Mi piegherò per non essere spezzato

di ANDREA FILLORAMO

La rivoluzione della Chiesa in atto di Papa Francesco, se da parte del popolo dei credenti e anche dei non credenti, incontra grande favore, viene sempre più fortemente osteggiata da alcuni cardinali, da alcuni vescovi, che cercano in tutti i modi di fermare il papa gesuita e, così, ricorrono, all’attacco personale, presentandolo come un “demagogo, un populista, un comunista, un femminista”, addirittura un “eretico”, che “protestantizza la Chiesa cattolica, sminuisce il primato papale, toglie sacralità alla cattedra di Pietro, si allontana dalla tradizione, semina confusione tra i fedeli”. Si tratta di una “banda” di cosiddetti “tradizionalisti” e “conservatori”, ben agguerrita, pronta a tutto, che pretende di difendere il “bonumfidei”, dal papa che cerca di liberare la Chiesa dalla corruzione e di restituire al messaggio cristiano la genuinità della parola di Dio, liberandola dalle scorie della parola degli uomini, che nascondendosi dietro il paravento del “dottrinarismo tridentino”, continua a deformarne il senso più profondo. In ciò aiutati anche da alcuni movimenti che si dicono “cattolici” e da alcuni pseudo intellettualie giornalisti che si costruiscono un “mondo che non è più in nessun mondo”, fatto da comunisti, da musulmani invasori, contro i quali ritengono necessaria una “crociata”, che il Papa non vuole e, per questo organizzano incontri, seminari etc. A questa “banda” o a suoi “corifei” è certamente da attribuire l’iniziativadei manifesti apparsi a Roma, in cui il pontefice viene ridicolizzato e chiamato “dittatore subdolo” per delle sue prese di posizione, di cui non poteva fare a meno, nei confronti dell’Ordine di Malta e dei Francescani dell’Immacolata e di preti in disaccordo con lui e in cui viene, inoltre, accusato di “vigliaccheria” perché non ha risposto a dei quesiti posti da alcuni cardinali, che si oppongono all’inserimento dei divorziati nella “comunità dei fedeli”, come se di fatto già non siano già inseriti e come se le risposte il papa non l’abbia più volte date, senza accettare la “provocazione” non rispettosa di quei cardinali.Non si rendono conto che, se questa inimicizia manifestata anche così platealmente nei confronti del papa attuale, fosse stata manifestata nei confronti di Giovanni Paolo Secondo (e le occasioni sono state tante) sarebbero stati colpiti da sicura scomunica, come è stato per tanti altri. Ciò significa che anch’essi godono delle aperture della chiesa che combattono in vario modo. A proposito dei manifesti apparsi a Roma, “Il Fatto quotidiano” fa osservare che “l’attacco è stato indubbiamente preciso, violento, ben pianificato. I manifesti di Roma, che attaccano pubblicamente Bergoglio nella Roma, di cui è vescovo e da cui svolge (come suona la definizione cattolica tradizionale) la sua “missione di pastore universale”, sono il segno allarmante di un movimento a lui contrario, che non ha tregua e incarna la stessa aggressività logorante che ha avuto negli Stati Uniti il tea party movement. La somiglianza colpisce. Quel movimento, che incessantemente anno dopo anno ha disgregato l’immagine di Obama, non era ovviamente in grado di rimuoverlo da presidente, ma al termine del suo mandato ha pesato enormemente sulle elezioni presidenziali.Che non sia, quindi, anche il tentativo di condizionare il futuro conclave per fare eleggere un cardinale loro amico? Tutto è possibile. Il Papa, tuttavia, non si scoraggia, va avanti e della contestazione dice: “Non mi toglie il sonno. Io proseguo sulla strada di chi mi ha preceduto, seguo il Concilio. Quanto alle opinioni, bisogna sempre distinguere lo spirito col quale vengono dette. Quando non c’è un cattivo spirito, aiutano anche a camminare. Altre volte si vede subito che le critiche prendono qua e là per giustificare una posizione già assunta, non sono oneste, sono fatte con spirito cattivo per fomentare divisione. Si vede subito che certi rigorismi nascono da una mancanza, dal voler nascondere dentro un’armatura la propria triste insoddisfazione. Se guardi il film «Il pranzo di Babette» c’è questo comportamento rigido”. In questa dichiarazione si manifesta tutta la grandezza di Papa Bergoglio, il gesuita che ascolta, tace quando è necessario perché impegnato ad essere misericordioso anche nei confronti di chi l’osteggia, ma può dire: “flectar ne frangar“ (mi piegherò per non essere spezzato).