Mons. La Piana e gli atti relativi Istituto Cristo Re e Ospizio Collereale

di ANDREA FILLORAMO

Gli atti circa il possesso, l’utilizzo, le convenzioni, le prelazioni, gli accordi intercorsi fra i PP. Rogazionisti e gli arcivescovi di Messina, che si sono succeduti nel tempo, ma particolarmente gli atti posti in essere dall’attuale arcivescovo Mons. Calogero La Piana, relativi all’Istituto “Cristo Re” e all’Ospizio “Collereale” di Messina, dovevano necessariamente tenere conto del fatto che non potevano mutare nel tempo l’intenzione e il desiderio del munifico e grande Arcivescovo Mons. Angelo Paino, che, attraverso una convenzione risalente al 1950, destinava tali istituzioni ai Rogazionisti ma chiedeva loro, anzi li obbligava giuridicamente alla costruzione di una grande “Casa del Clero” dove potevano ricevere assistenza gratuita alcuni sacerdoti del clero Messinese.
La conformità di tale convenzione alla legge 20.12.1928 n.3430, “ concernenti provvedimenti per la ricostruzione di edifici di culto e di beneficienza nell’archidiocesi di Messina” nonché alla successiva convenzione del 30. 03.1928, veniva riconosciuta dal Prefetto della Città Peloritana, che, in data 25 settembre 1950, decretava: “… S. Ecc. Mons. Angelo Paino è autorizzato ad assegnare a titolo gratuito, in proprietà, alla Congregazione dei Padri Rogazionisti … i seguenti fabbricati costruiti in virtù della legge 20. 12. 1928 nr. 3430 e compresi la lettera H, art. 3; con le loro pertinenze. L’assegnazione di detti fabbricati avverrà con tutte le garanzie e clausole di cui all’art. 10 della succitata convenzione 30. 03. 1928, ….”.
Ma quali erano le garanzie e le clausole alle quali si fa, in esso, riferimento? Esse riguardavano l’uso di tali istituti da parte dei beneficiari, che doveva necessariamente corrispondere allo spirito di carità e di disponibilità per il prossimo del loro fondatore, il canonico Annibale Maria Di Francia. In tale decreto non si parlava né si poteva parlare di fini speculativi.
E’ lecito chiedersi, a distanza di molti anni da quando Mons. Angelo Paino e il Superiore dei PP Rogazionisti stipulavano la convenzione del 11.01.1950: “ perché nelle successive convenzioni con i successori dell’arcivescovo Paino, sono state tradite o almeno inosservate le intenzioni del donatore? Perché, in sostituzione della Casa del clero che doveva sorgere nella spianata di Cristo Re sono state allestite provvisorie camerette per dare asilo ad alcuni preti inabili in quel di Collereale? Perché anche Collereale e i suoi annessi stati usati a fini speculativi? Perché l’opera pia di Collereale è divenuto oggi “Residence Cardenia”? “dov’è, quindi, la Casa del Clero sognata dall’arcivescovo Paino, di cui, in data 20 giugno 1957, in occasione delle celebrazioni giubilari del 50° del suo episcopato, poneva la prima pietra?”.
I preti di una certa età, allora seminaristi, ricordano bene quell’avvenimento che si è svolto con una grande solennità che presentava il progetto di costruzione da parte dei Rogazionisti di una grande struttura, idonea ad accogliere, a titolo gratuito, alcuni sacerdoti diocesani. Essi hanno il diritto di chiedere: “quali sono stati i motivi per i quali ciò non è avvenuto? perché il rustico dell’originaria Casa del Clero, fu dato in affitto alla casa di cura “Cristo Re”? Perchè l’edificio è stato venduto per parecchi miliardi di vecchie lire? Perché sul terreno di pertinenza di Cristo Re e di Collereale sono sorte decine di condomini? Dove sono andate a finire le garanzie e clausole di cui all’art. 10 della succitata convenzione 30. 03. 1928,?”. E, infine: “Perché, il 9 marzo 2014, l’arcivescovo La Piana, senza tener conto delle intenzioni e dei desideri del suo predecessore Mons. Angelo Paino e dell’inosservanza da parte dei Rogazionisti delle clausole previste, “motu proprio” sottoscrisse inopinatamente (ciò che non ha voluto fare il suo immediato predecessore Marra) un atto di estinzione di ogni convenzione precedente? Si mormora che i PP. Rogazionisti per avere l’estinzione della convenzione hanno offerto, la somma di due milioni di euro. E’ vera questa notizia? A queste ed altre domande si attendono chiare e definitive risposte, ricordando che il Card. Bagnasco ha sottolineato che “il concetto di trasparenza è condizione imprescindibile e necessaria per il percorso di Chiesa”.