Prima ancora di pregare… ricordare

di ANDREA FILLORAMO

Come ormai tutti sappiamo, Papa Francesco con la sua parola e con il suo esempio, nella sua infaticabile opera di rinnovamento della Chiesa, sta conducendo una guerra contro il becero “tradizionalismo”, che, tutt’oggi e a distanza di più di mezzo secolo dal Concilio Vaticano secondo, che avrebbe dovuto condurlo alla sconfitta, lo ritroviamo ben radicato in buona parte del clero e non manca nei vescovi e nei cardinali.
Alcuni di questi ultimi, recentemente, addirittura, hanno puntato il dito contro Bergoglio, avanzando dei “dubbi” su quanto egli dice o predica. In particolare, essi, hanno fortemente “preso di mira” alcuni contenuti della sua Esortazione post sinodale “Amoris Laetitia” e l’hanno accusato addirittura di probabile “eresia”, accertabile attraverso interventi chiarificatori dei loro dubbi da parte del papa stesso.
Qualcuno ritiene che questi cardinali apparterebbero a una presunta corrente cattolica, che includerebbe in sé anche alcuni intellettuali da accostare ai cosiddetti “sedevacantisti” sorti dopo il Concilio Vaticano Secondo. Tale appartenenza e tale accostamento, volendo salvare la buona fede dei cardinali, a mio parere sono non credibili.
Diciamo soltanto che questi Signori Cardinali non si sono resi perfettamente conto che al papa interessa e vuole che la vita cristiana si svolga nella concretezza del vivere e non nelle astrattezze del pensiero teologico o pseudo-teologico, che pretende di interpretare e di imporre insopportabili “fardelli”, ritenendoli “verità” assolute.
Essi non comprendono, che da alcuni anni sulla “cattedra” di Pietro siede un papa, scelto proprio da loro non perché diventasse il difensore di una “teologia o di una morale eteronoma in cui è assente la coscienza”, scritta – come dice il profeta – “non su pietre, ma su cuori di carne “, ma il costruttore di una Chiesa in cui fosse impiantata la misericordia di Dio e diventasse una Chiesa, aperta a tutti, nessuno escluso.
Essi ancora non riescono a capire che Bergoglio è un papa totalmente diverso dai papi precedenti, che non sono riusciti a spezzare quella catena che teneva la Chiesa legata al passato e la rendeva “asfittica”.
Per loro, che conoscono l’attuale papa, dovrebbe essere impensabile che Papa Francesco impugni l’arma della condanna, della scomunica, del castigo e della minaccia, per affermare quella che loro ritengono la morale e l’ortodossia cattolica, così come è stato per Giovanni Paolo II, un pontefice fatto passare come un papa disposto a spostarsi ovunque per dire una parola di pace, e pronto a dialogare con chiunque, ma la cui realtà “interna” era, invece diametralmente opposta all’immagine che fu di lui costruita.
Pur nel rispetto di un papa canonizzato, che indubbiamente ha avuto tanti meriti, tanto da renderlo degno degli altari, ricordiamo che durante il suo lungo pontificato nella Chiesa cattolica era vietato dissentire, pena il silenzio, l’allontanamento, la perdita del posto. Nessuno si meravigli e continui a ritenere il papa polacco un santo, ma sappia che le vittime dei suoi strali (attivamente aiutato in ciò dal cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, divenuto poi papa Benedetto XVI) sono state parecchie. Capisco che qualche lettore, leggendomi, per la devozione che ha per un santo, storcerà il naso, ritenendo quanto di seguito scriverò delle “bufale”, ma assicuro che quanto scrivo è la sacrosanta verità verificabile da chiunque.
Eccouna lista delle personalità più prestigiose, perseguitate dal Papa, precisando che si tratta, comunque, di un elenco incompleto:
LEONARDO BOFF: francescano brasiliano, fondatore della “Teologia della Liberazione”. Nel 1985 il Papa lo costrinse al silenzio.
PAUL COLLINS: teologo e scrittore australiano, fu costretto ad abbandonare il sacerdozio dopo essere stato messo sotto inchiesta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a causa delle sue opinioni sullo strapotere della curia vaticana.
CHARLES CURRAN: sacerdote statunitense, per le sue opinioni non allineate sulla dottrina cattolica in materia sessuale perse nel 1987 la cattedra di Teologia Morale all’Università cattolica di Washington.
EUGEN DREWERMANN: sacerdote, psicoterapeuta e scrittore tedesco, gli fu revocata la facoltà di insegnare presso la cattedra di Teologia e Storia delle Religioni dell’Università di Paderborn. Si è autosospeso.
JACQUES DUPUIS: gesuita belga, finì sotto inchiesta e privato della facoltà di insegnare.
JACQUES GAILLOT: vescovo francese, vicino ai poveri e agli immigrati, fu rimosso nel 1995 dalla sede di Evreux e spostato alla sede di Partenia: una diocesi algerina “inesistente”. Si è costituito allora un movimento internazionale di solidarietà verso il vescovo. Ho seguìto con piacere i suoi interventi tenuti a fine maggio 2014 nella mia città natale, Messina, e disponibili sul sito della Parrocchia di S. Giacomo. È stato pienamente “riabilitato” da papa Francesco il 1° settembre 2015 (20 anni dopo la sua destituzione), accolto dalle parole: “Noi siamo fratelli”.
JEANNINE GRAMICK: suora scolastica statunitense, fondatrice con padre Nugent di New Ways Ministry, un progetto pastorale rivolto a gay e lesbiche. Diffidata dal Vaticano a svolgere qualsiasi azione «che coinvolgesse persone omosessuali».
JOSEF IMBACH: frate minore francescano di origine svizzera, teologo, anch’egli posto sotto inchiesta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’accusa: aver pubblicato un libro nel quale assumeva una posizione “scettica” su alcuni miracoli descritti nel Nuovo Testamento.
HANS KÜNG: teologo svizzero, liquidato dalla cattedra di Teologia all’Università di Tubinga per aver messo in dubbio il dogma dell’infallibilità della Chiesa.
LUIGI LOMBARDI VALLAURI: professore italiano, esonerato dall’insegnamento presso la cattedra di Filosofia del Diritto all’Università cattolica di Milano per aver espresso opinioni non allineate sul magistero papale.
NOI SIAMO CHIESA: movimento nato nel 1995 in Austria, che ha inviato diverse lettere al papa chiedendogli maggiore apertura, lettere che hanno raccolto diversi milioni di firme e che non hanno ricevuto alcuna risposta.
EDWARD SCHILLEBEECKX: teologo olandese, più volte messo sotto inchiesta dalla Congregazione per la Dottrina delle Fede per le sue opinioni non allineate, in special modo sul divorzio.
JUAN JOSÉ TAMAYO; teologo spagnolo, legato alla teologia della Liberazione. Finito sotto la scure della Congregazione per la Dottrina della Fede con l’accusa di «errori dottrinali», con particolare riguardo per la cristologia.
RAÙL VERA LOPEZ: vescovo messicano, coadiutore di Samuel Ruiz nella diocesi di san Cristobal de Las Casas nel Chiapas di cui era considerato il successore naturale, è stato destinato recentemente ad altro incarico nonostante le proteste della popolazione. Inviato a “normalizzare” la situazione, in seguito è stato ritenuto troppo comprensivo verso le ragioni degli zapatisti.
MARCIANO VIDAL: teologo spagnolo, sotto inchiesta per anni da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. Costretto a ritrattare le sue teorie “non ortodosse” su contraccezione, aborto e fecondazione artificiale.
ALESSANDRO “ALEX” ZANOTELLI: comboniano italiano, venne silurato dalla direzione del periodico Nigrizia in quanto sostenitore dell’inculturazione.
Concludendo: Credo che i Signori cardinali che hanno criticato il papa per le aperture contenute nell’esortazione “ Amoris Laetitia”, non vogliono che ritorni nella Chiesa quel clima esistente durante il pontificato del papa polacco, che ha allontanato tanti dalla fede. Pertanto si spera che si attivino perché trionfi il progetto di papa Francesco che vuole una Chiesa dove trionfa la gioia dell’amore e, inoltre, come dice Bergoglio: “una Chiesa che sappia accogliere con tenerezza, recuperando la memoria di popolo di Dio, che non rifugga la vita comunitaria; che sappia guardare al futuro con speranza e quella pazienza che, come dice San Paolo, ci permette di sopportarci mutuamente, l’uno all’altro. Una Chiesa che abbia un cuore senza confini e la dolcezza dello sguardo di Gesù. Una Chiesa dalla porta sempre aperta…”.