IL BIGLIETTO DEL MORENTE

di ANDREA FILLORAMO

Sulla questione sollevata dalla pubblicazione di “Lussuria” di Fittipaldi, in cui c’è un paragrafo sul vescovo emerito di Messina, pubblico solo alcune email, di cui riportiamo le iniziali di nome e cognome, pervenutemi. Non ho ritenuto di “dare spazio” a quelle offensive nei confronti di un vescovo, al quale magari possono essere riconosciute delle “debolezze”, ma al quale dobbiamo dare il rispetto che diamoa tutti.

LA RICERCA DELLA VERITA’
Ritengo che sia un diritto dell’arcivescovo La Piana difendersi finché può dalle accuse contenute nel libro di Fittipaldi, Lussuriama non di stravolgere, come leggo sul web,totalmente la verità, affermando che esse siano invenzioni anzi calunnie di pochi preti che hanno covato rancore nei suoi riguardi, che addirittura li indica come pedofili. Così, infatti, c’è scritto in un’intervista ivi pubblicata: “Quel capitolo non è frutto di Fittipaldi, ma il veleno di un gruppetto di preti locali scontenti verso di me per motivi di interesse, da vescovo li avevo toccati nelle loro prerogative e si sono vendicati. Aggiungo che il capitolo dedicato a me è fuori tema, perché il libro tratta della pedofilia. Sembra quasi un atto di omaggio del giornalista a chi ha fornito delle notizie, ovviamente false.”La verità è, come tu hai scritto,in IMGPress, tutti sapevano del testamento, tanti del biglietto e molti (l’aggiungo io) mormoravano di un’amicizia “particolare” fra il vescovo e il dottore.
F.S.
LA SOLIDARIETA’ DELLA DIOCESI
E’ senz’altro un dovere della diocesi intervenire, così come ha fatto. Ma, rimanendo perplessa di fronte a delleaccuse molto gravi fatte al suo ex arcivescovo,si arrampica sui vetri, cerca motivazioni, pur di far vedere che dà solidarietà per non precipitare anch’essa nel fango.Tali tesi difensive certamente non possono essere accettate da quanti e sono tanti conoscono intera la verità, inclusa la Curia, che Fittipaldi chiama, nel libro, in causa.
G.A.

IL TESTAMENTO
Quel che scrivo non è il risultato di pettegolezzi. Il testamento è stato pubblico. Corre voce certa a Messina, proveniente da qualcuno che allora era molto vicino al vescovo che Mons. La Piana, temendo che il dottore potesse da un momento all’altro morire,manifestò urgenza per far stilare il testamento, che volledavanti al suo notaio,scelse due testimoni, traendoli personalmente e velocemente dagli uffici della Curia, impose il silenzio e dopo, non rispondeva al telefono, quando alcuni eredi chiedevano il rendiconto. Si deve a IMGPress, che più volte l’ha incalzato su questo tema se ad un certo punto (ma allora già c’era in diocesi Raspanti) forse ha iniziato a procedere sulla strada della giustizia. Mai però ha notificato il rendiconto.
G.R.
IL BIGLIETTO DEL MORENTE
Persone molto vicine al dottore, che sono tante, frale quali c’ero anch’io, a differenza di quanto dice il vescovo in una intervista, dove, per giustificare l’assegnazione a lui dell’eredità, vuol far pensare, anzi afferma che solo lui gli è stato vicino, sostengono che il biglietto è vero,autentico, certificato, scritto quando il dottore era pienamente compos sui. Esso è stato consegnato dal medico negli ultimi giorni di vita, ad una determinata persona con il seguente ammonimento: “Custodiscilo, vedi che per questo biglietto avrai grossi problemi”.Come è uscito dalla cerchia ristretta di alcune persone, da chi è stato fatto esaminare (un grafologo che ne ha garantito l’autenticità), chi l’ha inviatoalla Santa Sede, nessuno lo sa, anche se circola qualche indiscrezione. Autentico è quindi anche il suo contenuto.
A.D.
AMICIZIA PARTICOLARE
Nessuno mai si è meravigliato dell’amicizia particolare del vescovo con il dottore, neppure chi l’ha visto nell’ospedale di Taormina, il giorno in cuiMons. La Piana si precipitò all’ospedale per portare al dottore una asciugamani che egli aveva dimenticato di portare con sé. Il commento che le suore, allora, hanno fatto è stato: “…ma il dottore non poteva rivolgersi a noi ?! abbiamo tanti asciugamani”. Non si meravigliavano neppure i condomini se vedevano di sera, come c’è scritto nel biglietto, il vescovo varcare il portone.
F.G.