l’arcivescovo ha iniziato la sua attività di restaurazione

Andrea Filloramo, grazie ai tuoi “articoli” sempre tanto attesi, IMG PRESS ha avuto il merito di salvare dalle sabbie mobili della disinformazione, pagine “oscure” della Chiesa messinese, di far conoscere situazioni ritenute irreali, anzi paradossali, ma stranamente ben note a tanti, che hanno portato, infine, con l’intervento della Santa Sede, al cambio di guardia della arcidiocesi. E adesso? Spero che la tua collaborazione non sia venuta meno.
Spero che, nei tre anni di collaborazione con IMG PRESS, sia stato utile con i miei scritti a dar voce alla Chiesa peloritana a differenza di laici epretiche, su quanto avveniva al suo interno,“sapevano” e nel contempo “non sapevano”, “parlavano” e nello stesso momento “tacevano”,“mormoravano” e immediatamente dopo negavano di aver mormorato. Ho portato, alla luce il sommerso, per scuotere le coscienze che l’ipocrisia clericale copriva con la sua ombra. Da questo “spaccato”, venivano fuori gli“sfilacciamenti”, fatti di email, messaggi e spot, che si riversavano sul mio computer, dai quali nascevano i miei articoli. Ho ritenuto, scrivendo, di rendere un servizio a quella Chiesa locale, alla quale devo molto. Se qualcuno ha pensato che io covassi del rancore nei confronti del vescovo emerito o di qualche altro prete sono certo che si sia ricreduto, anche per lo sviluppo che ha avuto la situazione dopo le dimissioni del vescovo. Se da tempo non scrivo su questo giornale non vuol dire che è venuta meno la mia collaborazione.
Ma, a tuo parere, quei preti, come tu dici: ipocriti, hanno voce in capitolo nella chiesa di Mons. Accolla?
Questo non lo so. Certo che l’ipocrisia e quella clericale in particolare è dura a morire; sa come nascondersi, quali maschere usare e spero che l’arcivescovo, che è un uomo di esperienza, riesca a scovarla ovunque essa si trovi. Il compito, quindi, del nuovo arcivescovo è molto difficile. Si tratta di una “restaurazione” diocesana. Utilizzo questo termine in senso operativo, come cioè un’attività legata alla manutenzione, al recupero, al ripristino e alla conservazione, come se fosse un’opera d’arte, un bene culturale, un monumento, un dipinto al quale viene riconosciuto un particolare valore. Il riconoscimento del valore di ciascun oggetto è propedeutico all’attività del restaurare. Questo Mons. Accolla lo sa e da quel che mi risulta è ben informato della storia del passato e particolarmente di quella recentedella diocesi. Conosce già personalmente molti preti, che va a raggiungere anche nelle loro abitazioni, così come deve fare un Pastore.
Cosa pensi dei trasferimenti di preti fatti da Mons. La Piana quando già si era dimesso?
Mi risulta che sono stati tanti. Non sono un giurista, non metto, quindi, in dubbio la legittimità ma discuto sull’opportunità e sulla limitazione alla discrezionalità del suo successore, che per nove anni sarà vincolato dai “giochi di potere personale” del suo predecessore. Dico soltanto che La Piana poteva fare a meno. I beneficiati di questi trasferimenti possono stare tranquilli, continuino a pensare che non è stato il vescovo dimissionario a promuoverli ma che tutto è opera della Divina Provvidenza, che magari si è servita del vescovo che aveva già dato le dimissioni.
Cosa pensi della scelta dei vicari episcopali fatti dall’arcivescovo?
Ho già manifestato la mia soddisfazione. Tornando ancora al concetto di restaurazione, l’arcivescovo ha iniziato la sua attività di restaurazione, con la scelta dei suoi più stretti collaboratori. Non possiamo, quindi, non augurare: Buon lavoro.