Il paese visto dagli occhi di Federica: i sogni mi aiutano a limare la mia stretta pragmaticità

Le donne sono cambiate più volte. In direzioni diverse, forse anche contraddittorie. Hanno abbandonato il focolare domestico e l’hanno rivalutato. Hanno invaso il settore pubblico e riscoperto, esaltato il privato. Tra politica, televisione, costume e moda. Perché la vita, direbbe Luca Carboni, è incontrarsi e illuminare il buio… è scontrarsi magari sotto il sole dove si incontrano donne sulle biciclette con le braccia nude e le grandi tette… Qualsiasi cosa succederà, io so che la protagonista della nostra copertina, Federica Putignano, non si arrenderà né scenderà a compromessi perché ha un grande desiderio di libertà. Ammette con orgoglio: “Se mi chiedessero di esprimere tre desideri, oltre allo sperare in uno dei futuri più felici e meravigliosi per i miei cari, avrei sicuramente chiesto al genio della lampada di Aladino di poter avere i mezzi e le qualità per imparare qualsiasi mestiere: dal fabbro al pittore, dal vigile al trapezista, dalla professoressa al meccanico. E’ così che mi piacerebbe essere. Una persona che riesce ad arrangiarsi un po’ su tutto. Una persona completa insomma”. Sì, l’uomo non cambia, o meglio, quando cresce, cambia, ma poi si ferma lì, una volta raggiunta la maturità non è più destinato a subire forti trasformazioni simili a quelle a cui è destinato il corpo di una donna. Ma tralasciando questa piccola parentesi, la donna cambia di continuo, nella sua vita, nella sua quotidianità, nei ruoli che ricopre all’interno della società, ma soprattutto nella sua testa. Si perché le donne, come Federica hanno un intero mondo inesplorato dentro di loro, che gli uomini, non immaginano minimamente quanto possa essere bello, complicato, grande e sensazionale. Un piccolo esempio: “Da piccola avevo sempre un qualsiasi oggetto che somigliasse ad un microfono perché io dovevo cantare. Senza se e senza ma. Sotto la doccia, nel tempo libero, per passione, per libertà, perché mia nonna mi ascoltava seduta su quel divano ed io cantavo e cantavo, come se non ci fosse un vicinato. Cantavo e scrivevo. Scrivevo diari, poesie, canzoni. Scrivevo e collezionavo tutto in diversi quaderni, gelosa dei miei pensieri, ancora immaturi e così bizzarri alle volte, nessuno doveva aprire o leggere qualsiasi cosa si trovasse sotto ai suoi occhi. La maestra mi diceva che quando avevo la penna tra le dita mi dimenticavo del mondo. Lei andava da sola, la testa viaggiava ovunque e la mano scriveva. Quante emozioni mi ha regalato la scrittura, da sempre. Mi ha permesso di realizzare pensieri che a voce mai sarei stata capace di ammettere”. Nel frattempo, nel mezzo sono passati vent’anni; adesso Federica fa pratica in uno studio legale, dopo aver conseguito da pochissimo la tanto attesa laurea nella facoltà di Giurisprudenza. “Spero di aver imboccato la giusta direzione ma voglio essere fiduciosa e dar retta al mio intuito o fiuto che spesso mi ha tolto da molti impicci, ancora prima di ragionarci sopra. Il mio istinto mi dice che io non sono fatta per un lavoro di ufficio dietro a una scrivania, non sono fatta per fare tutti i giorni le stesse cose soprattutto, ho bisogno di spaziare, di alternare, di scoprire e mettermi alla prova anche se questo dovesse comportarmi maggiori responsabilità”. Alla fine nella vita si ha anche bisogno di questo, non si può sempre sapere tutto, programmare tutto, schematizzare ogni cosa, questa non sarebbe vita. Molti penseranno che è necessario stare con i piedi per terra il più delle volte nella vita, è vero, ma ci piace stare con i piedi per terra perché è la forza di gravità del nostro pianeta che ce lo impone, senza perderci, però, tutte le altre possibilità che si possono incontrare, in fondo, ognuno di noi ha a propria disposizione una sola vita, la propria, quindi va bene stare con i piedi per terra, va bene non far sempre cose azzardate, va bene crearsi dei progetti di vita, va bene essere realisti, ma pensiamo sia essenziale che tutte queste cose non ci imprigionino in quello che poi realmente noi non siamo. Non ci può più essere l’aut aut: la differenza deve diventare uno spazio aperto dove pensare. Adesso bisogna imparare ad amarsi tra donne, tra donne e uomini, nella differenza. Provare a cambiare un luogo come un Paese per garantirsi l’esistenza dopo i titoli di coda. “I sogni mi aiutano a limare la mia stretta pragmaticità, accompagnata a braccetto dall’idea terribile di poter in qualche modo perdere tempo. Ma perdere cosa alla fine?- mi sussurra la mia preziosa coscienza- Sii sempre te stessa e non aver paura di sbagliare. Lasciati andare”. Si può anche morire per certe carezze… perché la vita è morire per certe cose non dette ed è là dove contano gli imbarazzi… gli imbarazzi e le timidezze. Sì Federica, Luca Carboni, non passa mai di moda. Ma tant’è…

Federica presentati in tre parole ai nostri lettori…
Viva la vida! (ci si può presentare così?)…

Segni particolari?
Tutti quelli che porto dentro e fuori di me e tutti gli altri che dovrò ancora collezionare.

Cercando di ricostruire il tuo recente passato abbiamo scoperto che ami tenere dei diari, ti piace cantare e sei prossima a diventare avvocato… fra tutte le passioni perché proprio queste?
Non si scelgono le passioni, a mio avviso sono loro che scelgono te quando tu, ancora, ne sei quasi inconsapevole. Personalmente chiamo passione tutto ciò che mi fa brillare gli occhi, senza farmi avvertire alcun tipo di fatica nonostante le probabili difficoltà che si presentano sulla strada.

Un premio per la bontà?
A mia nonna che è il mio pasticcino al cioccolato. Sempre dolce e vicina.

Nell’epoca della comunicazione totale, perchè ci sentiamo soli?
Non ci lasciamo scoprire. Non ci diamo tempo, mettiamo tutto in mostra, per paura di non essere visti. Senza rendersi conto che tutto ciò che è palese spesso stucca ma non stuzzica l’appetito, non fa nascere il desiderio. Finiamo per non riuscire a scendere oltre la superficie e, alla fine, quando si abbassano le tende del -tutto bello-tutto virtuale, rimane solo chi ci tiene veramente: tale situazione a volte può coincidere con il concetto di solitudine, che comunque è comunque una gran bella compagnia.

Avverti la responsabilità di cambiare la vita di qualcuno?
Si, la mia. Ogni giorno mettere un piccolo mattoncino.

Gli errori più evidenti in questa società?
La scarsa fiducia verso il futuro ed il troppo egoismo stanno rendendo gli uomini esseri insoddisfatti.

Magari è colpa di noi giornalisti che abbiamo perso di vista il perché da piccoli volevamo diventarlo…
Quando si fa qualcosa che ci piace la si fa e basta, senza porsi troppe domande magari. L’importante è comunque adoperare con un mix giusto di ingredienti, specialmente nel vostro mondo dove di fraintendimenti ce ne possono essere a bizzeffe…

Tra le priorità italiane quali sono le emergenze da affrontare e si spera vincere, nel 2017?
Un apparato politico-burocratico efficiente, che veramente abbia come obiettivo il benessere collettivo di questa nazione. Un’altra priorità, a mio avviso, è la necessaria tolleranza verso ogni tipo di diversità, di cambiamento, di novità: dal cibo al colore pelle, dalle tradizioni alla libertà di pensiero. E’ veramente difficile abbattere il solido muro del pregiudizio.

A proposito di ambiente: come siamo messi con la spazzatura?
Nel mio quartiere si fa la differenziata! Mantenere il litorale e le pinete in modo decoroso per tutto l’anno e non solo nei mesi estivi, offrendo ai cittadini e turisti un servizio di raccolta dei rifiuti capace di salvaguardare l’ambiente, tenere pulita la città e contribuire ad incrementare le percentuali di raccolta differenziata sembra essere cosa buona e giusta.

Può il volontariato trasformarsi in un business?
Si. Purtroppo credo che la trasformazione sia già avvenuta.

E la lotta alla mafia?
La mafia la combatte chi crede ogni giorno in un mondo diverso, migliore, facendo sempre e comunque qualcosa nel suo piccolo. Come dissero anni fa i due grandi magistrati Falcone e Borsellino: chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ha paura muore una volta sola. (… Secondo me qualche volta avrebbero voluto lanciarci saette dalla tomba … ).

Parliamo di presente: i giovani come stanno, secondo te?
In bilico. Bisogna incentivare le giovani generazioni, far credere loro che è normale avere timore del proprio domani ma ciò nonostante bisogna sempre trovare il coraggio di tentare, con energia, positività. Bisogna crederci un po’ di più perchè nulla è impossibile.

Quali valori si sono smarriti lungo il cammino?
La semplicità. La timidezza. Il pudore. La genuinità. Sembra quasi sia diventata una gara per conquistarsi i rispettivi titoli di Superman e Wonder woman.

Una donna può farcela senza essere la fidanzata di qualcuno?
Una donna deve farcela senza essere la fidanzata di qualcuno. Si cresce con noi stessi. Dopo saprai così condividere per voglia e non per necessità.

Visto che la politica sembra diventato un luogo molto delicato, dove basta un niente per scatenare una follia, come ci dobbiamo comportare con chi la pensa in maniera diversa da noi?
Secondo me ci sono troppe teste (vuote) in un solo Governo. Come si può mettere insieme l’eco di tutte? (domandaccia questa)…

Ma l’Italia è davvero un Paese democratico?
La democrazia è il vestito dell’Italia. In realtà dietro a tutto questo si nasconde una subdola oligarchia. Non si lotta per tutti, si lotta per avere la poltrona, per il proprio tornaconto; non ci si rende conto che si ha tra le mani un potere forte, importante, che spesso viene invece strumentalizzato. L’ago della bilancia pende troppo dalla parte dei "governatori" e poco da quella dei "governati", senza capire che senza questi ultimi sparirebbero anche i primi.

E della televisione cosa non si deve mai dire e perché?
La televisione offre una vasta scelta di programmi che però non è infinita: è un valido mezzo per informarsi tramite alcuni programmi. Bisogna tenere in considerazione, però, che le informazioni comunicateci sono spesso manipolate e distorte quindi è bene non prendere per oro tutto ciò che ha come fonte la televisione. Dunque bisogna forse tacere sul fatto che sia un po’ strumentalizzata anche la "Regina dei passatempi"?

Come ti spieghi certi tormentoni televisivi?
Quando non hai niente di meglio da fare un po’ di zapping ci sta. Magari becchi proprio quello che ti interessa ed ecco che scatta il tormentone nella tua testa. (A ognuno il suo tormentone!)

Cinque minuti di celebrità possono cambiare la vita di una persona?
Cinque minuti spesi bene possono cambiare la vita di una persona. Cinque minuti di celebrità possono farlo benissimo quindi. Le piccole esperienze alle volte danno risultati positivamente inaspettati.

Un finale possibile per questa nostra intervista?
E’ già finita? Ma quanto chiacchiero?!