Elton John o Dolce e Gabbana? Procreazione in vitro e libertà d’espressione

Ne parlano tutti i media. Una sorta di scontro del secolo… In un’intervista, gli stilisti italiani, pronunciatisi a favore della procreazione nell’ambito della famiglia maschio/femmina, hanno apostrofato come artificiali e di plastica i bimbi che nascono dalla fecondazione in vitro. E il famoso cantante britannico s’è arrabbiato, perchè ha dei bimbi nati da questo tipo di fecondazione e non ama che siano etichettati come di plastica; la sua reazione è stata un invito al boicottaggio dei prodotti dell’azienda degli stilisti. Che hanno reagito dando del fascista a Elton John, rivendicando il proprio diritto a dire ciò che vogliono quando vogliono. Diritto che gli viene riconosciuto da una pletora di esponenti della cultura e della politica che -noti, almeno a noi, per non essere mai in prima linea per difendere la libertà d’espressione- si sono eretti a paladini per l’occasione. Dal lato del cantante, invece, altrettanta pletora che -almeno così ci
sembra: non intenzionata a tappare la bocca agli stilisti ma molto arrabbiati- ha fatto proprio e rilanciato l’invito al boicottaggio commerciale.
Un lato e un altro. E in mezzo? Le solite vittime che non hanno voce per dire la propria: bimbi che, concepiti in provetta o meno, sono sempre bimbi, cioè uno degli anelli più deboli della nostra comunità civica ed economica. Per fortuna -di noi grandi- questi bimbi mediamente -per la loro età- non possono capire e seguire quanto accade. Certo, ci sono anche quelli più grandicelli che possono seguire, ma altrettanto mediamente sono fuori dello “scandalo”, che nella fattispecie sarebbe che questi bimbi sintetici sono figli di coppie omosessuali, chè solo di recente sono alle cronache (almeno per le persone più mediaticamente note) per l’adozione e/o la fecondazione in vitro su commissione dei loro pargoli.
Siamo impossibilitati a difendere questi bimbi, chè -piccolini- si difendono di per sè sorridendo o piangendo di fronte a chiunque, e piu’ grandicelli hanno tutti gli strumenti per farsi una propria opinione.
Dovendosi schierare, ci piace che per difendere le proprie scelte qualcuno agisca fino alle estreme conseguenze nell’ambito di un confronto civile, perciò ci piace Elton John che invita al boicottaggio commerciale dei prodotti della coppia di stilisti; e rimaniamo perplessi di fronte ai suoi detrattori che lo accusano di non voler far esprimere le opinioni alla coppia italiana (perchè riteniamo che così non sia: i propri dissensi non possono essere espressi solo nei salotti riservati, ma è bene che siano urlati).
E ora? Dei bimbi abbiamo detto. Dei grandi altrettanto. Fra qualche giorno nessuno ne parlerà più e, in più di una parte del mondo, si continuerà ad ammazzare o mettere in galera le persone in base ai loro gusti sessuali o all’appartenenza di un genere che non ha rispettato le violente imposizioni del genere dominante. Ma se sentiremo un qualche politico o un qualche governo che coglierà l’occasione per modificare le proprie legislazioni discriminatorie per gusti e appartenenza sessuale, ne avremo giovamento tutti.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc