Pasquale Iannone al piano e chitarrista Monteleone

La sua nomina di virtuoso pianista dalla raffinata sensibilità lo precede. Si tratta di Pasquale Iannone che è l’interprete di “Vienna nell’800 tra il serio e il faceto” al Palacultura “Antonello”, nell’ambito della Stagione Concertistica dell’Accademia Filarmonica di Messina e dell’Associazione “V. Bellini”. Il musicista rivisita le sonorità della capitale austriaca attraverso compositori tedeschi come Brahms e Beethoven o il rumeno Moritz Rosenthal che trascorse la giovinezza a Vienna tenendovi i suoi primi concerti, sotto l’influsso di un viennese “doc” come Strauss. La performance di Iannone giunge dopo l’ammirevole ed applauditissimo concerto di Alessandro Monteleone che, lo scorso giovedì 29, alla Sala Sinopoli, ha delineato il suo classicismo e, nel contempo, modernità con “La Chitarra di Spagna”.
Iannone si è diplomato al Conservatorio “Piccinni” di Bari con il massimo dei voti e la lode e al Royal College of Music di Londra con il Diploma d’Onore. Ha studiato con A. Dilecce e G. Goffredo ed ha perfezionato i suoi studi con Michele Marvulli, Aldo Ciccolini, Marisa Somma, Piero Rattalino e con Eugenio Bagnoli (Venezia-Fondazione CINI) quale destinatario di una borsa di studio offerta dalla Fondazione “G. Cini”. Vincitore di numerosi Concorsi Nazionali, è stato premiato in prestigiosi concorsi internazionali quali il Concorso "A.Casella" (Napoli 1989), "Carlo Zecchi" (Roma 1991), "Gina Bachauer" International Piano Competition (Salt Lake City – USA 1994) e “ New Orleans” International Piano Competition (USA). Nel Luglio 2003, ha riportato uno straordinario successo nella “Web Concert Hall International Competition” (USA), vincendo questa competizione sia come solista che nella formazione di Duo pianistico con Paola Bruni. Gli è stato conferito, con una cerimonia al Teatro dell’Opera di Roma, il Premio Internazionale “Foyer 2005” per la carriera e l’alto livello delle sue esecuzioni, seguito dal Premio “Cattedrale d’Argento” ricevuto dalle Associazioni Musicali della sua regione.
Le scelte di repertorio spesso inusuali e di grande caratura virtuosistica, come la trascrizione lisztiana per pianoforte della Settima Sinfonia di Beethoven, del Poema Sinfonico “Les Preludes” di Liszt, le grandi parafrasi su Johann Strauss di Moritz Rosenthal, oltre che le esecuzioni della produzione di Rachmaninov, gli hanno reso un grande apprezzamento della critica ed i consensi più entusiastici del pubblico che lo ha ascoltato. La sua attività concertistica lo ha portato a suonare per importanti Società Concertistiche in Italia: Sala Verdi (Milano), Teatro Petruzzelli (Bari), Teatro Massimo “Bellini” (Catania), Teatro “Bonci” (Cesena), USA (New York, New Orleans, Salt Lake City, Macon, Baton Rouge), Francia (Parigi – Salle Cortot, Centre Bosendorfer, Nancy), Scozia (Edinburgh Fringe Festival), Olanda (Concertgebow Recital Hall), Germania (Herford, Stuttgart), Romania, Corea del Sud (Seoul – Kumho Recital Hall) e Sud Africa (Pretoria, Johannesburgh, Cape Town). È stato solista con varie orchestre italiane e straniere quali: Orchestra Filarmonica del Teatro Petruzzelli di Bari, Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra "A. Scarlatti" di Napoli, Orchestra Filarmonica Veneta, Orchestra “Cantelli” di Milano, Utah Symphony Orchestra (USA), New England Symphonic Ensemble (New York), Transvaal Philharmonic Orchestra, Cape Town Symphony Orchestra in Sud Africa, Nordwetdeutsche Philharmonic Orchestra (Germania), sotto la direzione di Michele Marvulli, Franco Caracciolo, Carlo Franci, Gianandrea Noseda, Reinard Schwartz, Jorge Mester, Flavio Emilio Scogna, Donald Portnoy, Ivan Meylemans, Ola Rudner. Il suo CD con musiche di Tschaikovsky e Racmaninov, inciso su invito della Fondazione Cini di Venezia, ha avuto entusiastici consensi dalla critica, tanto da essere segnalato da Riccardo Risaliti come il miglior disco italiano del 2000 (Musica&Dischi).
L’ultimo suo lavoro discografico, con musiche di Christian Carrara, è stato appena pubblicato per la Stradivarius. Tra i suoi ultimi impegni, figura l’esecuzione del Concerto per due pianoforti e orchestra di Poulenc, in duo con il grande pianista e suo maestro, Aldo Ciccolini e il suo debutto alla Carnegie Hall di New York (Stern Hall) ed in Giappone (Nagoya), concerti salutati con una standing ovation dal pubblico americano e giapponese.

Tornando a Monteleone, protagonista de “I giovedì musicali alla Sala Sinopoli” di questa settimana, l’efficace chitarrista messinese si è espresso in un repertorio “spagnoleggiante” fatto di trascrizioni originali per chitarra che ha spaziato dallo stile barocco di G. Sanz con la “Suite Española” (“Españoletas”, “Rujero y Paradetas”, “Folias” e “Canarios”) a quello novecentesco di J. Rodrigo con “Hommage à Manuel de Falla” da “Invocation et Danse”. Molto cariche di emozioni le “Variazioni op. 9” di Fernando Sor su un tema di Mozart.
Monteleone ha continuato mirabilmente sulla strada maestra del trend autoriale spagnolo (pur sostenendo: “L’Italia non è da meno sulla qualità dei suoi chitarristi), realizzando tre dei più noti brani di Francisco Tàrrega (“Lacrima”, “Adelita”, “Recuerdos de la Alhambra”) che attaccava le corde come Sor, senza utilizzare le unghie e a cui, probabilmente, si deve la tradizionale postura con la chitarra sulla gamba sinistra rialzata per gli strumentisti classici.
L’artista peloritano, dall’alto della sua specializzazione negli studi dedicati a Villa-Lobos, si è dimostrato attento esecutore nel contemporaneo quanto negli standard classici. Così, ha proposto, sul finire del concerto, la Sonata (Allegro – Andante – Allegro vivo) di Joaquin Turina con marcato spirito interpretativo. Ancora, due bis: un brano solitamente più conosciuto per la sua trascrizione pianistica, “Asturias” di Issac Albeniz e una bellissima melodia catalana, “Il Testamento di Amelia”. Monteleone, bravo solista, avrà modo di ritrovarsi con il pubblico messinese in altre formazioni, come il “Quintetto classico”.