12 donne e i loro racconti di viaggio e di migrazione

Mercoledì 20 aprile 2016, ore 19.30, allo Spazio Comunale Piazza Forcella (l’Ex Supercinema in via Vicaria Vecchia, 23) per Percorsi d’Arte, l’associazione culturale Teatri di Seta presenta al pubblico lo spettacolo intitolato “Di.Verso Terra di Mezzo”. Performance conclusiva dell’omonimo laboratorio teatrale riservato a 18 donne italiane e straniere, è realizzato da Pina di Gennaro, cui si deve anche il progetto e la regia, e da Elisabetta Bevilacqua, Marina Cavaliere e Serena Lauro. Sul tema del viaggio e del distacco dalla terra natale, dalle storie alle immagini, dal racconto all’azione e alle parole, il lungo percorso formativo, avviato nello scorso mese di novembre 2015, è tradotto adesso in uno spettacolo – performance che diviene sintesi, condivisione di un’esperienza che ha raccolto e unito per la scena, frammenti, ricordi, aspirazioni di tante giovani donne. Proprio ad esse, e sono Valeria Di Benedetto, Grazia Famiglietti, Cristina Farella, Nathaliya Fernando, Yuliia Kuznietsova, Giulia Menna, Fabiana Nappino, Giordana Racic, Alice Ravelli, Francesca Sito, Alisa Sokova, Chaya Leitan, il compito di trasferire al pubblico, in teatro, l’intensità e l’emozione del loro unico ed entusiasmante lavoro. “Il laboratorio promosso da Teatri di Seta – sottolinea Pina di Gennaro – si è svolto in 20 incontri, coinvolgendo 18 donne, di età compresa fra i 14 ed i 30 anni, impegnate in tutte le fasi del processo creativo: dalla scrittura del testo alla ricerca delle musiche, dalla creazione dei costumi alla scenografia. E’ nato così questo spettacolo che, a partire dalle singolari esperienze delle partecipanti, ha raccolto e condiviso storie ed esperienze vere, personali e non, legate ai temi del viaggio e della migrazione forzata. Obiettivo fondamentale del nostro lavoro è stato quello di favorire la conoscenza reciproca e la contaminazione fra culture. Riteniamo che questa possa essere la strada per la creazione di una cultura della partecipazione, che, nella condivisione, rispetti le particolarità di ognuno”.
Claudio Andò