche, su pratiche evidenti di come la religiosità popolare della tradizione si alimenti oltre ogni misura di poteri soprannaturali caratteristici di tutte le sottoculture superstiziose, di simboli, di ataviche credenze, di ricerca vissuta con angoscia, ansia, curiosità smodata di fenomeni straordinari, miracolistici, che hanno come protagonisti Dio e il diavolo che si pensa che possa addirittura impadronirsi dell’uomo
Fatta salva sempre la fede che non deve mancare mai
Attenzione! In quel contesto il Dio al quale tanti cattolici credono, però, non è altro che la proiezione dei loro sogni, è il “totem” da placare perché non infligga dei mali, che, a loro provengono sempre dal maligno, È l’assoluto, il sacro, il lontano creatore che interviene sulla creazione, a richiesta di chi l’invoca. E’ un Dio “tappabuchi” – la parola non è mia, ma di Bonhoeffer -, un Dio inteso come, "Deus ex machina" che interviene laddove ancora sussiste un limite all’azione e alla forza umane. Di questa forma di religione, dice senza mezzi termini Bonhoeffer, dobbiamo liberarci con coraggio e senza remore, per la semplice ragione che si tratta di una falsa fede, una falsa religione. Il vivere in un mondo diventato adulto ci permette di liberarci delle false immagini di Dio, di togliere ogni incrostazione mitologica alla nostra fede e di incamminarci verso un rapporto autentico con Dio Non è difficile capire che il Vangelo non ha nulla a che vedere con queste concezioni di Dio.
Se osserviamo notiamo però che tanta gente prega, va a Messa, alle processioni, accende le candele e aspetta sempre che giunga la grazia o addirittura il miracolo da parte di Dio e se il miracolo non arriva pensa di accelerarlo con riti e acqua santa
L’elemento "portentoso", atteso dalla preghiera, dalle processioni, dai santini o dalle medaglie miracolose o persino constatato nelle statue che sanguinano é sempre esistito. La letteratura religiosa cristiana abbonda; ma siamo ancora molto lontani dalla fede. Molti episodi sono contenuti pure nei testi antichissimi di ogni popolazione, su ogni continente e di ogni fede religiosa, compreso il sanguinamento delle statue, sul quale val la pena soffermarci.
Vuoi dire che anche in altre religioni le statue hanno sanguinato?
E’ questo un classico che si è ripetuto sempre. Ci limitiamo a narrarne alcuni di quelli antichi. Tito Livio nella sua famosa storia di Roma, ne cita a profusione, quando ancora il Cristianesimo non era neppure apparso a Roma. (Livio era nato il 59 a.C. morto nel 17 d.C.). Questi fenomeni della credulità popolare a Roma si verificavano sempre quando le cose andavano molto male. E le calamità a Roma molto spesso non mancavano. Prolificavano le statue piangenti nelle invasioni, negli assedi, nelle disfatte, o quando una flotta colava a picco in una bufera. Gli dei partecipavano sempre all’angoscia dei cittadini senza più certezze nel futuro. Ma accadevano anche quando qualcuno non tollerava certe licenziose libertà all’interno della società, e si lamentava che la stessa era degenerata, diventata troppo opulenta, egoista, materialista, lasciva, immorale, dissoluta, degradata; e soprattutto miscredente. Non onorando gli dei, non partecipando ai sacrifici – affermavano i sacerdoti – le divinità piangevano, offese e addolorate. Certo che ciò ci fa molto pensare.
Erano quindi i sacerdoti a far piangere le statue?
Certamente! Superfluo dire, che a far nascere la psicosi collettiva erano proprio loro, i sacerdoti, quando gli adepti divenuti troppo gaudenti, edonisti, iniziavano a non più frequentare basiliche e templi per dedicarsi a cose più piacevoli e prosaiche. Negli eventi catastrofici della natura (pesti, terremoti, siccità, carestie ecc), in quelle militari o nel malessere sociale, i sacerdoti erano subito pronti a far nascere la psicosi e a predicare e ricordare che tutto il male derivava dal fatto che non si onoravano abbastanza gli dei, e che questa offesa a loro fatta si esprimeva non solo con il pianto di dolore per lo sdegno, ma preannunciavano anche gravi punizioni e immani sciagure per il futuro. E’ lecito anche almeno chiedersi:"qualcosa oggi è cambiata?".
Il mondo, quindi, è sempre lo stesso
Nonostante i progressi enormi compiuti dalla scienza, e un apparente distacco dell’uomo moderno occidentale da modalità di pensiero tipicamente arcaiche, la maggioranza della popolazione mondiale vive sospesa tra due mondi: da una parte, accetta tutti i ritrovati della scienza e della tecnica; dall’altra parte, crede nella iettatura, negli oroscopi, negli esorcismi, ecc.
È in un contesto di questo tipo che si inserisce, quindi, la possessione demoniaca?
Certamente! Essa si sviluppa e risolve, a mio parere, all’interno del rito esorcistico, tipicamente magico nella sua origine arcaica. La possessione è una modalità culturalmente determinata di espressione del malessere fisico, morale e psichiatrico,di cui l’individuo è portatore, ma di cui non riesce a comprenderne linguaggio e simboli. È la traduzione su un piano tradizionale e famigliare di qualche cosa di sconosciuto, e per questo fortemente angosciante. Il senso di insicurezza che sempre accompagna la malattia, e che aumenta con il diminuire della comprensione del disagio, rende gli uomini ugualmente aperti, dal punto di vista psicologico, sia all’intervento della scienza che a quello della religione.
Gli esorcismi, quindi, da quel che ho capito sono sempre esistiti e precedono di molto l’era cristiana
Sicuramente! Nel pensiero primitivo, infatti, ritenere che i comportamenti devianti e le malattie mentali fossero opera di demoni ignoti, era soltanto un modo di mascherare l’ignoranza. Similmente, molte affezioni psichiatriche, alcune turbe delle facoltà visive o uditive, e la paralisi, che un tempo erano interpretate fantasticamente, oggi sono spiegate dalla fisiologia e dalla psichiatria, e considerate sintomi di vari disordini patologici quali la schizofrenia paranoide, la depressione, o la sindrome della personalità multipla. Anche la sindrome di Tourette, ad esempio, è caratterizzata da una sintomatologia particolarmente appariscente: si manifesta con disturbi della psicomotricità e l’impulso anormale all’uso di espressioni oscene (coprolalia). L’unica medicina allora era l’esorcismo.
Ovviamente, là dove la scienza è assente, la religione polarizza su di sé tutte le attenzioni emotive del malato e di chi lo cura
Certamente! Si guarda a uomini ai quali si attribuisce un potere particolare, cioè gli esorcisti. Indubbiamente, oggi il Diavolo, come contenuto di disturbi psicopatologici, è raro, ma questo non vuole dire che sia eccezionale. Il Diavolo sopravvive ancora come contenuto dei disturbi psicopatologici, perché è un simbolo fortemente radicato nell’animo dell’uomo occidentale, basti pensare al suo divenire storico ed al significato che ha assunto nel corso dei secoli. Da sempre, Satana è stato caricato di peccati e di sensi di colpa attraverso un processo di proiezione.
Perchè nella Chiesa cattolica non si parla con franchezza di questi argomenti e si preferisce lasciare nel dubbio e quindi fare aumentare l’ansia a cui precedentemente accennavi?
Anche nella Chiesa cattolica finalmente comincia ad esserci il pluralismo, figlio della libertà di coscienza fino ad alcuni decenni fa negata. Espressione di questo pluralismo è anche la diversità o la pluralità di interpretazioni date a determinati passi del Vangelo che non possono essere visti come immutabili o figli degeneri del tempo in cui furono scritti. Mi riferisco anche quelli dove si parla del demonio. E’ questo un cammino lento, graduale che sicuramente condurrà ad esiti inimmaginabili. In questi giorni ho finito di leggere i tre libri (dico tre) che nello spazio di un anno il messinese don Pietro Scolaro ha scritto sul diavolo e sulle possessioni e in cui non si tiene conto dell’ermeneutica da me proposta. Li ho pagati più di sessanta euro. Non so a quanti euro corrispondano i diritti d’autore e quanti libri quel prete ha venduto nel "nome del diavolo". Spero che i soldi ricavati dalla vendita dei libri vengano dati in beneficenza. Nessuno quindi potrà dire: “I preti si servono di tutto per far soldi, anche del diavolo”.
Cosa diresti oggi ad un prete che fa l’esorcista?
Quello che ho già detto in precedenza nei confronti di don Tonino Schifilliti. Aggiungerei, però ancora di riflettere su quanto egli stesso afferma in un’intervista che gli indemoniati cioè sono pochissimi. Appunto per questo, gli suggerirei di indirizzare tutti dallo psichiatra. In parrocchia ha tanto da fare. Potrebbe cedere il compito di esorcista a qualche vecchio monaco o eremita come avveniva nel passato, che non ha paura che il presunto diavolo, durante l’ esorcismo, almeno così si diceva, sveli i peccati fatti specialmente quelli vergognosi.