Contraccezione d’emergenza. Il gap dell’Italia in un’Europa federale a go-go

La pillola dei 5 giorni dopo, contraccettivo d’emergenza, sarà possibile acquistarla in farmacia solo dietro presentazione di ricetta medica. Così ha deliberato il Consiglio Superiore della Sanità, nonostante la Commissione europea lo scorso 12 gennaio aveva autorizzato la diffusione senza prescrizione; secondo gli organismi sanitari comunitari questa distribuzione non presenta insicurezze per le consumatrici. Ma, evidentemente, per le nostre autorità sanitarie nazionali, le consumatrici che si recano nelle farmacie italiane, sono diverse da quelle degli altri membri dell’Unione, Germania inclusa. Paese giudicato dall’attuale Governo italiano (e non solo) “faro” per buona parte della nostra economia, ma “pericoloso” per sanità, maturità dei suoi amministrati, libertà di scelta.
Così è l’Unione, queste le sue regole: ogni Stato, in casi come questo, fa come crede. Quindi ognuno si tiene i propri problemi, o almeno quelli che vengono giudicati -dall’attuale assetto dell’Unione- come secondari… Come se l’economia fosse fondamentale (se si sgarra in qualche direttiva, partono multoni da capogiro) e non fosse altrettanto fondamentale essere costrette a procreare e a vedersi radicalmente cambiata la propria vita… anche e soprattutto economica. O forse le economie delle grandi strategie sono altra cosa rispetto alle economie dei singoli? Sembra di sì, ma a noi -che non siamo e non stiamo facendo i finti tonti- ci sfugge in questo caso il nesso tra benessere dello Stato e benessere dei singoli, tra felicità collettiva e quella degli individui. Probabilmente abbiamo pensato male quando abbiamo creduto -fervidi federalisti europei- che l’Europa non dovesse continuare ad essere solo un’espressione geografica ma la nostra “organizzazione statuaria non-patria” per vivere meglio, più a lungo e più felici. E’ evidente che a noi, di questa autonomia degli Stati non solo non ce ne frega nulla da un punto di vista giuridico/federalista, ma crediamo sia dannosa. Saremmo preoccupati se, per esempio, fosse imposta una pianificazione demografica modello vecchia Cina (solo un figlio, meglio se maschio), ma per il nostro farmaco non c’è nessuna imposizione al singolo, solo una libertà di scelta. Non è una novita che in materia di “libertà individuali” e “diritti dei cittadini”, in questi ultimi decenni, se non avessimo avuto l’Unione, chissà in quali antri bui e infetti saremmo ancora. Ma prendiamo atto che ci sono ancora blocchi grandi quanto montagne. E che i sostenitori di questi blocchi hanno ancora fortuna e buon gioco lì dove si prendono le decisioni nazionali, non certo fra i comuni mortali. Provate a fare l’elenco, fra i vostri conoscenti, dopo debita informazione, di chi è favorevole a queste ricette… crediamo che avrete l’ulteriore conferma dell’abisso che c’è tra chi ci governa e fa le leggi e i cosiddetti altri.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc