La Casa del Clero & la Diocesi di Messina

di ANDREA FILLORAMO

Rispondo all’email di F.A, inviatami recentemente con cui chiedeva informazioni sulla “Casa del Clero”, di cui avevano fatto cenno i giornali.

Purtroppo devo dirle che “tutto ancora tace” sulla questione “Casa del Clero”, sollevata da dieci preti messinesi, essendo ancora arcivescovo di Messina,Mons. Calogero La Piana, ritenuto totalmente responsabile della rescissione della convenzione fatta l’11 gennaio 1950 fra lo storico e benefico Presule Mons. Angelo Pajnoe i Padri Rogazionisti. Con essa i Religiosi si impegnavano, allora, “in perpetuo” – a fronte delle donazioni immobiliari ricevute delle quali adesso nessuno fa cenno – a provvedere gratuitamente alle esigenze di sacerdoti ospiti dell’alloracostruenda “Casa del Clero”. Lo stesso Arcivescovo Pajno il 20 giugno 1959, in occasione del suo 50° di episcopato, “mosso dal paterno affetto ai sacerdoti”, dinanzi all’episcopato siculo, ha posto la prima pietra dell’erigenda Casa per «Sacerdoti anziani invalidi»”. Da evidenziare che la presenza dell’episcopato siciliano a tale avvenimento, che i preti di una certa età ben ricordano e che era stato giustamente enfatizzato dai giornali, voleva manifestare la gratitudine dei vescovi dell’isola a Mons. Pajno, che, oltre al ricovero dei “vecchi”, intendeva estendere a tutto il clero siciliano il diritto d’essere accolto nell’erigenda casa, che non voleva essere soltanto una casa di ricovero per preti vecchi e ammalati, ma anche un “punto di incontro” di tutti i preti siciliani. Per ben 19 anni i P.P Rogazionisti, dalle poche notizie che provenivano dai Palazzi, poco o nulla hanno fatto per rendere effettiva la convenzione, né hanno mai fatto conoscere i motivi del rimando “sine die”. Bisogna arrivare al 30.10.1971, quando, a differenza della diocesi, che aveva donato ai P.P.Rogazionisti gli immobili, i Religiosi relativamente all’accoglimento e all’assistenza dei Sacerdoti, sostenendo che “una serie di circostanze sfavorevoli” ne aveva impedito l’adempimento, invitavano l’arcivescovo Mons: Francesco Fasola astipulare con loro una nuova convenzione, dalla quale si evince la non ottemperanza degli impegni precedentemente assunti da parte dei Religiosi. Nella suddetta intesa, generosamente accettata da Mons. Fasola, infatti, si prende atto che: “per quanto attiene (a differenza della Diocesi) agli obblighi assunti dai Padri Rogazionisti, relativamente all’accoglimento e all’assistenza dei Sacerdoti, una serie di circostanze sfavorevoli ne ha impedito finora l’adempimento”. Nella stessa intesa, come contropartita o come compromesso, si è decisa la realizzazione – all’interno del Pio Ospizio “Collereale” – del “Reparto Canonico di Francia”; contemporaneamente “i PP. Rogazionisti si impegnarono a pagare la retta fissata dai regolamenti della Casa di Ospitalità dei Sacerdoti ivi ospitati”.Giungiamo, così, allo 07.06.2001, quando vi è stata un’integrazione alla convenzione del 1971 fra P. Mario Lucarelli (Superiore dei pp. Rogazionisti) e Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo di Messina- Lipari- S. Lucia del Mela. Il suddetto accordo prevedeva che i sacerdoti versassero un contributo di 500.000 lire fino al 2003 e i 2/3 della pensione a partire dal 2004, mentre i PP. Rogazionisti versassero “la restante parte della retta prevista”. Sembrava che la “faccenda” fosse giunta alla sua conclusione. Ma non è stato così. All’08.03.2014, infatti,Mons. Calogero La Piana (cosa che non ha voluto fare il suo predecessore Mons. Marra) ha estinto insensatamente la convenzione, attraverso una transazione con la qualeaccettavada parte dei P.P Rogazionisti 1.120.000(un milione centoventi mila) euro, da estinguere in 28 rate. Da quel momento la “partita” finanziaria con i PP. Rogazionisti si estinse e, quindi la “Casa del Clero”, venne soppressa definitivamente. Addio, perciò, al “sogno” dell’arcivescovo Paino e alla speranza dei preti di avere, se vecchi e ammalati, un rifugio e un’assistenza. Se bene osserviamo, la responsabilità di quel che è avvenuto è tutta dell’arcivescovo emerito, che era obbligato a garantire il rispetto del desiderio e dell’intenzione di Mons. Paino che aveva donato in perpetuo dei beni ai P.P. Rogazionisti, affinchè, a loro volta, essiassistessero in perpetuo i sacerdoti diocesani. Scrivo queste poche note sull’inesistente casa del clero, mentre mi giungono notizie di preti, che, giunti ad una certa età, essendo stati “giubilati” dall’arcivescovo La Piana, con la scusa di aver raggiunto la “vecchiaia” (ma, guarda questo non valeva per tutti) adesso si trovano “soli”, “abbandonati”, “ammalati”, ospitati benevolmente da qualche famiglia, alla faccia della carità cristiana e del vecchio arcivescovo Paino, che dall’alto vede come sono trattati alcuni sacerdoti che lui stesso ha ordinato. Si spera che il nuovo arcivescovo, a differenza dell’Amministratore Apostolico che non può far nient’altro che promettere, “prenda a cuore” tale situazione, precedentemente portata a conoscenza da dieci sacerdoti alla Santa Sede.
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