Pesaro, prosegue la persecuzione contro i Rom figli del Porrajmos

di Roberto Malini (con un grazie a Gian Luca)

EveryOne Group segue la comunità locale da ormai da 10 anni. Per due anni – nel 2008 e 2009 – abbiamo vissuto vicino a loro, frequentandoli quotidianamente, fornendo loro generi di prima necessità, aiutandoli ad ottenere cure presso gli ospedali che li rifiutavano, fornendo loro assistenza legale, inserendo i bambini a scuola e impegnandoci a dialogare con le istituzioni quando li sgomberavano, spesso in pieno inverno. Sgomberi atroci, senza concessione di alternative sociali. Li abbiamo visti morire a causa dell’incuria istituzionale e della persecuzione (si leggano alcuni casi nel mio libro “Il silenzio dei violini”, dedicato proprio ai Rom di Pesaro), perdere i bambini – sottratti loro dai servizi sociali “per povertà” – e subire aggressioni da parte di neonazisti e razzisti. Abbiamo organizzato feste etniche per presentarli alla cittadinanza e siamo riusciti a coinvolgere in una giornata di sport e accoglienza la squadra di basket locale, la Scavolini. Alcuni di loro erano figli di sopravvissuti al Porrajmos, l’Olocausto dei Rom. Abbiamo condotto a Pesaro una delegazione del Parlamento europeo, che ne ha constatato la condizione di emarginazione e persecuzione. I pochi attivisti che li hanno aiutati sono stati repressi a propria volta con ogni mezzo: lunghi processi penali (vinti solo dopo anni di udienze e enormi spese legali), minacce di morte, intimidazioni di ogni genere. Quando siamo stati costretti ad andarcene dalla città, sono rimaste poche famiglie. Nel 2009 ne abbiamo aiutate molte, con le nostre risorse, a tornare in Romania; abbiamo anche acquistato un terreno per una di esse, la più vulnerabile, discendente da un sopravvissuto all’Olocausto. Questo – di cui la stampa locale parla come di una “città ripulita” – è l’ultimo atto, per quella gente trattata con disprezzo e sottoposta alle più terribili violenze, umiliazioni e ingiustizie. Uno di loro, il più anziano, ha scontato nove mesi di carcere senza aver fatto nulla, accusato di aver provocato una rissa mentre stava semplicemente discutendo con i familiari. E’ un caso di cui si è occupato l’ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Ora stiamo cercando le famiglie cacciate dai loro rifugi, per fare quello che ci sarà possibile. Speriamo che un giorno le cose possano cambiare, perché la gente – a causa di un’informazione sempre più soggetta a censura politica – non sa il livello di intolleranza e di arroganza che esiste a Pesaro contro i poveri, gli esclusi e anche i difensori dei diritti umani. Cercando su google, si trovano tanti casi riguardanti la comunità Rom locale, difesa da EveryOne Group, e sono solo la minima parte di quelli verificatisi. Da anni non li difende, purtroppo, più nessuno, i Rom di Pesaro. Da parte nostra, continuiamo a seguire le famiglie che abbiamo aiutato a tornare da Pesaro in Romania e qualche volta abbiamo assistito anche quelle di Pesaro, che vivevano – prima dell’ultimo sgombero – in condizioni disumane.