LA NUOVA VITA DELLA DIOCESI

di ANDREA FILLORAMO

Email ricevuta i 4/07/2016 alle ore 17,22 da I.M. :
“Ho letto il tuo articolo di oggi. Come al solito sei stato molto chiaro ed esplicito nell’esposizione di un tema molto sensibile per la Chiesa. A tal proposito cosa ne pensi di quel prete che ha molestato un ragazzo sul tram, di cui si celebrerà nei prossimi giorni il processo? Quali sono stati gli interventi del vescovo La Piana nei suoi confronti?”.

Traggo su www.stretto web la notizia riportata dal mittente dell’email inviatami: “Si terrà il prossimo 6 luglio l’udienza preliminare nei confronti di Giovanni Bonfiglio, il sacerdote accusato di molestie sessuali ai danni di un minore. Il sostituto procuratore, ha già chiesto il rinvio a giudizio e porterà innanzi al Gup un video che ritrae il prelato nell’atto del palpeggiamento. L’uomo avrebbe molestato, su un tram cittadino, un adolescente, palpandogli le cosce e strofinandosi addosso al suo corpo. La reazione inconsulta del ragazzo, che gli tirò due ceffoni innanzi ai presenti, sorprese l’uomo, costretto a scendere e poi denunciato”.
Non conoscole reazioni e gli interventi operati dall’allora arcivescovo di Messina di fronte al caso sul qualeè chiamata la magistratura a pronunciarsi, anche se mi sono giunte voci che il prete presunto pedofilo, dopo il “fattaccio” avrebbe goduto della protezione del vescovo emerito e dell’allora vicario generale che l’avrebbe voluto impegnare in curia e che nessun prete si sarebbe sentito di prendere delle posizioni chiare di condanna. Ovviamente queste notizie pervenutemi occorre “prenderle con le pinze”.
A noi non resta che fare generiche considerazioni. Ogni abuso sessuale –è cosa certa – è compiuto da una mente malata, che non può essere accettato da un vescovo e tollerato o coperto da un’omertà ambientalepresbiterale se si tratta di un prete. Lo sappiamo, ogni vescovo, dinnanzi a notizie di casi di pedofilia e di abusi sessuali nei confronti dei minori,dovrà fare i conti con le molteplici spaccature interne trasversali e profonde, talvolta anche inconciliabili, che i casi di pedofilia, che continuano ad abbattersi come un fiume in piena e sembra che non accennino a fermare la loro corsa, stanno facendo emergere.
Vi sono, infatti, preti e laici cattolici che recitano il mea culpa; altri che gridano al complotto anti-cattolico; altri ancora che percepiscono le critiche dell’opinione pubblica, a tratti scomposte e irruente, come un’intrusione nel sancta sanctorum del tempio.
Non mancano poi quelli che mettono l’accento sul fatto che anche in famiglia e a scuola vengono abusati dei minori. C’è chi ritiene che è stata la “rivoluzione sessuale”, abbracciata anche da tanti preti degli Anni 60 a generare anche la pedofilia e chi pensa, invece, che la rivoluzione sessuale ha permesso di trasformare le ferite subite in silenzio in pubbliche denunce. Ancora, tra chi si affanna a dimostrare che la chiesa non è fatta solo da pedofili e chi ne è consapevole, ma ritiene che questo sia il tempo del pudore e del silenzio.
Infine sono molti però che pensano e speriamo che questo sia il pensiero dominante, che anche un solo bambino violentato o molestato da un prete grida vendetta al cospetto di Dio. Rammentiamo che le conseguenze di un abuso sessuale nei confronti di un bambino o anche, come nel nostro caso nei confronti di un ragazzo, anche se in maniera diversa, crea inevitabilmente una "associazione mentale disfunzionale" tra trauma e sessualità.
Siamo certi che l’attuale Amministratore Apostolico, Mons. Benigno Papa, qualora fossero confermate le accuse al “prete del tram” da parte della magistratura, si atterrà scrupolosamente a quanto Papa Francesco ha recentemente decretato. Il Pontefice, a tal proposito scrive rivolgendosi alle famiglie: “la Chiesa non risparmia sforzi per tutelare i loro figli e hanno il diritto di rivolgersi a essa con piena fiducia, perché è una casa sicura. Non potrà, pertanto, venire accordata priorità ad altro tipo di considerazioni, di qualunque natura esse siano, come ad esempio il desiderio di evitare lo scandalo, poiché non c’è assolutamente posto nel ministero per coloro che abusano dei minori”.